L’approvazione del Genius Act negli Stati Uniti segna un cambiamento notevole nei meccanismi di pagamento e regolamentazione delle criptovalute, focalizzandosi sulle stablecoin. Queste valute digitali, ancorate solitamente al dollaro statunitense, trovano ora una normativa federale che ne disciplina uso, emissione e tutele per i consumatori.
L’iniziativa, promossa all’interno di un contesto caratterizzato dal crescente bisogno di tutela per utenti e investitori, mira a rispondere sia alle nuove esigenze tecnologiche sia alle sfide imposte dalla trasformazione digitale della finanza. Tuttavia, le implicazioni di questa regolamentazione sono oggetto di valutazioni contrastanti, sia per i potenziali benefici sia per i rischi percepiti dai diversi settori del mercato e della politica.
Cosa prevede il Genius Act: regole e funzionamento delle stablecoin
L’impianto normativo introdotto dalla recente legge federale garantisce per la prima volta negli Stati Uniti un quadro giuridico per le stablecoin, strumenti digitali il cui valore è legato stabilmente a quello di un asset tradizionale. La disciplina impone che le stablecoin siano emesse solo da soggetti preventivamente autorizzati dalle autorità federali o statali, tra cui banche, istituzioni finanziarie e, potenzialmente, grandi retailer. I 4 punti cardine sono i seguenti:
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Riserve obbligatorie e trasparenza: Ogni token deve essere coperto da riserve in dollari USA o da titoli del Tesoro in rapporto 1:1.
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Audit e controlli rigorosi: Gli emittenti sono tenuti a produrre bilanci mensili certificati e a sottoporsi a revisioni annuali. Viene così incrementata la trasparenza verso gli utenti e ridotto il rischio di frode.
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Obbligo di segregazione delle riserve: I fondi a garanzia delle stablecoin devono essere separati dai capitali propri degli emittenti. Questa misura agevola il risarcimento diretto ai possessori in caso di insolvenza.
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Antiriciclaggio e prevenzione del finanziamento illecito: Sono previste regole stringenti per evitare l’utilizzo delle criptovalute in operazioni illegali, con controlli costanti da parte di autorità come la Federal Reserve e la FDIC.
La norma vieta l’emissione di stablecoin a membri del Congresso o funzionari pubblici durante il mandato, ma non prevede eccezioni analoghe per il presidente. Emittenti con capitalizzazione superiore a 50 miliardi di dollari finiscono sotto la vigilanza diretta delle principali autorità federali. È inoltre vietata l’offerta di interesse sui depositi per evitare derive speculative, mentre le stablecoin algoritmiche sono escluse dal perimetro regolamentare. In sintesi:
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Area
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Requisito Genius Act
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Riserve
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Copertura 1:1 con dollari o titoli del Tesoro USA
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Audit
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Obbligo mensile, revisione annuale
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Antiriciclaggio
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Procedure AML e KYC obbligatorie
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Fallimento emittente
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Priorità ai possessori di stablecoin sull’accesso alle riserve
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Il Genius Act si distingue rispetto al modello europeo (regolamento MiCA) e asiatico (divieto totale in Cina), delineando una via americana alla regolazione che privilegia l’innovazione e la leadership economica nel digitale.
Effetti positivi del Genius Act: benefici tecnologici, economici e per i consumatori
L’introduzione di una disciplina federale sulle stablecoin produce una serie di risvolti positivi dal punto di vista tecnologico, finanziario e sociale:
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Modernizzazione dei pagamenti: Consentendo a una pluralità di soggetti di emettere criptovalute ancorate al dollaro, il sistema dei pagamenti si fa più rapido, accessibile e meno oneroso, soprattutto per le transazioni internazionali.
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Aumento della trasparenza: L’obbligo di audit e divulgazione periodica delle riserve dota consumatori e investitori di strumenti per una valutazione più informata.
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Protezione degli utenti finali: La priorità dei possessori di stablecoin in caso di insolvenza rappresenta un elemento di tutela ulteriore rispetto ai meccanismi tradizionali.
