La scelta tra BTP, BOT e CTZ dovrebbe basarsi sul proprio orizzonte temporale, sulla propensione al rischio e sulle aspettative riguardo ai tassi di interesse.
Il panorama degli investimenti in titoli di Stato italiani si presenta interessante in vista delle previsioni per il 2025. L’incertezza legata ai possibili tagli dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea rende necessario un approccio strategico nella selezione tra BTP, BOT e CTZ, ciascuno con caratteristiche e potenzialità diverse.
Questi strumenti, colonna portante per gli investitori italiani, offrono rendimenti competitivi in un contesto di elevata inflazione e tassi di interesse alti, ma le prospettive di variazioni future richiedono un’attenta pianificazione.
Questi titoli, come fa notare il Corriere della Sera, sono più sensibili alle fluttuazioni dei tassi di interesse: un eventuale taglio dei tassi nel 2025 aumenta il valore di mercato, ma l’opposto accadrebbe se i tassi dovessero rimanere alti più a lungo del previsto. In un contesto di possibile discesa dei tassi, quindi, i BTP a lunga durata offrono un potenziale guadagno in termini di capital gain. L'attenzione ricade sui BTP:
In uno scenario di tassi di interesse elevati, i BOT offrono rendimenti interessanti con un rischio ridotto, soprattutto per gli investitori che preferiscono evitare l’esposizione ai mercati azionari o ai titoli più sensibili alle variazioni dei tassi. Se la BCE decidesse di tagliare i tassi nel 2025, i rendimenti dei BOT potrebbero risultare meno competitivi rispetto a strumenti con scadenze più lunghe.
In particolare si evidenziano due titoli con ISIN IT0005599474 e IT0005611659, rispettivamente in scadenza il 13 giugno 2025 e il 12 settembre 2025. Nnon prevedono cedola e sono valutati con un rating BBB. Il loro prezzo è fissato rispettivamente a 98,54 e 97,94, con rendimenti del 2,75% e del 2,67%.
I Certificati del Tesoro Zero Coupon, privi di cedole, sono una soluzione intermedia per gli investitori con un orizzonte temporale di medio termine, di solito due anni. Il rendimento dei CTZ è determinato dallo scarto di emissione, ovvero dalla differenza tra il prezzo pagato al momento dell'acquisto e il valore rimborsato alla scadenza. Sono interessanti per chi cerca un rendimento certo senza l'esposizione alle fluttuazioni delle cedole, ma con la possibilità di beneficiare di un incremento del valore in caso di calo dei tassi di interesse nel medio termine.
Sotto i riflettori i due titoli con ISIN IT0005331878 e IT0005428617, in scadenza il 15 settembre 2025 e il 15 aprile 2026. I tassi cedolari sono pari rispettivamente all'1,918% e all'1,802%, con prezzi di 100,42 e 100,36. Il rendimento corrispondente si attesta al 2,03% e al 3,00%, entrambi con rating BBB.
Le previsioni per il 2025 indicano una possibile riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE, in risposta a un’inflazione più contenuta e a un rallentamento della crescita economica. Questo scenario favorirebbe in particolare i BTP a lunga scadenza, il cui valore di mercato aumenterebbe con il calo dei tassi. L’incertezza rimane elevata, poiché la politica monetaria può essere influenzata da variabili globali, come l’andamento delle economie emergenti, la situazione geopolitica e le dinamiche del mercato energetico.
Per gli investitori, la scelta tra BTP, BOT e CTZ dipende da fattori come l’orizzonte temporale, la propensione al rischio e le esigenze di liquidità. Chi ha un orizzonte di lungo periodo e vuole massimizzare i rendimenti in un contesto di tassi in calo dovrebbe guardare ai BTP con scadenze oltre i 10 anni. Al contrario, gli investitori più cauti, che preferiscono minimizzare il rischio, possono optare per i BOT o i CTZ, sfruttando i rendimenti competitivi a breve e medio termine senza esporsi troppo alle fluttuazioni di mercato.