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Cosa fare con i Btp acquistati in attesa decisioni sui tassi Bce. Quali vendere o tenere nel 2024?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Influenzate le scelte sui Btp

Dal punto di vista strategico, si delineano due opzioni sulla scelta da fare in merito ai Btp acquistati nel 2023.

La contrazione dei rendimenti dei titoli pubblici si osserva in un contesto in cui i mercati mantengono fiducia nell'Italia e nell'Europa nonostante le incertezze politiche che ancora circondano l'approvazione di misure fondamentali quali il Mes, la riforma del fondo Salvastati e il nuovo Patto di stabilità e crescita.

Quest'ultimo mira a garantire la stabilità a lungo termine delle finanze pubbliche degli Stati membri dell'Unione europea. A noi interessa adesso concentrare l'attenzione sui Btp ed esattamente:

  • Btp acquistati, vendere o tenere nel 2024?
  • Da cosa sono influenzate le scelte sui Btp

Btp acquistati, vendere o tenere nel 2024?

Dal punto di vista strategico, si delineano due opzioni sulla scelta da fare in merito ai Btp acquistati nel 2023. La prima consiste nel mantenere invariato il portafoglio titoli, soprattutto nei casi in cui, grazie a investimenti relativamente recenti, le cedole semestrali presentano valori medio-alti.

Oggi i rendimenti per scadenze a breve termine (2025-2026) oscillano intorno al 3%, mentre quelli a più lungo termine (2038) si attestano intorno al 4%.

La seconda opzione è la vendita di una parte degli strumenti, generando così una plusvalenza sostanziale. Non è escluso che, nel breve periodo, si possa assistere a una fase in cui la tendenza ribassista dei rendimenti potrebbe rallentare o addirittura arrestarsi, con una temporanea risalita dei rendimenti. In una prospettiva strategica, nel caso in cui il rendimento a scadenza delle emissioni a più lunga durata dovesse registrare un aumento di 20 o 30 centesimi di punto, si potrebbe considerare il reinvestimento di una parte dell'importo incassato.

Questa operazione potrebbe essere preceduta dalla vendita di una quota, se non dell'intero ammontare ricevuto, in strumenti finanziari simili a quelli che hanno originato l'entrata finanziaria. L'operazione potrebbe essere parte di una strategia di attesa, che potrebbe concretizzarsi, forse in modo definitivo, a metà del 2024.

In presenza di un aumento dei rendimenti, il valore delle emissioni a media e lunga durata manifesta declini che rendono l'investimento particolarmente interessante. Nella strategia dell'investitore occorre considerare le variazioni delle quotazioni degli strumenti con maggiore durata, ad esempio quelle decennali.

Questo perché, a un incremento o decremento di un punto percentuale nei rendimenti di mercato, corrisponde una variazione del prezzo di circa 7,5 punti percentuali. Questa oscillazione può essere equiparata alle variazioni che frequentemente caratterizzano la dinamica delle azioni.

Da cosa sono influenzate le scelte sui Btp

Le divergenti opinioni attorno al tema dei Btp trovano fondamento nei dati relativi all'efficacia delle politiche monetarie implementate dalle banche centrali nel corso degli ultimi due anni. Inizialmente con una progressione graduale e successivamente con maggiore celerità, il tasso d'inflazione ha sperimentato una riduzione, seppur non ancora in linea con l'obiettivo fissato al 2%.

Entrambe le prospettive convergono sulla politica che sarà adottata dalla banca centrale degli Stati Uniti, in primis, ma che potrebbe coinvolgere anche la Banca Centrale Europea e probabilmente la Banca d'Inghilterra. Le due realtà anglosassoni saranno oggetto di elezioni per il rinnovo dei rispettivi parlamenti, con Londra prima e Washington poi.

Pur non dovendo influenzarsi reciprocamente, elezioni politiche e dinamiche finanziarie potrebbero interagire, specialmente considerando che i costi per coloro che si indebitano sono attualmente elevati, con potenziali impatti sulla propensione ai consumi, sebbene rimanga su livelli medio-alti negli Stati Uniti, nell'Eurozona e in Giappone.

Sembra certa una diminuzione dei tassi di riferimento, con una probabile accelerazione negli Stati Uniti. Il periodo previsto per il completo manifestarsi degli effetti positivi della probabile diminuzione dei tassi ufficiali sui valori di mercato dei titoli obbligazionari e, in misura maggiore, su quelli azionari, è atteso iniziare da ora e protrarsi per i successivi 18 mesi.

Indipendentemente dalla velocità con cui i rendimenti di mercato diminuiranno in anticipo rispetto alle strategie delle banche centrali, è probabile che, per l'intero anno in corso e i primi mesi del 2025, la redditività delle emissioni obbligazionarie possa attestarsi a valori quasi dimezzati rispetto a quelli attuali. Principalmente beneficiate saranno le quotazioni dei titoli con scadenza a medio e lungo termine, a partire dai rimborsi fissati per il 2031 in poi.

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