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Stimolo all’innovazione e agli investimenti: La chiarezza normativa favorisce una maggiore partecipazione di istituzioni finanziarie e operatori tradizionali, con ricadute positive su occupazione e sviluppo di nuovi servizi.
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Rafforzamento del dollaro: L’incremento della domanda di titoli di Stato USA, necessario per coprire le nuove stablecoin, può stabilizzare i tassi d’interesse e sostenerne il ruolo internazionale.
A livello di mercato, il quadro regolatorio del Genius Act sostiene la crescita di Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute, generando nuove opportunità per startup, banche e fintech. Si stima che il valore delle stablecoin possa raggiungere 3,7 trilioni di dollari entro il 2030.
Nonostante i benefici, la legge è stata accolta da numerose critiche provenienti da accademici, legislatori e operatori bancari, con particolare attenzione ai rischi connessi alla stabilità del sistema finanziario:
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Rischio di bank run digitale: Un improvviso ritiro di massa di stablecoin potrebbe costringere gli emittenti a vendere rapidamente titoli di Stato, causando turbolenze nei mercati finanziari.
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Creazione di uno shadow banking: Le stablecoin rappresentano una forma di «banca ombra» priva delle stesse garanzie offerte dalle banche tradizionali, esponendo l’economia a nuovi shock.
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Conflitti di interesse: Il coinvolgimento di esponenti politici — in particolare la famiglia Trump, associata direttamente a stablecoin come USD1 — suscita dubbi sull’imparzialità dell’impianto normativo.
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Copertura delle perdite: In caso di insolvenza di un grande emittente, la potenziale esigenza di un intervento pubblico potrebbe comportare l’uso di fondi statali o federali per la tutela dei risparmiatori.
L’accostamento alla crisi dei mutui subprime emerge frequentemente tra gli esperti: come quell’episodio fu innescato da strumenti finanziari opachi, anche le stablecoin, se non adeguatamente regolate, rischiano di alimentare asset tossici. La fiducia nel settore potrebbe risentirne gravemente in caso di scandali o gestione opaca.
Conseguenze per il sistema bancario e nuove forme di concorrenza
L’inserimento delle stablecoin nel tessuto finanziario statunitense genera un’inedita pressione sul sistema bancario tradizionale. Regolatori e banchieri temono che una parte rilevante dei depositi venga distolta verso le nuove valute private, riducendo la liquidità a disposizione delle banche per prestiti a famiglie e imprese.
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Complicazioni nei prestiti: Un’importante riduzione delle risorse depositate nelle banche può limitare la disponibilità di credito, in particolare per PMI e utenti retail.
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Espansione della concorrenza: L’accesso diretto alle forme di pagamento digitali abbatte le barriere per nuovi attori come colossi tecnologici o retailer che potrebbero emettere propri asset, ampliando il gap competitivo tra banche tradizionali e nuove entità digitali.
Nella prospettiva di alcuni economisti, il quadro regolamentare dovrebbe assicurare un coordinamento stretto tra innovazione e tutela della stabilità macroeconomica, evitando che l’attività delle stablecoin sfugga al controllo dei regolatori centrali.
L’impatto sul ruolo del dollaro e la strategia statunitense rispetto all’Europa e alla Cina
Il Genius Act è parte di una strategia più ampia intesa a mantenere e rafforzare il ruolo del dollaro nei mercati internazionali. Le norme che vincolano le stablecoin a riserve in asset americani contribuiscono a incrementare la domanda di titoli del Tesoro, sostenendo la posizione della valuta USA come riserva di valore globale.
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Divergenza normativa rispetto all’Unione Europea: Mentre gli Stati Uniti puntano sulle valute digitali private regolamentate, l’Europa incentiva soluzioni pubbliche come l’euro digitale, controllato dalla BCE.
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Risposta alla Cina: La scelta degli Stati Uniti si pone in chiara antitesi al modello cinese, che vieta le stablecoin private e favorisce l’adozione dello yuan digitale come unico mezzo virtuale riconosciuto.
Questa differenziazione contribuisce a configurare una nuova «guerra delle valute digitali», in cui l’egemonia finanziaria statunitense potrebbe essere rafforzata o messa a rischio a seconda della reazione dei mercati e della capacità di prevenire derive speculative.
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