Negli ultimi anni, il settore della difesa militare ha progressivamente guadagnato crescente attenzione tra gli investitori europei. La spinta è arrivata sia dall'aumento delle tensioni geopolitiche sia dai consistenti programmi di riarmo avviati dai governi occidentali. Di riflesso, i fondi negoziati in borsa (ETF) specializzati hanno offerto la possibilità di accedere a un comparto strategico, noto per la resilienza dei ricavi e la capacità di integrare tecnologie avanzate.
Tuttavia, a fronte di un trend positivo dei principali indici e di performance storiche rilevanti, emergono interrogativi sulla convenienza dell'ingresso in questo segmento, sul vero potenziale di crescita futura e sulle specifiche criticità che ogni investitore dovrebbe considerare prima di allocare capitali nel settore della difesa utilizzando strumenti passivi.
Cos'è un ETF sulla difesa militare e come funziona
Un ETF sulla difesa militare rappresenta un veicolo di investimento che replica, in modo fedele o sintetico, un indice costituito da società attive nel campo della produzione di sistemi d'arma, tecnologie militari, aerospazio e cybersecurity. Questi strumenti consentono di accedere simultaneamente a più titoli rappresentativi dell'intera filiera difensiva, evitando la concentrazione del rischio su singole azioni. I 4 aspetti di fondo da considerare sono:
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Composizione: un ETF difensivo solitamente include partecipazioni in aziende leader come Leonardo, Rheinmetall, Lockheed Martin, Thales e Palantir Technologies, articolando la diversificazione su scala internazionale.
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Replica: la metodologia può essere fisica (acquisto effettivo delle azioni sottostanti) o sintetica tramite derivati, con impatti su trasparenza e rischio.
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Modalità operative: gli ETF sono quotati sulle principali borse europee e possono essere acquistati tramite broker regolamentati, permettendo anche piani di accumulo (PAC) e operatività in tempo reale durante le sessioni di borsa.
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Fattori chiave: da valutare attentamente sono l'indice sottostante, le commissioni di gestione (TER), la valuta di quotazione e la struttura legale (UCITS o meno).
Il funzionamento mira a offrire esposizione all'intero ecosistema della difesa, comprendendo segmenti in espansione quali la cybersicurezza militare e le nuove applicazioni dell'intelligenza artificiale.
Vantaggi e potenzialità di investire negli ETF della difesa
Investire in ETF collegati al settore della difesa presenta vantaggi distintivi rispetto ad altri settori azionari. Ci sono tante ragioni per cui investire in questo strumento:
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Diversificazione: l'accesso a un paniere di società consente una gestione del rischio più efficiente rispetto all'acquisto di singoli titoli.
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Resilienza delle entrate: la domanda di sistemi militari tende a essere sostenuta dai governi anche in scenari di recessione, poiché la spesa per la difesa è considerata prioritaria. Ciò rende il comparto meno ciclico rispetto ad altri settori industriali.
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Crescita trainata da trend geopolitici: le recenti crisi e l'incremento dei budget militari da parte di NATO ed Unione Europea sostengono una domanda strutturale di innovazione, ammodernamento e acquisizione di tecnologie strategiche.
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Innovazione tecnologica: molte aziende difensive sono pioniere in ambiti come intelligenza artificiale, droni, cybersecurity e space economy. Queste innovazioni generano potenzialità di crescita superiori alla media storica del settore manifatturiero.
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Strumenti accessibili: l'acquisto di ETF difensivi offre anche agli investitori con capitali limitati la possibilità di partecipare a un comparto tipicamente dominato da grandi operatori istituzionali.
È opportuno segnalare che, secondo i dati storici, i rendimenti annui di
alcuni ETF dal 2023 a fine 2025 hanno superato il +40%, trainati dal boom di commesse e dalla rivalutazione dei leader europei e statunitensi del settore.
Principali rischi e svantaggi degli ETF sulla difesa
Nonostante le potenzialità, la scelta di investire in ETF sulla difesa deve essere ponderata in virtù di un insieme di rischi rilevanti:
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Elevata volatilità: le quotazioni risentono sensibilmente delle dinamiche geopolitiche e dalle valutazioni degli operatori istituzionali. Periodi di forte tensione possono provocare rialzi improvvisi seguiti da correzioni altrettanto veloci.
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Rischio di concentrazione: sebbene ci sia diversificazione interna, l'investimento rimane ancorato a un solo settore, esponendo il patrimonio a fasi cicliche legate alle decisioni governative sulla spesa militare.
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Sostenibilità dei prezzi: gran parte delle notizie positive, come i piani di riarmo europeo e le nuove commesse, risultano spesso già incorporate nei valori di borsa, riducendo il margine di ulteriore crescita futura.
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Sensibilità alle normative: cambiamenti legislativi, sanzioni internazionali o revisioni delle politiche di export di armi possono avere impatti diretti e imprevisti sulle società in portafoglio.
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Costi di gestione superiori: i fondi tematici di difesa presentano TER mediamente più elevati rispetto ai grandi ETF generalisti, incidendo così sui rendimenti a lungo termine.
