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Dove vanno le tasse pagate? Chi riceve più soldi dalle imposte e chi molto meno del dovuto? Paradossale

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Distribuzione delle risorse fiscali

L'Agenzia delle entrate ha implementato un sistema che consente ai contribuenti di visualizzare la destinazione delle imposte versate.

La destinazione delle tasse pagate dai contribuenti è uno degli aspetti più discussi e spesso meno compresi della gestione delle finanze pubbliche. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Economia, oltre il 61% delle imposte è destinato a quattro aree principali: pensioni e assistenza sociale, sanità, debito pubblico e istruzione. Vogliamo capire meglio;

  • Pensioni, sanità e debito pubblico, le voci che assorbono più tasse
  • Istruzione, sicurezza e trasporti, chi riceve meno risorse
  • Le disparità nella distribuzione delle risorse fiscali

Pensioni, sanità e debito pubblico, le voci che assorbono più tasse

Le pensioni e le politiche di assistenza sociale sono la voce di spesa più consistente che assorbono il 21% delle imposte pagate. Questa cifra, che supera i 2,3 miliardi di euro all’anno, comprende non solo il pagamento delle pensioni di vecchiaia e anzianità, ma anche le pensioni di invalidità e i sussidi destinati alle famiglie. La sostenibilità di questa spesa è una delle questioni aperte del sistema previdenziale italiano, aggravata dall’invecchiamento della popolazione e dal basso tasso di natalità.

La sanità pubblica, attraverso il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, riceve circa il 19% delle tasse. Si tratta di una cifra che garantisce l’accesso universale ai servizi sanitari. Ma rispetto al 2020, questa quota è in leggero calo, scendendo dal 20% al 19,3%. Questo trend solleva interrogativi sulla capacità del sistema sanitario di mantenere standard qualitativi elevati, soprattutto in un contesto di crescenti pressioni economiche.

Il debito pubblico italiano, uno dei più alti al mondo in rapporto al Pil, pesa sulle casse dello Stato. Circa l’11% delle tasse raccolte, pari a oltre 1,2 miliardi di euro, è destinato al pagamento degli interessi sul debito. Questa voce di spesa sottrae risorse che potrebbero essere impiegate in settori strategici, come l’innovazione e lo sviluppo economico.

Istruzione, sicurezza e trasporti, chi riceve meno risorse

Nonostante l’importanza strategica dell’istruzione, questa voce è solo il 10,8% delle tasse, con poco più di 1,2 miliardi di euro all’anno. Questa cifra comprende il finanziamento di scuole, università e istituti di ricerca, ma rimane insufficiente rispetto alle esigenze del sistema educativo. L’Italia spende infatti meno rispetto alla media europea in istruzione con inevitabili preoccupazioni sulla capacità del Paese di formare una forza lavoro competitiva per il futuro.

Il settore della sicurezza e ordine pubblico riceve l’8,8% delle tasse, un dato che comprende il finanziamento delle forze armate, della polizia e delle agenzie di sicurezza. Pur essendo una cifra non trascurabile, il dibattito politico degli ultimi anni ha evidenziato la necessità di maggiori risorse per garantire un livello adeguato di sicurezza sul territorio nazionale.

Anche i trasporti, un settore importante per l’economia e la qualità della vita dei cittadini, sono sottodimensionati nella ripartizione delle imposte, ricevendo solo il 4,4% delle risorse. Questa sottofinanziamento si traduce spesso in infrastrutture obsolete e servizi inefficienti che penalizza la competitività delle imprese e il benessere della popolazione.

Le disparità nella distribuzione delle risorse fiscali

Uno degli aspetti più controversi della gestione delle tasse in Italia riguarda le disparità nella redistribuzione delle risorse tra i vari settori e categorie sociali. I contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro, che sono meno del 14% del totale, versano oltre il 62% dell'Irpef complessiva.

Un altro elemento di criticità riguarda i settori con bassa priorità di finanziamento. Ad esempio, la cultura e lo sport ricevono solo il 2,3% delle tasse, una cifra che molti considerano insufficiente per sostenere lo sviluppo culturale del Paese. Allo stesso modo, la protezione dell’ambiente assorbe appena il 2,4% delle risorse, nonostante la crescente urgenza di affrontare le sfide climatiche.

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