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Permessi retribuiti per chi ha necessità di screening oncologici in orario di lavoro: cosa cambia dopo nuovo decreto sicurezza lav

di Marcello Tansini pubblicato il
Permessi retribuiti screening oncologici

Via libera a permessi retribuiti a lavoro per coloro che devono effettuare visite di screening oncologici: cosa ha stabilito il nuovo Decreto Sicurezza sul Lavoro 2025

L’introduzione di permessi retribuiti per lo svolgimento di screening oncologici rappresenta una novità di rilievo, intervenendo direttamente sulla normativa di tutela della salute nel contesto lavorativo. Il recente decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha recepito la crescente attenzione alla prevenzione dei tumori, integrando diritti specifici per i lavoratori che desiderano sottoporsi a controlli di diagnosi precoce durante l’orario di lavoro.

La misura, in linea con la crescente incidenza di diagnosi oncologiche e con gli indirizzi delle organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali sulla prevenzione, riconosce la necessità di facilitare l’accesso agli screening garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La normativa si pone l’obiettivo di eliminare uno degli ostacoli più frequenti all’adesione ai programmi di prevenzione, ovvero la difficoltà di conciliazione tra orari lavorativi e necessità di monitoraggio sanitario. Per la prima volta, la prevenzione entra a pieno titolo nella disciplina dei rapporti di lavoro.

Permessi retribuiti per screening oncologici: come funziona la nuova norma

Con l’emanazione del decreto legge n. 159/2025 per la Sicurezza sul Lavoro viene introdotta una disciplina innovativa che prevede l’accesso a permessi retribuiti specifici per tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, impegnati in screening per la prevenzione dei tumori organizzati dal SSN. La norma stabilisce che tali permessi potranno essere utilizzati durante l’orario di servizio e saranno gestiti nell’ambito delle procedure di contrattazione collettiva, con l’obiettivo di garantire l’assenza di penalizzazioni economiche o organizzative per il personale coinvolto.

I permessi riconosciuti per le malattie oncologiche più rilevanti a livello epidemiologico mirano a favorire la tempestività delle diagnosi senza incidere negativamente sul rapporto di lavoro. Lo strumento dei permessi retribuiti trova applicazione anche per i genitori di figli minorenni affetti da patologie oncologiche, invalidanti o croniche con elevato grado di invalidità (almeno il 74%).

Ogni lavoratore in possesso dei requisiti previsti può usufruire di 10 ore annue aggiuntive di assenza retribuita per visite, esami specifici o cure, senza subire decurtazioni né retributive né contributive.
Nello specifico, la misura prevede:

  • Estensione dei permessi anche ai dipendenti con carichi di cura su figli minori con patologie oncologiche, croniche o invalidanti.
  • Riconoscimento dell’indennità economica e figurativa, al pari di quanto già stabilito per le assenze dovute a gravi patologie e terapie salvavita.
  • Gestione dei permessi secondo le regole ordinarie per la malattia, con anticipo dell’indennità da parte del datore di lavoro nel settore privato, mentre per il pubblico viene regolato dai contratti collettivi.

Screening oncologici compresi nei nuovi permessi: tipologie e importanza della prevenzione

Il quadro delle neoplasie interessate dai permessi retribuiti è stato definito con riferimento alle priorità dei programmi di prevenzione oncologica del SSN. Il decreto include espressamente gli screening per:
  • Tumore al seno
  • Tumore della cervice uterina
  • Tumore del colon retto
Si tratta dei tre ambiti considerati più strategici dalle autorità sanitarie per la diagnosi precoce, che rappresentano la quota più ampia della prevenzione organizzata e coperta integralmente dallo Stato. La scelta di concentrare i permessi su questi esami risponde alle evidenze epidemiologiche che ne attestano l’impatto sulla riduzione della mortalità e sull’aumento delle possibilità di guarigione.

A differenza di altre tipologie di controlli sanitari, lo screening oncologico viene offerto ciclicamente in base all’età e ai fattori di rischio, e può prevenire o individuare tumori quando sono ancora asintomatici, facilitando trattamenti tempestivi e meno invasivi. Il rafforzamento della partecipazione ai programmi di screening è pertanto un elemento chiave sia per la salute individuale sia per la collettività, contribuendo anche alla sostenibilità dei costi sanitari a lungo termine.

Requisiti e beneficiari: chi ha diritto ai permessi retribuiti secondo la legge

L’accesso ai permessi retribuiti per gli screening oncologici è riservato a precise categorie di lavoratori:

  • Lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che si sottopongono agli screening oncologici organizzati dal SSN.
  • Genitori, tutori o affidatari di figli minorenni con patologie oncologiche, croniche o invalidanti con una percentuale di invalidità almeno pari al 74%.
  • Dipendenti con le condizioni sopra descritte, in possesso di regolare prescrizione da parte di un medico del sistema sanitario pubblico o di una struttura convenzionata.
Per accedere ai permessi è necessario presentare la documentazione che attesti la prenotazione e l’effettuazione dello screening, nonché la prescrizione medica laddove richiesta. Sono esclusivamente queste le casistiche previste dalla legislazione vigente.
La percezione dell’indennità nelle ore di assenza avviene con le stesse modalità delle indennità per motivi di salute. In nessun caso la fruizione dei permessi determina conseguenze negative sul piano retributivo o sulla posizione contributiva del lavoratore.

Ruolo del medico competente e promozione della salute nei luoghi di lavoro

Nella rinnovata disciplina della sicurezza sul lavoro il medico competente aziendale assume un compito sempre più centrale sia nella tutela della salute che nel promuovere la partecipazione agli screening oncologici. La normativa gli attribuisce la responsabilità di svolgere attività di informazione, sensibilizzazione e sollecitazione dei dipendenti, favorendo una maggiore adesione ai programmi gratuiti garantiti dal SSN e all’integrazione della prevenzione all’interno delle pratiche aziendali.

Il medico competente interviene inoltre nella valutazione dei rischi legati a determinati turni di lavoro (come quelli notturni), nel monitoraggio delle esposizioni a sostanze potenzialmente cancerogene e nel supporto organizzativo alla realizzazione delle campagne di prevenzione.

Congedi e tutela lavorativa per i malati oncologici, cronici e invalidanti

Parallelamente ai permessi per screening, la Legge 106/2025 riconosce nuove forme di congedo tutelato per i lavoratori con patologie oncologiche o condizioni cronico-invalidanti che comportino una invalidità almeno del 74%.

  • Congedo fino a 24 mesi: dopo aver esaurito altri periodi di assenza giustificata, il dipendente può richiedere un congedo non retribuito continuativo o frazionato, durante il quale è garantita l’integrale conservazione del posto di lavoro.
  • Priorità nel lavoro agile: al rientro, il lavoratore beneficia di priorità nell’accesso allo smart working qualora le mansioni lo consentano.
  • Tutela per lavoratori autonomi: la possibilità di sospendere la propria attività professionale fino a 300 giorni all’anno nelle stesse condizioni previste per i dipendenti.
  • Copertura previdenziale volontaria: il periodo di congedo non concorre all’anzianità, ma può essere riscattato su base volontaria dal lavoratore interessato.


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