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Di quanto sono aumentate le bollette del gas con il mercato libero, i motivi e cosa si può fare per difendersi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Aumenti delle bollette del gas

Oggi nessuna delle offerte per i contratti a prezzo fisso nel settore energetico risulta più vantaggiosa del regime tutelato.

L'abolizione del regime di mercato regolamentato nel settore del gas comporta un incremento annuo di circa 200 euro nelle bollette. Questo rialzo corrisponde a un aumento del 12% rispetto alla fine del regime regolamentato. E anche se è possibile risparmiare passando a tariffe variabili questa scelta espone i consumatori al rischio della volatilità dei prezzi, attribuibile alla scarsa concorrenza tra gli operatori. Secondo le previsioni, dal primo luglio la stessa situazione si verificherà anche nel settore dell'elettricità. Non ci resta allora che entrare nei dettagli per esaminare:

  • Bollette del gas, di quanto sono aumentate con il mercato libero
  • Cosa fare contro gli aumenti delle bollette del gas

Bollette del gas, di quanto sono aumentate con il mercato libero

Assoutenti e il Centro di Formazione e Ricerca sui Consumi, intervistati dalla Stampa, hanno rilevato che oggi nessuna delle offerte per i contratti a prezzo fisso nel settore energetico risulta più vantaggiosa del regime tutelato, specialmente per i consumatori considerati vulnerabili. In media, sono disponibili poco più di 200 offerte a prezzo fisso in ogni città, ma la migliore proposta di ciascun operatore comporta una spesa annua maggiore di 188,6 euro (+2,2%) rispetto alla tariffa regolamentata.

Per quanto riguarda i contratti a prezzo variabile, le opportunità di risparmio sono limitate. Tra le 20 città italiane monitorate, solo 5 offerte risultano più convenienti rispetto alle bollette pagate dai consumatori vulnerabili, con l'eccezione di Bari che ne conta 7. Il risparmio rispetto al regime tutelato è minimo, con una media di 43 euro di spesa annua in meno (-2,8%).

Le città dove si trovano le offerte più convenienti per i contratti a prezzo variabile sono Trento, Milano, Trieste e Bolzano. Al contrario, Roma registra la bolletta media più elevata, con una media di 1.636,51 euro.

La fine del mercato tutelato nel settore del gas non ha portato a una vera concorrenza a vantaggio dei consumatori. I contratti a prezzo fisso rimangono poco vantaggiosi a causa della riluttanza delle società a impegnarsi con i propri clienti data la forte volatilità dei prezzi sui mercati energetici. Le offerte per i contratti a prezzo variabile che sono veramente convenienti sono rare e non soddisfano le aspettative dei consumatori.

Cosa fare contro gli aumenti delle bollette del gas

Non esiste un'unica fornitura di gas universalmente più conveniente. La convenienza dipende dalle esigenze e dalle abitudini individuali di ciascun consumatore. Il primo passo da compiere è dunque analizzare attentamente i propri consumi. Questa analisi può essere effettuata esaminando l'ultima bolletta ricevuta, poiché gli operatori sono tenuti a indicare sulla stessa il consumo annuo di gas naturale del cliente. Nel caso in cui la fornitura sia attiva da meno di un anno o non siano disponibili informazioni puntuali, sulla bolletta verrà fornita una stima.

Per quanto riguarda il gas, l'indicazione del consumo annuo esprime la quantità di metri cubi di gas consumati nell'arco di un anno. In genere, si stima che un cliente medio consumi circa 1.400 metri cubi di gas in un anno.

Nel caso in cui si verifichino aumenti nelle bollette con altre società energetiche, è consigliabile presentare immediatamente un reclamo, anche attraverso le associazioni dei consumatori. Se non dovesse produrre l'effetto desiderato, si può tentare la via della conciliazione extragiudiziale, gestita dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, senza alcun costo.

Ma è importante fare attenzione prima di avanzare proteste o reclami. Se il contratto era in scadenza, è normale che venga modificato al termine dell'accordo concordato e, in tal caso, l'aumento potrebbe essere conforme alla normativa.

Infine, nel caso in cui gli utenti abbiano cambiato fornitore a seguito degli aumenti tariffari, l'Antitrust prevede che i fornitori originali contattino tali ex clienti offrendo loro la possibilità di ritornare alle condizioni precedenti all'aumento. Spetterà quindi al cliente decidere come procedere.

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