Una fotografia dei costi bancari in Italia emerge dall'analisi svolta da L'Economia del Corriere della Sera in collaborazione con Altroconsumo. L'indagine si è concentrata su una valutazione attenta dell'ICC (Indicatore dei Costi Complessivi annui), prendendo in esame le principali diverse tipologie di utenti: giovani, famiglie e pensionati. Il periodo di osservazione ha riguardato l'arco di dodici mesi, dal luglio 2024 a giugno 2025, consentendo di ottenere dati comparabili e aggiornati sia per banche online che tradizionali:
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Scopo dello studio: individuare quali istituti offrano la gestione più conveniente di un conto corrente, analizzando nel dettaglio non solo il costo totale annuo, ma anche le singole componenti (canoni, carte di debito e di credito, bonifici, operatività allo sportello e digitale).
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Metodo: l'osservazione ha coinvolto 297 conti correnti di diversi operatori, selezionando sia player digitali che istituti più tradizionali.
Aumento dei costi dei conti correnti: situazione e categorie di utenti
I costi dei
conti correnti in Italia presentano trend divergenti a seconda delle categorie di clienti e della tipologia di istituto. Il più recente aggiornamento mette in luce come nel 2025 si stia confermando una
crescita dei costi per la maggior parte degli utenti, con particolare incidenza per coloro che utilizzano servizi digitali:
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Pensionati: per chi effettua un numero medio di operazioni (circa 189 all'anno), gli oneri sui conti online hanno registrato un aumento importante, attestandosi attorno al +23%, con una spesa media di 47,15 euro annui.
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Famiglie: anche per i nuclei familiari che gestiscono mediamente 228 operazioni annue, il rincaro è del 21%, portando la spesa dei conti online a 41,31 euro all'anno.
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Giovani: la variazione percentuale è stata la più contenuta (+17%), ma comunque significativa, con una spesa media di 29,98 euro annuali.
L'andamento osservato deriva principalmente dagli aumenti di tariffe di alcuni operatori digitali come Hallo Bank!-BNL, Widiba (Mps) e Mediolanum, ma il quadro generale evidenzia margini ancora ampi di risparmio grazie all'elevata variabilità tra un istituto e l'altro:
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Nei conti tradizionali, il costo medio per i giovani è salito a 83,73 euro (+2,54%), mentre per famiglie e pensionati si registrano riduzioni a 157 euro (-3,91%) e 137 euro (-8,14%).
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Poste Italiane si è distinta per significative riduzioni dei costi, ottenendo valori tra i più bassi in tutte le categorie per i conti tradizionali.
L'aumento medio non riflette una tendenza univoca: alcune banche hanno applicato forti sconti, mentre altre hanno introdotto nuovi canoni e maggiorazioni delle spese di gestione,.
Conti online vs conti tradizionali: quali sono i più convenienti?
Nozioni consolidate vedono i conti digitali come soluzione preferibile per chi mira al risparmio, e i dati confermano: i prodotti online rimangono mediamente più economici rispetto ai corrispettivi tradizionali, ma non mancano le eccezioni e le oscillazioni dovute alle politiche tariffarie degli istituti:
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Conti online: la crescente competizione, l'assenza di costi di filiale e la spinta alla digitalizzazione favoriscono condizioni particolarmente vantaggiose. Banche come Isybank di Intesa Sanpaolo, N26 e Revolut hanno stabilito modelli a basso costo, con alcune realtà che azzerano del tutto il canone per i giovani e mantengono spese contenute anche per famiglie e pensionati.
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Conti tradizionali: nonostante un generale maggior costo annuo (in alcuni casi superiore a 200 euro annui), emergono iniziative di revisione tariffaria: Poste Italiane, ad esempio, ha ridotto sensibilmente l'ICC in tutte le fasce, mentre Intesa Sanpaolo ha lanciato nuove formule a tariffa più bassa.
L'analisi delle due categorie mette in luce che la scelta del conto più conveniente
dipende dal proprio profilo d'uso:
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Chi ha dimestichezza con la tecnologia e privilegia operazioni online trova maggior convenienza nelle banche digitali o ibride.
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Utenti più tradizionali, che necessitano di servizi in filiale o preferiscono l'interazione diretta, possono comunque ottenere condizioni competitive tramite prodotti specifici proposti dagli istituti storici.
È rilevante sottolineare come
la digitalizzazione abbia favorito la discesa dei costi di molte operazioni (in particolare i bonifici), mentre le operazioni in filiale spesso restano più care, spingendo il sistema verso un graduale ma costante riposizionamento dell'offerta.
Le banche più economiche per giovani, famiglie e pensionati
L'identificazione delle soluzioni bancarie più convenienti è il risultato di una valutazione comparata delle tariffe applicate dagli istituti italiani nelle diverse categorie di clienti, rispetto a volumi medi di operatività annua:
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Giovani: tra le realtà digitali spiccano Isybank (Intesa Sanpaolo), N26 e Revolut per assenza o quasi totale azzeramento del canone e spese ridotte sulle principali operazioni. La carta di credito può essere opzionale e, se richiesta, comporta un costo aggiuntivo. Tra gli operatori tradizionali, Poste Italiane si distingue con un ICC limitato a 29 euro (-17%).
