Cosa prevede la normativa vigente sulla possibilità di sostituire i permessi della Legge 104 con le ferie
Le agevolazioni previste dalla Legge 104 rappresentano una tutela essenziale per chi si trova a dover conciliare la propria attività lavorativa con l’assistenza a familiari con disabilità grave. Il diritto ai permessi retribuiti, spesso oggetto di dubbi interpretativi e conflitti tra lavoratori e datori, richiama principi costituzionali collegati alla salute, alla famiglia e all’assistenza.
I permessi della Legge 104 sono una delle principali agevolazioni concesse ai lavoratori dipendenti che sono affetti da disabilità o hanno familiari con disabilità grave da assistere.
Sono retribuiti, coperti da contribuzione figurativa, utilizzabili per 3 giorni al mese e disciplinati da regole specifiche. In alternativa ai permessi mensili, è anche possibile fruire di una riduzione di 2 ore al giorno (1 ora se l'orario di lavoro è inferiore a 6 ore).
Sono previste ulteriori 10 ore annue di permesso retribuito per visite, esami e terapie mediche.
I permessi della Legge 104 e le ferie annuali rispondono a esigenze differenti, di natura assistenziale i primi, e di recupero psico-fisico le seconde.
Non è consentita sovrapposizione tra i due istituti: non è possibile utilizzare nello stesso giorno sia un permesso per la Legge 104, sia una giornata di ferie, nè tali permessi possono essere sostituiti con le ferie.
La questione sulla sostituibilità dei permessi con ferie per imposizione datoriale è stata affrontata tanto dalla normativa quando dalla giurisprudenza, con diverse sentenze.
La Corte di Cassazione (con la sentenza 3209/2016), ha, infatti, stabilito che il diritto ai tre giorni mensili di permesso è indisponibile e non può essere sostituito da ferie o altri istituti, nemmeno per esigenze organizzative dell’ente o dell’impresa.
In presenza dei requisiti di legge, la richiesta di permesso deve essere accolta, a prescindere dalle preferenze o necessità interne dell’azienda. La sostituzione, se imposta, configura condotta illegittima e può determinare la nullità del provvedimento datoriale e la tutela sindacale o giudiziaria per il lavoratore.
Responsabilità e obblighi comunicativi sono pilastri per una gestione trasparente sia verso l’ente previdenziale che nei confronti del datore di lavoro.
Il lavoratore che intende usufruire dei permessi della Legge 104 deve presentare domanda secondo la procedura aziendale (anche tramite i sistemi informatici dedicati come il portale MyINPS o Argo nelle scuole) e comunicare le giornate di assenza con congruo anticipo, salvo urgenze documentate. Il datore, ricevuta l’istanza e verificata la documentazione (verbale di handicap grave, autocertificazioni), ha il compito di organizzare il servizio senza negare l’agevolazione né pretendere soluzioni alternative, come l’utilizzo di ferie residue invece dei permessi.
Precisiamo che i casi di uso dei permessi non conforme alle finalità assistenziali possono comportare sanzioni, fino al licenziamento. Al contrario, la correttezza nell’uso dei permessi tutela il lavoratore sotto il profilo disciplinare e consente la piena continuità delle forme di sostegno.
Ricordiamo che dal 2022, più familiari lavoratori possono alternarsi nell'assistenza allo stesso familiare disabile, purché non nello stesso giorno, fermo restando il limite complessivo di tre giorni al mese.
Inoltre, i permessi possono essere riconosciuti anche per più figli con handicap grave, a condizione di dimostrare che i tre giorni non sono sufficienti per entrambi.