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Problemi etici e ESG: il legame con la produzione di armamenti solleva questioni morali che possono comportare rischi di esclusione dai piani di investimento sostenibile o pressioni da parte di investitori istituzionali.
Un ulteriore elemento di attenzione riguarda la difficoltà di mantenere un portafoglio bilanciato: spesso l'entusiasmo per il trend impedisce una corretta gestione della rischiosità sul lungo periodo, soprattutto a fronte di rapide inversioni di mercato.
Analisi comparativa: performance, costi e struttura degli ETF sulla difesa
Un confronto tra i principali ETF difensivi disponibili sul mercato europeo mette in luce differenze significative sia in termini di struttura che di rendimenti e costi:
ETF
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Indice replicato
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TER %
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Metodo
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Performance 2023-2025
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VanEck Defense UCITS ETF
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MarketVector Global Defense Industry
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0,55
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Replica fisica
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+154%
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HANetf Future of Defence
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EQM Future of Defence
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0,49
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Replica fisica
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+56%
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iShares Global Aerospace & Defence
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S&P Developed Aerospace & Defence
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0,35
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Replica fisica
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+45%
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WisdomTree Europe Defence
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WisdomTree Europe Defence
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0,40
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Replica fisica
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N/D
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La struttura di replica fisica assicura in genere maggiore trasparenza, sebbene ETF a replica sintetica possano risultare appetibili per strategie a breve termine o leve finanziarie.
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Gli ETF più concentrati (come VanEck) tendono ad avere minore diversificazione rispetto a soluzioni basate su indici ampi.
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Il differenziale di TER incide in modo crescente sul rendimento netto per investimenti di lungo periodo.
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La scelta tra ETF Europa, USA o globali dipende dall'esposizione geografica desiderata e dalla valutazione delle valutazioni attuali delle componenti in portafoglio.
È consigliabile verificare la liquidità e la dimensione del fondo, poiché ETF con masse inferiori ai 100 milioni di euro risultano più esposti a rischi di chiusura.
La selezione di un ETF difensivo efficace richiede un'analisi strutturata di precisi parametri tecnici e operativi:
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Indice sottostante: valutare la metodologia adottata e la diversificazione del paniere. Un indice troppo concentrato accresce il rischio specifico.
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Dimensione del fondo: preferire strumenti che superano i 100 milioni di euro di AUM per ridurre il rischio di liquidazione dello strumento.
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TER (Total Expense Ratio): un TER basso riduce l'erosione dei rendimenti.
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Replica fisica vs sintetica: favorire la replica fisica per motivi di trasparenza e riduzione dei rischi di controparte.
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Piattaforma di trading: accedere tramite operatori regolamentati che offrano bassi costi di esecuzione e facilità d'uso, come le principali piattaforme italiane o internazionali accreditate.
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Piano di accumulo: valutare soluzioni di acquisto progressivo (PAC) per diluire il rischio di ingresso su quotazioni elevate.
La modalità di acquisto prevede registrazione presso un broker abilitato, verifica dell'identità e successiva operatività online in autonomia o tramite consulente finanziario.
L'investimento nella difesa solleva questioni rilevanti di carattere etico e normativo. Da una parte, il settore è frequentemente oggetto di esclusione dai portafogli ESG, dato il collegamento con armi e conflitti. Numerosi fondi istituzionali, sia italiani che internazionali, escludono le società coinvolte nella produzione di armamenti da qualsiasi allocazione, secondo i principi delle strategie sostenibili e responsabili.
Dal punto di vista normativo, la regolamentazione europea impone agli emittenti di rendere trasparenti pratiche e rischi di sostenibilità. La pressione etica può dunque impattare sulle valutazioni delle società in portafoglio. Allo stesso tempo, cambiare il framework normativo o imporre sanzioni ad aziende specifiche può modificare radicalmente rischi e ritorni attesi di un ETF tematico difensivo, anche in chiave di conformità legale e fiscale.
Alternative e strategie integrative: diversificare oltre la difesa
Una gestione oculata di portafoglio non dovrebbe limitarsi all'impiego esclusivo di ETF difensivi. La diversificazione, anche attraverso strumenti correlati e non direttamente connessi al comparto militare, consente di stabilizzare la volatilità complessiva e cogliere opportunità di crescita meno condizionate da fattori geopolitici. Tra le opzioni integrative:
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ETF industriali ampi: comprendenti molte aziende della difesa ma con esposizione anche a settori come infrastrutture, energia e manifattura avanzata.
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ETF tecnologici e cybersecurity: questi strumenti sfruttano l'innovazione tecnologica connessa al settore senza essere completamente subordinati alle fluttuazioni della spesa pubblica militare.
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ETF su dividend aristocrats: una soluzione per investitori orientati alla stabilità e alla generazione di reddito costante, con minore dipendenza dal ciclo settoriale.
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Asset rifugio e bond sovrani: oro, materie prime critiche e titoli di Stato possono fungere da controparte stabilizzante nei periodi di alta volatilità dei mercati azionari.
Combinare più strumenti, monitorando attentamente rischi e correlazioni, favorisce una maggiore tenuta del portafoglio affrontando con razionalità la moda del riarmo.
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