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Famiglie: si conferma un forte vantaggio per chi privilegia l'uso dei servizi digitali. ING garantisce il canone a zero se gestito integralmente online, mentre Poste Italiane, nel segmento fisico, offre condizioni particolarmente competitive con un costo medio annuale di 98,15 euro (-33%).
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Pensionati: anche in questo segmento la scelta digitale appare la più vantaggiosa: ING propone zero euro di canone gestendo il conto online, mentre tra le banche “fisiche” ancora Poste Italiane si impone come soluzione più economica (89 euro, -35%).
Nella seguente tabella sono riassunti i dati principali sui conti più convenienti nei diversi profili utente:
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Categoria Cliente
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Banca Online più economica
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Banca Tradizionale più economica
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Costo Annuo Medio
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Giovani
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Isybank/N26/Revolut
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Poste Italiane
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0-5,34 € (online), 29 € (tradizionale)
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Famiglie
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ING
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Poste Italiane
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0 € (online), 98,15 € (tradizionale)
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Pensionati
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ING
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Poste Italiane
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0 € (online), 89 € (tradizionale)
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Dettaglio delle spese: canoni, carte di credito, bancomat e operazioni
Analizzando le singole voci di costo, si evidenzia una crescente polarizzazione tra le operazioni digitali e quelle in filiale. Le normative e la pressione competitiva hanno portato alcune riduzioni, ma non mancano le aree dove le tariffe restano elevate:
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Canoni annui: variano fortemente, azzerati in molti pacchetti online (ad esempio Isybank e ING), mentre superano il centinaio di euro nelle soluzioni tradizionali, salvo rare eccezioni come Poste Italiane.
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Carta di credito: la spesa media è di 45,84 euro l'anno (+1,1%). L'ottenimento spesso è opzionale per i giovani nelle banche digitali, mentre è integrata in molte offerte tradizionali.
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Bancomat: la tariffa media si attesta a 10,80 euro annui, stabile rispetto agli anni precedenti, benché in passato fosse spesso gratuita. Prelievi su altri istituti possono prevedere commissioni medie di 1,88 euro, mentre alcune realtà hanno eliminato la gratuità sotto i 100 euro (es. Crédit Agricole, Hallo Bank-Bnl).
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Bonifici: il costo degli istantanei online si è fortemente ridotto a seguito delle direttive europee, attestandosi a 73 centesimi (in calo del 69% rispetto al 2024). I bonifici ordinari online mediamente costano 76 centesimi. L'operazione allo sportello fisico rimane invece più onerosa (5,43 euro, +4,6%).
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Bollettini: pagare bollette allo sportello costa in media 3,29 euro (-6,1%), mentre on line la spesa scende ulteriormente (1,61 euro a bollettino).
Si evidenzia dunque l'importanza di uno stile di gestione bancaria digitale per contenere i costi, pur avendo cura di valutare le proprie necessità in termini di servizi aggiuntivi e preferenze di utilizzo delle carte.
L'evoluzione dell'ICC e l'impatto della digitalizzazione e delle normative
L'ICC, usato da anni come riferimento per calcolare i costi dei conti, sta scontando una crescente obsolescenza. L'indice, concepito una ventina di anni fa, si basava su comportamenti d'uso ormai superati dalla digitalizzazione: assegni e prelievi di contante sono diminuiti drasticamente, mentre le operazioni online sono diventate la norma.
L'aggiornamento dell'ICC è all'esame della Banca d'Italia, che insieme ad ABI sta studiando nuovi modelli di profilazione più coerenti con le abitudini effettive dei clienti. Tra i dati più rilevanti si segnala:
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Bonifici istantanei: parificazione dei costi agli ordinari (Regolamento UE 2024/886), con abolizione dei sovrapprezzi dal gennaio 2025.
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Riduzione significativa delle commissioni per le operazioni online, grazie alla spinta normativa europea.
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Declino delle operazioni fisiche: ATM e operazioni allo sportello sono calate, mentre crescono i servizi automatizzati.
La direzione normativa mira a una
maggiore trasparenza e semplicità nel confronto tra le offerte bancarie, beneficiando i consumatori che optano per l'uso dei servizi digitali. Resta l'incertezza sui tempi di piena applicazione delle nuove metriche ICC, ma il percorso verso una maggiore aderenza delle metriche al reale utilizzo è ormai tracciato.
Banche meno care secondo Altroconsumo e Corriere della Sera
La classifica aggiornata delle banche meno care in Italia deriva dal confronto tra più di 280 prodotti offerti da 60 istituti, evidenziando risultati differenti a seconda delle modalità di accesso e dei servizi richiesti:
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Tipologia Conto
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Istituto più conveniente
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Vantaggio economico annuo
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Classico (allo sportello e online)
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Ibl Banca (Controcorrente - Pacchetto semplice)
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+2,96 € (canone azzerato e tasso attivo dello 0,1%)
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Online
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Banca Sistema (SI conto! Corrente)
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+44,40 € (tasso attivo 1,50% sulle giacenze)
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Tra i maggiori istituti:
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Poste Italiane si colloca al vertice della convenienza nei conti tradizionali per famiglie, pensionati e giovani.
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ING, Isybank, N26 e Revolut rappresentano, nei diversi profili, le scelte digitali più vantaggiose.
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