Nel 2025 i giovani di Roma sono protagonisti nell'economia, innovazione e mondo del lavoro. Analizziamo l'impatto delle nuove generazioni, storie di under 30 di successo e il futuro del talento nella Capitale.
Una nuova generazione di talenti sta trasformando la Capitale, portando energia, idee e competenze nei settori strategici dell'economia e dell'innovazione. In questo scenario, il protagonismo dei giovani si manifesta non solo nelle startup, nelle università e nella politica, ma anche in imprese tradizionali che si rinnovano, costruendo una visione più inclusiva e sostenibile del lavoro. Roma diventa così un laboratorio dove esperienze personali e know-how si intrecciano per ridefinire il futuro della città e, di riflesso, dell’Italia.
La Città Eterna non è soltanto un simbolo di storia e cultura, ma anche un vero motore di crescita per l’Italia contemporanea. La regione Lazio, con il suo 11,3% di contributo al PIL italiano, si conferma seconda solo alla Lombardia grazie alla presenza di settori ad alto valore aggiunto – farmaceutica, ICT, aerospazio – e ad un ecosistema produttivo che incentiva l'adozione di tecnologie avanzate e sostenibilità.
Il contesto economico romano è caratterizzato dall'innovazione diffusa: oltre l’80% del valore aggiunto deriva da attività avanzate, università, centri di ricerca e servizi all’avanguardia. Nel 2025, il 54% delle PMI laziali esporta e la regione ha raggiunto un incremento dell’export del 17,4% nel primo semestre dell’anno, trainato anche dai mercati extra UE e dagli investimenti in digitalizzazione e intelligenza artificiale.
Tra le aree chiave spicca il comparto aerospaziale, con circa 250 imprese, 23.000 addetti e un fatturato stimato di 5 miliardi di euro. Qui grandi aziende e PMI collaborano con centri di ricerca e atenei, creando un laboratorio di sperimentazione tecnologica in cui i giovani rivestono ruoli di primo piano. Anche il settore turistico ha visto una crescita significativa, con eventi di risonanza internazionale che rafforzano il posizionamento di Roma nella rete globale della conoscenza, della creatività e degli investimenti stranieri.
L'innovazione rappresenta ormai un fattore critico di competitività: la metà delle imprese investe in tecnologie digitali e cloud, mentre la sostenibilità diventa un pilastro nelle strategie di sviluppo. Le istituzioni, le università e le imprese puntano sulla formazione dei giovani, proseguendo in una stretta collaborazione pubblico-privata che valorizza talento, capitale umano e reti internazionali.
Una nuova leva di giovani leader si distingue nella Capitale, sia nella scena economica sia nell’innovazione sociale e nella politica. Alcuni di questi giovani rappresentano figure di riferimento a livello nazionale e internazionale, grazie alla capacità di combinare esperienza professionale, visione e impatto concreto sull’economia e la società.
L’evento “60 under 30”, organizzato dalla “Giovane Roma” e “Politica Magazine”, offre uno spaccato rappresentativo di quanti, sotto i 30 anni, stanno portando avanti il ricambio generazionale, lasciando il segno in contesti pubblici e privati. Da manager che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali a startupper impegnati nell’ambito della sostenibilità, le loro traiettorie personali sono esempi di rinnovamento in settori chiave come il business agroalimentare, l’innovazione sociale e la politica.
Di seguito, tre storie emerse come emblematiche:
Con una carriera che abbraccia settori trasversali come l’agroalimentare, il food management e la comunicazione, Bartocci si è distinto per la capacità di coniugare qualità, determinazione e ambizione, riscuotendo premi di settore – tra cui Food Manager dell’anno e il Myllennium Award 2020 – e diventando un punto di riferimento nell’innovazione del Made in Italy agroalimentare.
Nell’arco del suo percorso, ha puntato sul dialogo intergenerazionale e sul mentoring: “Questo riconoscimento lo condivido con tutti i giovani che credono nei valori del sacrificio, scegliendo di restare e investire nel proprio paese”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza del capitale umano e del rinnovamento per la crescita economica.
La sua esperienza dimostra come l’approccio multidisciplinare e la visione internazionale possano valorizzare settori tradizionali attraverso nuove narrazioni, networking e sviluppo di community tra imprese, giovani innovatori e manager.
Alberta Pelino rappresenta un’autorevole voce dell’innovazione sociale, impegnata a colmare il divario di genere nel mondo finanziario. Dopo la laurea in economia – da Tor Vergata a Bocconi – e un’esperienza internazionale nel trading tra New York e Londra, ha scelto di dedicare competenze e risorse all’imprenditoria a impatto sociale, fondando la Young Ambassadors Society e Fibi, startup che promuove la leadership e l’indipendenza economica delle donne.
