Un attacco hacker svelato da Meta ha colpito giornalisti e attivisti. Le reazioni del governo italiano e come proteggersi
WhatsApp è una delle app di messaggistica più utilizzate al mondo, ma negli ultimi tempi la sua sicurezza digitale è stata messa in discussione. Recentemente, Meta ha rivelato un attacco hacker che ha colpito diverse utenze, sollevando dubbi sulla protezione delle comunicazioni private.
La questione è diventata particolarmente delicata in Italia, dove il governo ha reagito prontamente a tali segnalazioni. Il coinvolgimento di giornalisti e attivisti tra i bersagli dell'attacco ha inoltre alimentato il dibattito sulla vulnerabilità delle chat crittografate e sulla necessità di strumenti di protezione più avanzati.
Meta ha denunciato un attacco hacker ai danni di utenti WhatsApp, causato da uno spyware chamato Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions. L’operazione ha preso di mira circa 90 persone in diversi Paesi, tra cui giornalisti e attivisti.
Gli attacchi sono avvenuti tramite uno spyware zero-click, capace di infettare i dispositivi senza alcuna azione da parte dell’utente. Una volta installato, Graphite permette di accedere a dati riservati come:
Paragon Solutions dal canto suo ha dichiarato di vendere il proprio spyware solo a governi e agenzie di intelligence di nazioni alleate. Tuttavia, non è chiaro quali governi siano responsabili di questa operazione né quali fossero gli obiettivi precisi dello spionaggio. Citizen Lab sta attualmente conducendo un'analisi approfondita sui dispositivi colpiti per raccogliere ulteriori prove sulle modalità di attacco.
Tra le vittime dell’attacco figurano giornalisti e attivisti operanti in diversi contesti nazionali ed europei. In Italia, tra i colpiti spiccano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e Luca Casarini, noto per il suo impegno con la Ong Mediterranea Saving Humans.
Gli hacker hanno preso di mira persone impegnate in inchieste giornalistiche e attivismo sociale, esponendole a una grave violazione della privacy. I dispositivi infettati avrebbero contenuto comunicazioni sensibili, documenti riservati e dati personali potenzialmente compromettenti.
L’attacco ha sollevato interrogativi sulle modalità e finalità di questa operazione di spionaggio, attirando l’attenzione del governo italiano e di diverse organizzazioni per la libertà di stampa.
Il governo italiano ha definito la vicenda di particolare gravità e ha immediatamente attivato l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per monitorare la situazione. Secondo le informazioni fornite da WhatsApp Ireland Limited, sarebbero sette le utenze italiane coinvolte, anche se l'identità dei proprietari non è stata rivelata ufficialmente per motivi di privacy.
Palazzo Chigi ha dichiarato che né l’intelligence italiana né il governo hanno avuto un ruolo nell’attacco informatico e ha sottolineato la disponibilità a riferire la questione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Allo stesso tempo, le istituzioni hanno ribadito l’intenzione di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere cittadini, giornalisti e attivisti da minacce informatiche.
Diversi esponenti politici hanno richiesto chiarimenti urgenti sull’accaduto. Alcuni parlamentari hanno annunciato interrogazioni a livello nazionale per comprendere se vi siano state interferenze su soggetti tutelati. Inoltre, è stata evidenziata la necessità di verificare se vi siano collegamenti tra fornitori di tecnologia di sorveglianza e istituzioni governative italiane.
Nel frattempo, ONG e associazioni per la tutela dei diritti digitali hanno chiesto un’indagine approfondita su eventuali utilizzi impropri dello spyware nel Paese.
Per ridurre il rischio di spionaggio sui propri dispositivi, è essenziale adottare alcune misure di sicurezza digitale. Uno dei passaggi fondamentali è attivare la verifica in due passaggi (2FA) su WhatsApp e su tutte le altre piattaforme utilizzate, per impedire accessi non autorizzati.
È inoltre consigliabile:
Per una protezione più avanzata, l’uso di VPN e connessioni sicure riduce il rischio di intercettazioni. Infine, chi gestisce informazioni sensibili dovrebbe rivolgersi a esperti di cybersecurity per adottare strumenti di sicurezza avanzati.