I datori di lavoro interessati devono aver precompilato le domande tramite il Portale Servizi del Ministero dell'Interno.
Il decreto Flussi 2025 stabilisce procedure e tempistiche per l'assunzione di personale extra-UE. Dati alla mano, solo il 30% dei lavoratori rientranti nelle quote previste riesce a firmare un contratto di lavoro che consenta il rilascio del permesso di soggiorno. Questa discrepanza evidenzia le difficoltà burocratiche e amministrative legate al sistema di gestione dei flussi migratori. Il nostro focus è adesso suo click day di febbraio 2025:
Due giorni dopo, il 7 febbraio, sarà invece il turno delle domande per colf, badanti e operatori del settore socio-sanitario. La terza e ultima finestra di febbraio si aprirà il 12 febbraio, quando le domande saranno riservate ai lavoratori stagionali impiegati nel settore agricolo e turistico-alberghiero. Quest'ultima categoria è la quota più ampia di ingressi previsti, con il 70% delle assegnazioni dedicate proprio a questi settori. Per il restante 30% delle quote destinate al turismo, è previsto un click day che si terrà il primo ottobre 2025.
Per partecipare ai click day, i datori di lavoro dovevano precompilare le domande attraverso il Portale Servizi del Ministero dell'Interno. Questa fase preliminare garantisce la corretta gestione delle richieste. Le domande precompilate possono essere inviate nelle date specifiche dei click day.
Il decreto Flussi 2025 stabilisce una quota complessiva di 191.450 ingressi per lavoratori stranieri. Sno previste tre grandi categorie di lavoratori:
Un'analisi pubblicata da Il Sole 24 Ore ha evidenziato che le domande effettivamente precaricate e complete di tutta la documentazione richiesta sono 164.787, un numero inferiore rispetto alle 180.000 domande inserite a novembre. La differenza si nota soprattutto nel settore dell’assistenza a disabili e grandi anziani: per le 10.000 quote disponibili, le richieste caricate sono appena 734, il che significa che sarà possibile presentare altre domande anche nei giorni successivi ai click day. Questo dato rafforza la tesi di Assindatcolf, che ha chiesto di superare il meccanismo del c0lick day per queste categorie di lavoratori.
Se un lavoratore straniero non rientra nel decreto Flussi, significa che non ha ottenuto un nulla osta per l'ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro. In questo caso si può provare a entrare in Italia con un visto turistico, ma senza svolgere un'attività lavorativa regolare. Se un lavoratore entra in Italia senza un visto per lavoro e rimane oltre il periodo consentito dal visto turistico - 90 giorni per chi proviene da Paesi con accordi di esenzione visto o 30 giorni per altri Paesi - rischia infatti di diventare irregolare.
Più verosimilmente, chi non è stato selezionato per il decreto Flussi può attendere il successivo bando, sperando che le nuove quote consentano di rientrare nella programmazione degli ingressi.