La tassazione elevata sugli strumenti finanziari può disincentivare l'investimento domestico e spingere i risparmiatori a cercare opportunità più vantaggiose all'estero.
Negli ultimi mesi, le banche italiane hanno avviato un confronto con le istituzioni per chiedere una revisione della tassazione sul risparmio. In ballo non ci sono solo i conti correnti, ma anche gli strumenti finanziari come fondi di investimento, azioni, obbligazioni e Btp. Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, ha sottolineato come l’attuale livello di tassazione sia un peso per i risparmiatori che li spinge spesso a investire all’estero.
Le banche hanno evidenziato l’esigenza di creare un sistema fiscale più competitivo per trattenere i capitali in Italia. In particolare si sono soffermate sulla necessità di eliminare o rivedere l’imposta di bollo sui conti correnti, considerata una patrimoniale indiretta che penalizza anche i piccoli risparmiatori. Questa misura, combinata con la tassazione elevata su molti strumenti finanziari, rischia di ridurre la capacità di risparmio delle famiglie italiane e di indebolire il sistema economico nazionale. Vogliamo allora capire:
L’imposta di bollo sui conti correnti, pari a 34,20 euro annui per le persone fisiche, si applica per giacenze medie superiori ai 5.000 euro. Questo importo è però un onere aggiuntivo per molti cittadini, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da inflazione elevata e ridotta capacità di risparmio. Secondo l’Abi, queste tasse non solo riducono il rendimento reale degli investimenti, ma disincentivano anche l’accumulo di risparmi in Italia.
Antonio Patuelli ha proposto una riduzione dell’aliquota fiscale sui rendimenti degli investimenti e l’eliminazione dell’imposta di bollo sui conti correnti. Questi interventi, secondo l’Abi, incoraggerebbero il risparmio e ridurrebbero anche la pressione fiscale sulle famiglie, rendendo il sistema finanziario italiano più competitivo.
La pesantezza del regime fiscale ha implicazioni per i singoli risparmiatori e per l’intero sistema economico. Una tassazione elevata disincentiva gli investimenti domestici e spinge molti risparmiatori a cercare opportunità all’estero, dove le aliquote sono più competitive. Questo fenomeno comporta una fuga di capitali che riduce la liquidità disponibile per finanziare l’economia reale italiana.
Le banche, da parte loro, segnalano che un regime fiscale meno oneroso potrebbe incentivare la canalizzazione dei risparmi verso strumenti che sostengono il sistema produttivo, come obbligazioni societarie o fondi orientati all’economia reale. Una tassazione più bassa aumenterebbe poi la redditività degli investimenti, stimolando una maggiore partecipazione dei cittadini ai mercati finanziari e favorendo la crescita economica.