La prima strada percorribile per i risparmiatori coinvolti nella crisi di Fwu Life è l'insinuazione al passivo della procedura di liquidazione.
La situazione di Fwu Life Insurance ha creato incertezza tra i circa 120.000 risparmiatori, molti dei quali si trovano ora a chiedersi come poter recuperare il più possibile dei propri investimenti. Le cifre in gioco non sono irrilevanti: si parla di un totale di 360 milioni di euro investiti, che rischiano di subire un deprezzamento a causa delle commissioni elevate e dei costi nascosti tipici di questi prodotti finanziari. Facciamo il punto con gli ultimi aggiornamenti:
Entro sei mesi, il liquidatore nominato dal Tribunale del Lussemburgo invierà a tutti i creditori conosciuti una comunicazione formale contenente una dichiarazione di credito precompilata e una nota informativa sulla procedura. Gli assicurati devono verificare l'esattezza delle informazioni riportate e restituire la dichiarazione firmata entro il 31 gennaio 2028 nel rispetto di tutte le indicazioni procedurali per evitare di perdere il diritto al rimborso.
Anche nella migliore delle ipotesi, i risparmiatori possono trovarsi con somme molto inferiori ai premi versati, soprattutto a causa dei costi di ingresso elevati e delle commissioni anticipate che caratterizzavano le polizze Fwu. Una delle criticità risiede proprio nel modello di business della compagnia, che destinava una parte dei primi premi alla remunerazione degli intermediari, riducendo il capitale investito per conto degli assicurati.
Oltre all'insinuazione al passivo, i risparmiatori possono intraprendere azioni legali nei confronti degli intermediari assicurativi che hanno venduto le polizze Fwu Life. Secondo il Codice delle assicurazioni private, gli intermediari hanno l'obbligo di rispettare i doveri di trasparenza, correttezza e adeguatezza dell'investimento nei confronti dei clienti.
L'avvocato Sonia Monteleone, responsabile del settore assicurativo per il Movimento dei Consumatori, ha evidenziato come la responsabilità degli intermediari possa essere configurata in caso di violazione di questi obblighi. In particolare, se gli intermediari non hanno valutato correttamente l'adeguatezza del prodotto assicurativo rispetto al profilo finanziario del cliente, o se non hanno fornito una corretta informativa precontrattuale, possono essere chiamati a risarcire i danni subiti dagli assicurati.
Questa via legale presenta comunque delle incognite. In primo luogo, non è detto che tutti gli intermediari abbiano le risorse finanziarie sufficienti per far fronte a eventuali risarcimenti. In secondo luogo, l'azione legale richiede tempi spesso lunghi e costosi procedimenti giudiziari, con un esito non scontato.
Le principali associazioni dei consumatori, tra cui il Movimento dei Consumatori e Altroconsumo, hanno già attivato canali di assistenza legale gratuita o a costo agevolato per gli assicurati Fwu. Queste organizzazioni offrono consulenza legale per la corretta presentazione delle domande di insinuazione al passivo e permettono di avviare azioni collettive contro gli intermediari e la compagnia stessa.
Le class action sono quindi un'altra leva di pressione per ottenere risarcimenti più rapidi e consistenti, soprattutto nei confronti di intermediari di maggiori dimensioni, come le banche e le società di intermediazione finanziaria.