Via libera a permessi retribuiti a lavoro per coloro che devono effettuare visite di screening oncologici: cosa ha stabilito il nuovo Decreto Sicurezza sul Lavoro 2025
L’introduzione di permessi retribuiti per lo svolgimento di screening oncologici rappresenta una novità di rilievo, intervenendo direttamente sulla normativa di tutela della salute nel contesto lavorativo. Il recente decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha recepito la crescente attenzione alla prevenzione dei tumori, integrando diritti specifici per i lavoratori che desiderano sottoporsi a controlli di diagnosi precoce durante l’orario di lavoro.
La misura, in linea con la crescente incidenza di diagnosi oncologiche e con gli indirizzi delle organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali sulla prevenzione, riconosce la necessità di facilitare l’accesso agli screening garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
La normativa si pone l’obiettivo di eliminare uno degli ostacoli più frequenti all’adesione ai programmi di prevenzione, ovvero la difficoltà di conciliazione tra orari lavorativi e necessità di monitoraggio sanitario. Per la prima volta, la prevenzione entra a pieno titolo nella disciplina dei rapporti di lavoro.
Con l’emanazione del decreto legge n. 159/2025 per la Sicurezza sul Lavoro viene introdotta una disciplina innovativa che prevede l’accesso a permessi retribuiti specifici per tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, impegnati in screening per la prevenzione dei tumori organizzati dal SSN. La norma stabilisce che tali permessi potranno essere utilizzati durante l’orario di servizio e saranno gestiti nell’ambito delle procedure di contrattazione collettiva, con l’obiettivo di garantire l’assenza di penalizzazioni economiche o organizzative per il personale coinvolto.
I permessi riconosciuti per le malattie oncologiche più rilevanti a livello epidemiologico mirano a favorire la tempestività delle diagnosi senza incidere negativamente sul rapporto di lavoro. Lo strumento dei permessi retribuiti trova applicazione anche per i genitori di figli minorenni affetti da patologie oncologiche, invalidanti o croniche con elevato grado di invalidità (almeno il 74%).
Ogni lavoratore in possesso dei requisiti previsti può usufruire di 10 ore annue aggiuntive di assenza retribuita per visite, esami specifici o cure, senza subire decurtazioni né retributive né contributive.
Nello specifico, la misura prevede:
A differenza di altre tipologie di controlli sanitari, lo screening oncologico viene offerto ciclicamente in base all’età e ai fattori di rischio, e può prevenire o individuare tumori quando sono ancora asintomatici, facilitando trattamenti tempestivi e meno invasivi. Il rafforzamento della partecipazione ai programmi di screening è pertanto un elemento chiave sia per la salute individuale sia per la collettività, contribuendo anche alla sostenibilità dei costi sanitari a lungo termine.
L’accesso ai permessi retribuiti per gli screening oncologici è riservato a precise categorie di lavoratori:
Nella rinnovata disciplina della sicurezza sul lavoro il medico competente aziendale assume un compito sempre più centrale sia nella tutela della salute che nel promuovere la partecipazione agli screening oncologici. La normativa gli attribuisce la responsabilità di svolgere attività di informazione, sensibilizzazione e sollecitazione dei dipendenti, favorendo una maggiore adesione ai programmi gratuiti garantiti dal SSN e all’integrazione della prevenzione all’interno delle pratiche aziendali.
Il medico competente interviene inoltre nella valutazione dei rischi legati a determinati turni di lavoro (come quelli notturni), nel monitoraggio delle esposizioni a sostanze potenzialmente cancerogene e nel supporto organizzativo alla realizzazione delle campagne di prevenzione.
Parallelamente ai permessi per screening, la Legge 106/2025 riconosce nuove forme di congedo tutelato per i lavoratori con patologie oncologiche o condizioni cronico-invalidanti che comportino una invalidità almeno del 74%.