Una analisi interessante come sempre quella del Governatore Fabio Panetta di Bankitalia che evidenzia le sfide economiche mondiali e europee si sofferma, poi, sulla situazione e lo stato dell'economia e del tessuto produttivo italiano.
La relazione annuale del Governatore Fabio Panetta di Bankitalia rappresenta un riferimento imprescindibile per valutare lo stato di salute dell’economia italiana e il suo percorso nel contesto globale.
Nella sua analisi per il 2025, il capo di Banca d'Italia sottolinea sia i progressi che le difficoltà incontrate dall’Italia in una fase caratterizzata da elevata incertezza internazionale.
Tra le tematiche esaminate spiccano l’impatto delle tensioni commerciali globali, l’accelerazione delle transizioni verde e digitale e la necessità di rafforzare la solidità strutturale e finanziaria del Paese.
Secondo le considerazioni di Bankitalia, i segnali di vitalità economica registrati negli ultimi anni pongono le basi per un miglioramento, benché siano ancora molte le questioni aperte riguardanti occupazione, produttività e sostenibilità della crescita.
Sul piano internazionale, la relazione annuale Panetta di Bankitalia mette in guardia sugli effetti destabilizzanti delle politiche protezionistiche, in particolare dei dazi commerciali. L’inasprimento delle barriere doganali rischia di sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita globale in due anni e di compromettere il 5% degli scambi mondiali.
Il progressivo indebolimento del dollaro come valuta di riferimento per i mercati internazionali, accompagnato da fluttuazioni dei Treasury americani, solleva nuovi interrogativi sull’assetto futuro del sistema monetario, con oppurtunità sia per il ruolo dell'euro, in modo particolare, ma non solo, come valuta digitale e sia per i titoli di stato europei, i cosidetti Eurobond.
Questi ultimi 2 aspetti, rappresentano delle oppurtunità per l'Italia e l'Europa positive di fronte alla negatività dei dazi
Secondo la relazione annuale Panetta di Bankitalia, l’Italia ha manifestato segnali di ritrovata vitalità economica negli ultimi anni, nonostante il perdurare di elementi strutturali critici.
Dal 2019 al 2024, il Pil è aumentato del 6%, supportato soprattutto dal dinamismo dei servizi e da un incremento occupazionale che ha portato il tasso di disoccupazione al minimo storico del 6%. La patrimonializzazione delle imprese e il miglioramento della posizione verso l’estero rafforzano la resilienza del sistema-paese.
Variabile | Valore |
Pil crescita 2019-2024 | +6% |
Aumento occupati | +1 milione |
Tasso disoccupazione | 6% |
Il livello dei salari reali, tuttavia, rimane inferiore a quello del 2000 e la produttività resta una delle principali sfide. Per garantire salari più elevati, è necessario proseguire nella direzione dell’innovazione, dell’accumulazione di capitale e del sostegno pubblico mirato.
L’invecchiamento demografico e la bassa natalità rappresentano ulteriori ostacoli allo sviluppo: la regolarizzazione dell’immigrazione e la creazione di opportunità attrattive per i giovani che migrano all’estero sono considerati interventi prioritari.
Per quanto riguarda il settore bancario, le recenti aggregazioni e fusioni sono viste positivamente a patto che generino valore e contribuiscano a migliorare i servizi a imprese e famiglie.
La vigilanza di Bankitalia e BCE resta un presidio essenziale, mentre la creazione di un mercato dei capitali europeo realmente integrato si conferma un obiettivo prioritario per rafforzare la competitività dell’intera area euro.