La sua piattaforma digitale utilizza intelligenza artificiale per supportare la gestione finanziaria e la formazione all’investimento, creando network e workshop per costruire una comunità al femminile. Alla guida delle delegazioni giovanili nei contesti ufficiali internazionali (G7 e G20), Pelino lavora su educazione, modelli di riferimento e strumenti per favorire l’accesso delle nuove generazioni a ruoli dirigenziali.
“Abbracciare le opportunità, costruire una comunità di sostegno e raggiungere l’indipendenza economica rappresentano le principali chiavi per crescere”, afferma, offrendo strategie concrete per superare barriere culturali e strutturali che frenano la partecipazione femminile e giovanile in economia.
Il suo impatto si misura in progetti aggregativi, crescita di competenze e presenza internazionale della nuova generazione italiana nei luoghi dove si forgiano le decisioni.
Nel panorama romano, la terza edizione dell’evento “60 under 30” ha portato sotto i riflettori giovani leader che stanno ridefinendo l’impegno politico con attenzione a visione, inclusione e ricambio generazionale. Sotto la guida di Federico Lobuono, “Giovane Roma” celebra chi, attraverso l’impegno nei partiti e nelle istituzioni, porta nuove idee e una mentalità aperta a soluzioni condivise.
L’iniziativa mette in luce personalità giovani presenti anche nei più alti livelli nazionali ed europei, tra cui rappresentanti come Ada Bastone (Movimento 5 Stelle), tutte e tutti distinti per competenza, visione e capacità di fare squadra. L’evento riconosce la necessità di “mettere da parte ciò che ci divide e valorizzare ciò che ci unisce”, rilanciando la meritocrazia, la formazione e il dialogo generazionale come asset strategici per il futuro della politica locale e nazionale.
In un momento storico segnato da polarizzazione e crisi di fiducia, il contributo degli under 30 rappresenta una fonte di rinnovamento, puntando su giustizia sociale, partecipazione e superamento dei tradizionali modelli di leadership. Addestrarsi alla leadership, alla collaborazione e all’ascolto diventa la cifra di questa nuova stagione, in grado di incidere sulla trasformazione non solo della capitale ma anche dell’intero sistema Paese.
Il panorama formativo e produttivo romano si presenta come una fucina di eccellenza e innovazione, grazie a una simbiosi virtuosa tra università, startup e centri di ricerca. In questo ambiente, il talento dei giovani diventa la leva principale per affrontare le sfide globali di digitalizzazione, sostenibilità e crescita competitiva.
La città vanta atenei dal riconoscimento internazionale, come Roma Tre, e un ecosistema di startup tra i più vivaci d’Italia. Sul piano numerico la capitale ospita il 10% circa delle realtà innovative under 35 a livello nazionale, risultando seconda solo a Milano e rappresentando un polo attrattivo per investitori e grandi player tecnologici.
Il rafforzamento di questi percorsi passa attraverso legami con il mondo delle imprese e programmi di accelerazione (come Up2Stars di Intesa Sanpaolo), iniziative pubbliche di sostegno (Smart&Start di Invitalia) e una propensione crescente all’internazionalizzazione. Questo contesto favorisce tanto i percorsi di scale up – superamento del milione di fatturato – quanto la costruzione di reti professionali in grado di generare crescita condivisa.
Negli ultimi anni le startup di Roma hanno registrato un saldo altamente positivo, crescendo in numero, qualità e impatto sull’economia locale. Nel 2024 in Italia sono state censite oltre 12.000 startup innovative, di cui il Lazio rappresenta l’11,3% circa nella fascia under 35, dimostrazione dell’attrattività della Capitale per progetti imprenditoriali ad alto potenziale.
Un elemento di forza è dato dalla presenza femminile crescente, sostenuta da programmi come “Women in Action”, e dalla diffusione di iniziative dedicate a settori della green economy, salute, mobilità sostenibile e digital transformation. I giovani, provenienti da contesti educativi di eccellenza, si avvalgono spesso di mentoring, accelerazione e networking internazionale, elementi decisivi per il raggiungimento di risultati di scala e innovazione.
La capacità di fare squadra, integrare competenze multidisciplinari e sviluppare alleanze strategiche con atenei, centri di ricerca e aziende leader, è il segreto del successo di chi sceglie Roma come base per lanciare o far crescere una startup.
L’eccellenza accademica romana trova ulteriore conferma nella recente affermazione dei ricercatori e delle ricercatrici di Roma Tre nella Top 2% mondiale secondo Stanford. Nel 2025 sono ben 57 i nomi inseriti nel ranking globale che distingue i profili più influenti in 22 aree scientifiche e 174 settori su oltre dieci milioni di studiosi.
Questi risultati – misurati attraverso parametri bibliometrici quali citazioni, indice H e impatto sui network scientifici – riflettono la continua crescita nella qualità della ricerca romana e il suo peso internazionale, a beneficio anche delle collaborazioni con imprese e istituzioni pubbliche, creando spirali virtuose tra formazione, scoperta e trasferimento tecnologico.