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Ingegneri, geometri, architetti, le novità della riforma professioni e quando saranno realmente in vigore

di Marcello Tansini pubblicato il
Riforma ordini professionali

La riforma delle professioni tecniche in Italia introduce cambiamenti importanti per ingegneri, geometri e architetti: nuove regole su formazione, equo compenso, governance e parità di genere, con impatti su iter e prospettive future

L’approvazione degli ultimi disegni di legge delega segna un passaggio rilevante per l’assetto delle professioni ordinistiche in Italia. Dopo oltre un decennio dall’ultimo intervento organico rappresentato dal D.L. 138/2011 e dal D.P.R. 137/2012, la nuova riforma punta a innovare il quadro normativo in cui operano oltre 1,6 milioni di professionisti iscritti agli Albi. Le motivazioni alla base della riforma derivano dall’esigenza di adeguare la disciplina alle trasformazioni sociali, culturali ed economiche del Paese, nonché di superare le criticità generate dalla progressiva sovrapposizione delle competenze tra le varie categorie. Il settore delle professioni, di grande impatto per il tessuto produttivo, manifesta da tempo richieste di maggiore chiarezza, valorizzazione delle specificità e semplificazione delle procedure. In questo contesto, la modernizzazione proposta dal Governo si inserisce in un trend europeo volto a garantire maggiore trasparenza, accessibilità e qualità dei servizi professionali, con un’attenzione specifica all’aggiornamento continuo, alle opportunità di specializzazione e alle nuove esigenze del mercato del lavoro.

Le principali novità della riforma: cosa cambia per ingegneri, geometri e architetti

La nuova riforma introduce diverse innovazioni che riguardano il settore delle professioni tecniche, in particolare ingegneri, architetti e geometri, ponendo l’accento sulla semplificazione normativa e sul rafforzamento della tutela per i professionisti e gli utenti dei loro servizi. Tra le disposizioni più rilevanti emerge la volontà di mettere ordine nella frammentazione di competenze, puntando a una più chiara delimitazione delle attività senza attribuire nuove riserve. In altre parole, si ridefiniscono i confini operativi dei professionisti tecnici secondo le norme vigenti, per ridurre il rischio di “invasioni di campo” e controversie interdisciplinari.

  • Specializzazioni e certificazioni: Viene favorito il riconoscimento ufficiale delle specializzazioni e la certificazione delle competenze acquisite, rispondendo alle mutate esigenze del mercato e valorizzando i profili tecnici.
  • Formazione continua incentrata sull’innovazione: I percorsi di aggiornamento saranno più focalizzati su tecnologia, digitalizzazione e intelligenza artificiale, con un obbligo periodico che tiene conto delle nuove sfide del settore.
  • Equo compenso: L’estensione di nuovi parametri per la determinazione dei compensi si applicherà a ogni tipologia di cliente, superando il precedente limite agli attori economici “forti”.
  • Governance interna: Parità di genere e maggiore trasparenza nelle elezioni degli organi rappresentativi, inclusa l’introduzione del voto telematico per Ordini e Consigli.
  • Semplificazione dell’accesso: Si prevede una revisione delle procedure di tirocinio e accesso alla professione, con percorsi più snelli coerenti alle necessità attuali del mercato.
Le categorie coinvolte nel riordino normativo sono quattordici e includono, tra le altre, architetti, ingegneri, geometri, periti, attuari, agronomi, consulenti del lavoro. Restano escluse dal provvedimento in questa fase alcune professioni, tra cui avvocati (oggetto di un Ddl autonomo), commercialisti, notai e biologi. Il provvedimento si allinea così agli standard europei, rafforzando sia la rappresentanza sia la meritocrazia tra i professionisti.

Iter di approvazione e tempi di entrata in vigore delle nuove regole

I provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri si configurano come disegni di legge delega. Ciò significa che, dopo la presentazione alle Camere, sarà il Parlamento a dover adottare la legge delega vera e propria. Solo a seguito della sua entrata in vigore, il Governo sarà autorizzato a emanare uno o più decreti attuativi che definiranno nel dettaglio le singole modifiche. Il termine massimo concesso all’esecutivo per adottare i decreti delegati è di 24 mesi dall’approvazione definitiva della legge delega.

La tempistica è stretta: la fine della legislatura può incidere sulla possibilità di completare il percorso normativo. La prassi prevede inoltre che successivamente possa essere previsto un periodo transitorio per l’effettiva applicabilità delle nuove regole, così da garantire un adeguato adattamento da parte di tutte le categorie coinvolte.

  • La riforma dei commercialisti, pur essendo all’ordine del giorno, è stata posticipata e seguirà un iter autonomo.
  • I decreti delegati potranno disciplinare fasi specifiche di attuazione, con possibilità di regolamenti secondari o circolari interpretative.
Risulta quindi fondamentale monitorare la pubblicazione dei testi normativi definitivi sui siti istituzionali, come Gazzetta Ufficiale, per valutare la portata dettagliata delle novità in relazione alla riforma delle professioni 2025.

Formazione continua, specializzazioni e certificazioni: l’impatto per le professioni tecniche

Il nuovo assetto normativo richiama con forza il valore dell’aggiornamento e dell’innovazione per tutte le figure tecniche. La formazione continua diventa così un pilastro della riforma, prevedendo:

  • l’obbligo di acquisire una quota annuale di crediti riservata all’approfondimento su nuove tecnologie, evoluzioni dell’intelligenza artificiale e digitalizzazione dei processi;
  • l’uniformazione e il potenziamento degli schemi di certificazione delle competenze anche attraverso la creazione di elenchi di specialità o percorsi di attestazione riconosciuti dagli Ordini;
  • il riconoscimento delle esperienze formative volontarie, già presenti fra ingegneri e architetti, in modo tale da costituire un titolo spendibile sia sul territorio nazionale che in ambito europeo;
  • un collegamento più stretto tra università, formazione post-laurea e mondo delle professioni, per garantire coerenza tra la preparazione accademica e le richieste pratiche del mercato.
Questo quadro normativo mira a qualificare la figura del professionista non solo come tecnico ma come soggetto in grado di accompagnare la società nella transizione digitale e ambientale, investendo su competenza ed esperienza documentata.
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