Le Bcc uniscono solidità patrimoniale e presenza locale, affrontando innovazione e sfide del mercato.
Negli ultimi anni, le banche di credito cooperativo si sono distinte nel panorama bancario nazionale per la loro stabilità e centralità nel sostegno a territori spesso trascurati dagli istituti più grandi. In un contesto segnato da cambiamenti normativi, digitalizzazione accelerata e una crescente tendenza alla concentrazione del settore finanziario, le realtà cooperative continuano a rappresentare una solida garanzia per milioni di cittadini italiani, soprattutto nelle aree interne e rurali.
La loro missione va oltre il semplice business: rafforzano il tessuto socio-economico locale contribuendo a dare impulso all'economia reale. In questa analisi approfondita, verranno esaminati i pilastri su cui poggia la loro solidità, la concreta capacità di competere anche con i grandi gruppi bancari internazionali e le nuove sfide generate dall'innovazione e dalle esigenze delle comunità servite.
Le radici delle Bcc affondano nella seconda metà dell'Ottocento, quando nel 1883 il giovane Leone Wollemborg, ispirandosi all'esperienza di Friedrich Wilhelm Raiffeisen, fondò a Loreggia la prima cassa rurale italiana. Fin dall'inizio, questi istituti si sono caratterizzati per un'attenzione ai bisogni concreti delle fasce sociali meno abbienti e allo sviluppo delle comunità locali. Il modello cooperativo, ribadito anche nell'articolo 45 della Costituzione, enfatizza la funzione sociale del credito come strumento di inclusione e crescita collettiva.
Nel tempo, l'evoluzione normativa e la necessità di rafforzare il settore hanno portato alla nascita di grandi gruppi cooperativi come Iccrea, Cassa Centrale e Raiffeisen Südtirol IPS, realtà che oggi guidano il comparto delle Bcc e permettono alle banche associate di mantenere la licenza bancaria, accrescere la loro efficienza e garantire maggiore sicurezza agli utenti. Oggi, la rete vanta 216 istituti, uniti sotto la sigla Federcasse, oltre 4.000 filiali, 36.000 occupati e circa 1,5 milioni di soci-clienti, la cui partecipazione attiva rappresenta il cuore dello spirito cooperativo.
Il ruolo sociale delle Bcc va oltre la sfera finanziaria: questi istituti promuovono il sostegno alle microimprese, alle famiglie e alle startup, incoraggiando la parità di accesso al credito e azioni concrete per ridurre le disparità e la povertà. La storica vicinanza al territorio consente di individuare bisogni specifici, rimanendo punto di riferimento per realtà imprenditoriali, giovani e settori produttivi tradizionali spesso trascurati dai grandi operatori.
Uno degli elementi più apprezzati dagli osservatori indipendenti e dagli organi di vigilanza è la notevole solidità patrimoniale delle Bcc, oggi ai vertici del comparto bancario italiano. A conferma di questa robustezza, il cet 1 ratio del comparto è salito al 26,7% (dato Federcasse - agosto 2025), superando di circa 9 punti percentuali il valore medio registrato dal resto del sistema creditizio. Questo indicatore misura la capacità delle banche di resistere a shock e perdite, rafforzando così la percezione di affidabilità agli occhi dei clienti e delle istituzioni.
Nel quadro aggregato, le Bcc gestiscono oltre 209 miliardi di euro in raccolta (+4,9% annuo) e hanno incrementato gli impieghi fino a 140 miliardi (+3,1%). Questi valori indicano non solo una crescita costante, ma anche la capacità di acquisire nuove fette di mercato e di offrire servizi finanziari a una platea in crescita di famiglie, imprese e savers. Un ulteriore dato di rilievo risiede nella scarsa propensione delle Bcc a distribuire dividendi, preferendo invece reinvestire gli utili per sviluppare il territorio e rafforzare la propria stabilità.
Analizzando i principali gruppi cooperativi:
Questa struttura, in linea con i requisiti richiesti dalla normativa europea (CRD/CRR e Basilea III), garantisce la massima tutela dei risparmiatori e testimonia l'impegno continuo degli istituti nel rafforzare le proprie basi finanziarie e patrimoniali per fronteggiare con serenità le sfide future.
L'impatto delle Bcc sulle economie locali è significativo e riconoscibile soprattutto nei piccoli comuni italiani. In circa 791 municipalità - pari a circa il 10% del totale nazionale - questi instituti rappresentano l'unica presenza bancaria, mantenendo sportelli e servizi laddove altri operatori hanno preferito ottimizzare i costi riducendo la rete fisica. La scelta di continuare a presidiare capillarmente il territorio, riducendo gli sportelli di meno dell'8% in dieci anni, sottolinea la vocazione sociale e l'impegno a fornire accesso a prodotti creditizi, finanziari, assicurativi e previdenziali a chi, altrimenti, rischierebbe l'esclusione.
Fra le conseguenze più rilevanti di questa presenza diffusa si possono citare:
L'evoluzione dei bisogni dei clienti e i progressi tecnologici spingono il settore creditizio a rivedere le proprie strategie. Anche i piccoli istituti cooperativi sono chiamati a investire nella digitalizzazione, adottando soluzioni innovative per restare sempre più competitivi, dall'introduzione di canali digitali avanzati allo sviluppo di servizi fintech personalizzati per imprese e risparmiatori.
Il percorso verso una maggiore efficienza ha coinvolto anche la diversificazione delle fonti di reddito. La riduzione dei margini di interesse dovuta alle politiche monetarie della BCE ha spinto molte Bcc a incrementare il peso delle commissioni (fees) legate a servizi finanziari, assicurativi e di investimento. Il cliente richiede oggi una consulenza evoluta, non più solo credito tradizionale - osservano diversi direttori generali. Di conseguenza, la formazione di personale specializzato e l'offerta di soluzioni su misura sono diventate priorità per il comparto.
L'appartenenza a grandi gruppi cooperativi ha inoltre permesso di concentrare gli investimenti in tecnologia, dalla sicurezza informatica all'intelligenza artificiale, fino all'introduzione di servizi all'avanguardia come le stablecoin regolamentate europee. Si tratta di un passaggio chiave per garantire accessibilità, rapidità nelle transazioni e servizi di qualità anche nei contesti meno urbanizzati, senza perdere di vista il principio della proporzionalità normativa, più volte sollecitato dai vertici Federcasse presso le istituzioni UE.
Nel panorama nazionale ed europeo le cooperative mantengono diversi punti di forza rispetto ai giganti del credito. La capillarità e l'approccio relazionale consentono di offrire servizi personalizzati, consolidando la fiducia delle comunità servite e rafforzando la resilienza economica locale. I grandi gruppi, invece, spesso adottano strategie di centralizzazione e razionalizzazione della rete, puntando su efficienza operativa e innovazione a larga scala. I vantaggi delle Bcc sono: