Dopo quanto tempo un diplomato trova lavoro nel 2025, il primo stipendio medio e i contratti più comuni: dati aggiornati, statistiche e tendenze sul mercato del lavoro
In questi giorni di esami di maturità, molti ragazzi si interrogano sul proprio futuro professionale e si chiedono quanto tempo occorra a un neodiplomato per inserirsi nel mercato del lavoro, soprattutto per chi decide di non proseguire gli studi universitari.
Le rilevazioni statistiche mostrano che, a due anni dal conseguimento della maturità, appena il 38% dei diplomati ha trovato un'occupazione. Questo indicatore, sebbene significativo, nasconde una realtà articolata e diversificata, con notevoli differenze in base all'indirizzo scolastico scelto e all'area geografica di residenza.
Esaminando i vari percorsi formativi, emerge una marcata disparità nelle opportunità occupazionali post-diploma. I maturati dei licei, che rappresentano il 25% di coloro che hanno trovato un impiego, incontrano le difficoltà maggiori nell'ingresso nel mercato del lavoro. Al contrario, i diplomati degli istituti tecnici raggiungono una percentuale di occupazione del 49%, mentre quelli provenienti dagli istituti professionali arrivano al 60%.
Questa differenza rispecchia come i percorsi educativi maggiormente orientati verso competenze pratiche e tecniche offrano sbocchi professionali più immediati ai giovani che concludono il ciclo di studi superiori. Gli istituti professionali, in particolare, preparano gli studenti con competenze specifiche immediatamente spendibili nelle aziende.
Le possibilità di trovare un'occupazione variano anche in base alla zona geografica. Le regioni con un tessuto industriale e manifatturiero più sviluppato tendono a offrire maggiori opportunità professionali. Ad esempio, nel Nord Italia, caratterizzato da un'economia più vivace, i neodiplomati hanno migliori prospettive di impiego rispetto al Sud, dove il mercato del lavoro presenta spesso condizioni più sfavorevoli.
Le analisi rivelano un netto divario tra i diversi percorsi scolastici. Solo un quarto degli ex studenti dei licei trova un'occupazione stabile nei primi due anni, mentre i diplomati degli istituti tecnici raggiungono quasi il 50%. La percentuale più elevata si registra tra i diplomati degli istituti professionali, con il 60% che ottiene un contratto lavorativo.
Questi dati evidenziano come i percorsi formativi più orientati verso competenze pratiche e tecniche facilitino un inserimento più rapido nel mondo professionale. La preparazione specifica e l'esperienza pratica acquisita durante il percorso di studi rappresentano un vantaggio competitivo significativo.
L'accesso al mondo del lavoro per i neodiplomati varia sensibilmente in funzione della regione di residenza. La Lombardia, ad esempio, nel 2025 ha assorbito un numero considerevole di diplomati: quasi 22.000 provenienti dai licei, 270.000 dagli istituti tecnici e circa 188.000 dai professionali.
Questo quadro riflette come le dinamiche occupazionali siano influenzate dalle caratteristiche economiche e industriali delle diverse aree del paese. Le regioni settentrionali, caratterizzate da un tessuto produttivo più solido e diversificato, offrono generalmente maggiori possibilità di impiego rispetto alle aree meridionali.
Nel 2025, sono stati siglati approssimativamente 2,5 milioni di contratti di lavoro a livello nazionale. Di questi, il 4,5% ha coinvolto diplomati liceali, il 55% diplomati tecnici e il 40,5% diplomati con qualifiche professionali. Questi indicatori sottolineano la domanda crescente di profili tecnici e qualificati, in sintonia con le necessità attuali del mercato.
Secondo l'Osservatorio DataLab di Assolavoro, i profili tecnici dominano le richieste del mercato occupazionale. Tra i 30 profili maggiormente ricercati nel 2025 figurano manutentori termoidraulici, tecnici meccatronici, geometri di cantiere, insieme a laureati in architettura e ingegneria.
Anche i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) trovano ampio spazio nelle nuove professioni legate al digitale e all'informatica. Nonostante la crescente richiesta di competenze digitali, persiste una forte domanda di tecnici, progettisti e operai specializzati.
Le aziende cercano sempre più spesso figure con competenze tecniche specifiche e immediatamente operative, capaci di inserirsi nei processi produttivi con un periodo di formazione minimo. Questo spiega il vantaggio competitivo dei diplomati tecnici e professionali rispetto ai liceali nel mercato del lavoro immediato.
Dopo la maturità, numerosi giovani optano per il proseguimento degli studi. Dei ragazzi che si iscrivono all'università, il 70% proviene dai licei, il 20% dagli istituti tecnici e il 10% dagli istituti professionali.
Le preferenze universitarie variano in base al percorso scolastico precedente: i diplomati liceali tendono a orientarsi verso corsi di laurea scientifici, ingegneristici ed economici. Tra coloro che provengono dagli istituti professionali, si osserva una maggiore propensione verso le facoltà di educazione e formazione e il settore medico-sanitario.
A un anno dal conseguimento della maturità, i diplomati che lavorano a tempo pieno percepiscono in media 965 euro netti mensili. Dopo tre anni, la retribuzione media aumenta a 1.082 euro al mese, con i diplomati degli istituti professionali che raggiungono una media di 1.101 euro.
A cinque anni dal diploma, la retribuzione media si attesta a 1.187 euro mensili. Questa progressione salariale dimostra come l'esperienza lavorativa e l'anzianità di servizio influiscano positivamente sulle condizioni economiche dei giovani lavoratori.
È importante notare che questi valori rappresentano medie nazionali e possono variare significativamente in base al settore di impiego, alla regione e alla dimensione dell'azienda. I settori tecnologici e industriali tendono a offrire retribuzioni iniziali più elevate rispetto ad altri comparti.
Un aspetto preoccupante riguarda la regolarità contrattuale: molti neodiplomati si trovano a lavorare senza un contratto regolare, fenomeno che interessa il 18% del totale e raggiunge il 22% tra i liceali che trovano impiego. Questa situazione di precarietà e informalità rappresenta una criticità significativa per i giovani all'inizio del loro percorso professionale.
Tre anni dopo il diploma, il contratto a tempo indeterminato diventa la forma più diffusa tra chi lavora esclusivamente, coprendo il 27% dei diplomati. I contratti formativi (apprendistato, tirocini) raggiungono anch'essi il 27%, mentre i contratti non standard (tempo determinato, lavoro a progetto) calano al 24%. Il lavoro sommerso diventa meno comune, coinvolgendo l'8% dei giovani.
A cinque anni dalla maturità, si osserva un incremento della stabilità lavorativa, con il 44% dei diplomati che ottengono un impiego stabile e solo il 3% che rimane in condizioni di lavoro irregolare. Questa evoluzione dimostra come, con il passare degli anni, i giovani lavoratori riescano progressivamente a migliorare la propria posizione contrattuale.
Nel 2025, i settori che offrono maggiori possibilità di impiego per i neodiplomati includono:
Per aumentare le proprie possibilità di trovare rapidamente un'occupazione dopo il diploma, è consigliabile: