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I migliori ospedali per fratture, tumori, infarti, parti e altre malattie attualmente secondo Esiti di Agenas 2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
Esiti di Agenas 2025

Un viaggio nell'eccellenza della sanità italiana: i migliori ospedali per fratture, tumori, infarti e parti, secondo i dati Agenas 2025. Tra progressi, criticità e innovazione clinica da Nord a Sud.

L'analisi diffusa da Agenas dimostra come il sistema sanitario sia oggetto di monitoraggi sempre più accurati, in grado di fotografare le performance reali degli ospedali pubblici e privati. Il Programma non rappresenta una semplice classifica: viene infatti utilizzato come uno strumento per riconoscere le strutture in cui la qualità delle cure si associa a volumi elevati di attività, efficacia clinica e sicurezza. Dai risultati dell'ultima rilevazione emerge un quadro di miglioramento, pur con notevoli differenze tra le varie aree geografiche, mettendo in luce le eccellenze ma anche le diseguaglianze territoriali che ancora caratterizzano il panorama ospedaliero italiano.

Come funziona il Programma Nazionale Esiti

Il Programma Nazionale Esiti di Agenas valuta annualmente le strutture di ricovero italiane, sia pubbliche che private, seguendo criteri molto rigorosi. L'edizione più recente ha analizzato 1.117 ospedali attraverso il confronto tra le Schede di Dimissione Ospedaliera, i dati di pronto soccorso (Emur) e l'Anagrafe tributaria (per la verifica puntuale degli esiti dei pazienti). Questo metodo consente una mappatura precisa degli standard raggiunti nelle principali aree cliniche. Gli indicatori selezionati corrispondono a otto macro-aree terapeutiche di particolare rilevanza:

  • Area cardiocircolatoria
  • Sistema nervoso
  • Apparato respiratorio
  • Chirurgia generale
  • Chirurgia oncologica
  • Gravidanza e parto
  • Area osteomuscolare (traumatico-ortopedica)
  • Nefrologia
Tali aree comprendono, a loro volta, decine di indicatori riguardanti mortalità, accessi e tempistiche di trattamento, appropriatezza clinica e capacità di gestione di casi complessi. Uno strumento centrale in questo processo è il cosiddetto treemap, una rappresentazione grafica che consente di individuare immediatamente le strutture con i migliori risultati nelle varie aree cliniche. Il criterio guida è quello dell'alto volume, basato su dati oggettivi e parametri fissati dal decreto ministeriale 70/2015: secondo questa logica, nelle strutture dove si effettuano più interventi si osservano generalmente maggiori livelli di sicurezza ed esiti positivi. Il PNE permette così identificare le reali eccellenze e i punti di debolezza, offrendo una visione trasparente a istituzioni e cittadini.

I 15 migliori ospedali italiani secondo Agenas 2025

Nel 2025 sono solo 15 gli ospedali che raggiungono performance elevate in almeno sei delle otto aree analizzate: si tratta di presidi capaci di garantire alti standard qualitativi nelle patologie oncologiche, cardiovascolari, nella gestione dei parti e delle fratture, tra le altre. Questa l'attuale mappa delle eccellenze:

  • Ospedale Bolognini (Lombardia)
  • Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia)
  • Fondazione Poliambulanza (Lombardia)
  • Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia)
  • Istituto Clinico Humanitas (Lombardia)
  • Ospedale Bentivoglio (Emilia-Romagna)
  • Ospedale Fidenza (Emilia-Romagna)
  • Ospedale di Montebelluna (Veneto)
  • Ospedale di Cittadella (Veneto)
  • Ospedale di Mestre (Veneto)
  • Ospedale di Città di Castello (Umbria)
  • Presidio ospedaliero Lotti di Pontedera (Toscana)
  • Stabilimento Umberto I - G.M. Lancisi (Marche)
  • Ospedale di Savigliano (Piemonte)
  • AOU Federico II di Napoli (Campania)
Attraverso questa distribuzione emerge la concentrazione dei centri di alta qualità nel Centro-Nord, con Lombardia e Veneto che guidano le regioni per numero di presidi d'eccellenza. Solo un ospedale tra i primi 15 si trova nel Sud, evidenziando l'attuale squilibrio territoriale nell'accesso a cure di alto livello. L'Agenas sottolinea che tutti i centri selezionati trattano un alto volume di casi, elemento chiave per garantire sia esperienza clinica che affidabilità negli esiti.

Le principali criticità: il divario Nord-Sud e gli ospedali rimandati

L'analisi del Programma Esiti non si limita a premiare l'eccellenza, anche in riferimento alle varie malattie trattate: mette anche in rilievo le difficoltà di molte strutture rispetto agli standard richiesti. Sono ben 198 gli ospedali rimandati, ovvero quelli che presentano criticità in diverse aree e sono invitati ad avviare audit volontari per il miglioramento (circa il 22% di quelli valutati con il treemap).

Tra le problematiche più ricorrenti:

  • Gestione di gravidanza e parto
  • Area cardiocircolatoria
  • Rapidità di accesso alle procedure d'urgenza
  • Chirurgia oncologica complessa
La distribuzione di queste strutture non è uniforme: il maggior numero di ospedali critici si concentra in Campania (51), Sicilia (43), Puglia (19) e Calabria (12). Tuttavia, anche regioni del Nord come la Lombardia (14) fanno registrare molte segnalazioni, a conferma che la qualità sanitaria resta una questione da affrontare a livello nazionale.

Il divario Nord-Sud resta il principale nodo irrisolto: molte regioni meridionali faticano a migliorare sui principali indicatori per l'emergenza-urgenza e la gestione materno-infantile. Le cause vanno ricercate nella minor concentrazione di casi complessi, nella disomogeneità dei volumi trattati e in infrastrutture non sempre adeguate. Il gap impatta concretamente sulla qualità percepita dagli utenti e sugli esiti di salute.

Analisi delle aree cliniche: fratture, tumori, infarti, parti e innovazione

L'indagine Agenas permette di analizzare nel dettaglio le diverse aree cliniche con indicatori di processo ed esito:

  • Patologie cardiovascolari (infarti, by-pass, PTCA): I ricoveri per infarto miocardico acuto sono diminuiti del 21% negli ultimi dieci anni, con una sempre maggiore concentrazione dei casi più complessi in centri specializzati. Il 90% degli infarti oggi è trattato in strutture ad alto volume. Tuttavia, persistono differenze territoriali nelle tempistiche di intervento, soprattutto per l'angioplastica primaria, con valori medi peggiori al Sud rispetto al Nord.
  • Chirurgia oncologica: I volumi di ricovero in centri specializzati sono in aumento per tumore della mammella (dal 72% al 90%), polmone (dal 69% all'83%), prostata (dal 63% all'82%) e colon. Per il pancreas e il retto il dato resta invece molto basso nel Sud e nelle isole, con solo il 28% dei casi trattati in strutture ad alto volume per il pancreas e un peggioramento per il retto.
  • Gestione delle fratture (collo del femore): Cure tempestive per fratture del femore sono passate dal 52% al 60% tra 2020 e 2024, ma molte Regioni presentano ancora indicatori troppo bassi, spesso sotto lo standard, soprattutto al Sud.
  • Gravidanza e parto: Si registra una timida riduzione dei tagli cesarei (dal 25% al 22%), ma con valori al Sud spesso superiori al 25% e tanti punti nascita ancora sotto la soglia dei 500 parti annui prevista dalla normativa.
  • Innovazione terapeutica: Sempre più diffusi gli approcci mininvasivi in chirurgia e un uso crescente delle tecnologie robotiche. In particolare, la chirurgia urologica supera frequentemente l'80% di interventi robotizzati, soprattutto nelle grandi strutture del Nord.

I progressi e le sfide per la qualità della sanità italiana

I dati più recenti suggeriscono che la qualità delle cure sia, nel complesso, in crescita, grazie a indicatori monitorati continuamente e a riferimenti normativi come il Dm 70/2015. Le performance migliorano soprattutto nei centri con volumi di attività maggiori, dove l'efficacia e la sicurezza sono comprovate da risultati oggettivi.

Le principali sfide riguardano il necessario aggiornamento degli standard per alcune patologie (ad esempio tumore del retto e bypass aortocoronarico), la riduzione dell'ospedalizzazione evitabile e l'implementazione dei nuovi modelli di sanità territoriale promossi dal decreto 77/2022.

Il divario tra territori resta aperto e richiede azioni concrete che vadano oltre le certificazioni: solo puntando su governance, formazione, audit e innovazione si potranno garantire servizi equi e di qualità su tutto il territorio nazionale.