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La verità sul contratto per gli statali rinnovato e le tante cose non dette

di Marianna Quatraro pubblicato il
verita rinnovo statali

Quali sono le verità non dette sul rinnovo del contratto per gli Statali delle Funzioni Centrali, che non interessano solo gli aumenti decisi

Qual è la verità sul rinnovo del contratto per gli statali? Si continua a discutere del rinnovo contrattuale degli Statali delle Funzioni Centrali, che ha creato una vera e propria frattura tra i sindacati e non ha soddisfatto tutti. Ci sono ancora punti su cui molti si dicono non d’accordo, ma ci sono anche delle verità non dette. Cerchiamo di capirle. 

  • Quali sono le cose non dette sul rinnovo del Ccnl degli statali delle Funzioni Centrali
  • Le altre misure 

Quali sono le cose non dette sul rinnovo del Ccnl degli statali delle Funzioni Centrali

Non tutte le sigle sindacali hanno approvato il rinnovo del Ccnl ma sulle posizioni contrastanti e a chiarire il motivo per cui si è creata una frattura e c’è chi ha votato a favore e chi no è intervenuto Massimo Battaglia, Segretario Generale della Federazione Confsal-UNSA, tra le sigle sindacali che ha firmato il nuovo contratto.

Nonostante le proteste, il rinnovo del contratto risulta in verità buono. E non solo per i vantaggi economici.

Sono state, infatti, approvate per i dipendenti molte novità positive nel quadro normativo che disciplina il loro lavoro. Ma andiamo ordine cercando di spiegare quali sono le cose non dette sul rinnovo del contratto.

E’ stato contrastato con forza l’aumento concordato, dicendo che non copre interamente il recupero dell’inflazione rispetto i livelli del costo della vita nel periodo precedente l’ultimo contratto. 

Battaglia ha, però, ben chiarito come il periodo non questione non era quello interessato né dalla pandemia dal Covid 19 né dallo scoppio del conflitto ucraino, con tutte le conseguenze che entrambe gli eventi, che potremmo ben definire ‘calamitosi’, hanno scatenato. 

Le risorse necessarie era state stimate a ben 30 miliardi di euro, impossibili sia da stanziare, perchè chiaramente non disponibili, sia anche solo da immaginare alla luce dell’andamento economico del nostro Paese.

In questo quadro, l’aumento di circa il 6%, che si traduce in una media di circa 170 euro lordi mensili in più, rappresenta la cifra più alta riconosciuta ai lavoratori pubblici negli ultimi decenni.

Un’altra cosa non detta è che, se per l’attuale contratto sono stati stanziati 8 miliardi di euro, altri 11 miliardi sono già previsti per 2025-2027 e altri 10 circa per il 2027-2030 e si tratta di soldi veri già stanziati che renderanno il confronto per i contratti successivi più disteso e anche veloce.

Resta, invece, da discutere  sulla progressiva parificazione dei salari accessori, che dovrebbe rientrare nel Ddl PA, per cancellare l’attuale divario per cui, per esempio, un dipendente dell’Inps o di una delle Agenzie fiscali arriva a guadagnare alcune migliaia di euro lordi all’anno di salario accessorio, mentre ad un dipendente del ministero della Giustizia ne spettano solo poco più di 500, sempre da intendersi al lordo. 

Le altre misure 

Il rinnovo del contratto per gli Statali sembra, dunque, aver soddisfatto in tanti e non solo per gli incrementi che oscillano da 121 a 194 euro lordi al mese, garantendo dunque un incremento medio di 165 euro lordi per tredici mensilità.

E’ stato anche aumentato il limite dell’indennità per le posizioni organizzative (gli incarichi che prevedono maggiori responsabilità senza comportare una promozione), che passa da 2.600 a 3.500 euro.

E ancora:

  • introduce, per la prima volta, la possibilità di scegliere la settimana corta a lavoro di 4 giorni, per nove ore di lavoro quotidiane;
  • prevede l’estensione dello smart working ai lavoratori con esigenze di salute, che assistono familiari con disabilità, che hanno bambini piccoli o che rientrano in altre casistiche da individuare in sede di contrattazione integrativa, così come sarà concesso ai neoassunti, per agevolarne le assunzioni;
  • ha approvato il riconoscimento dei buoni pasto anche i lavoratori in smart working;
  • proroga fino al 2026 la deroga per le progressioni verticali che permette la promozione a incarichi superiori di chi acquisisce i requisiti richiesti con l’esperienza diretta a lavoro e non con i titoli di studio conseguiti. 
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