Come e quando si può andare in pensione anticipata e cosa è importante valutare prima di farlo e dopo: tutti i chiarimenti
Cosa si deve sapere quando si decide di andare in pensione prima? I requisiti per andare in pensione di vecchiaia quest’anno non sono cambiati, fissati a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi. Resta ferma anche la possibilità di andare in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico.
Sono, però, stati confermati anche tutti i sistemi di pensione anticipata (ancora sperimentali) già vigenti lo scorso anno. Si tratta, in generale, di meccanismi che permettono di lasciare il lavoro prima quasi fino a 10 anni ma che bisogna attentamente valutare prima di scegliere. Cerchiamo di seguito di far chiarezza.
Ma sarebbe bene effettuare prima alcune valutazioni per capire se risulti davvero conveniente lasciare il lavoro anticipatamente.
Sarebbe bene sapere prima:
Chi sceglie, invece, l’opzione donna è bene che sappia che, a fronte di un’uscita notevolmente anticipata, visto che può arrivare ad andare in pensione prima a 59 anni, riceve un assegno tagliato anche fino al 30% rispetto a quanto percepirebbe andando in pensione con la normale pensione di vecchiaia a 67 anni.
A chi va in pensione con l’ape sociale spetta poi un'indennità che, per legge, corrisponde all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’uscita, ma non può superare i 1.500 euro e non è soggetta rivalutazione fino a quando l’interessato non arriva i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia.
Chi arriva, quindi, ad un importo normalmente maggiore, per circa 4 anni prende meno di quanto dovrebbe.
Chi decide di andare in pensione anticipata con i sistemi sopra riportati deve sapere diverse regole e limiti vigenti una volta a riposo,
Se chi va in pensione con i normali pensionistici, sia di vecchiaia che anticipata ordinaria, può rimettersi a lavorare, percependo redditi sia da lavoro dipendente che autonomo senza alcun limite, per chi va in pensione anticipata ci sono, al contrario, diverse restrizioni da rispettare.
Per esempio, la quota 103 non permette di lavorare perché si tratta di un sistema incompatibile con qualsiasi reddito da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale ma solo se si guadagnano massimo 5.000 euro lordi annui. Questo limite vale fino al raggiungimento dei 67 anni della pensione di vecchiaia.
Inoltre, chi esce con la quota 103 deve poi, una volta raggiungi i 67 anni, controllare che il ricalcolo della normale pensione avvenga correttamente per evitare di correre rischi di errori o riduzioni dell’assegno.
Stesso discorso vale per chi esce con l’ape sociale: anche in tal caso, al compimento dei 67 anni, i soggetti interessati devono controllare che il trattamento finale definitivo venga correttamente ricalcolato.
E anche per l’ape sociale vale l’incumulabilità con i redditi di lavoro, anche in forma di lavoro autonomo occasionale se produce redditi superiori ai 5mila euro annui.
Diverso è il discorso della cumulabilità di pensione anticipata con l’opzione donna e il lavoro: questo sistema è, infatti cumulabile con qualsiasi attività lavorativa, a patto che si inizi solo successivamente all'erogazione della pensione, che comunque risulta inferiore.