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Le nuove regole e prove orali e scritte dell'esame di maturità 2025-2026 diventano legge ufficiale

di Marianna Quatraro pubblicato il
nuove regole esame maturita 2025 2026

La prova orale diventa obbligatoria e si torna all'esame di Maturità: cosa cambia per le prove finali delle scuole superiori con la nuova legge approvata

L’esame finale della scuola secondaria superiore in Italia si prepara a cambiare dall’anno scolastico 2025-2026. La recente approvazione della nuova legge prevede modifiche rilevanti nei criteri di ammissione, nelle modalità di valutazione e nella gestione quotidiana della vita scolastica. Cambiano le regole per gli esami di Stato con interventi sia sulle prove orali che sullo scritto, rafforzando il peso del comportamento degli studenti e introducendo nuove restrizioni per dispositivi elettronici.

Il ritorno alla denominazione 'Esame di Maturità': significato e obiettivi della riforma

Una delle novità principali è il ritorno all'Esame di Maturità da Esame di Stato. Secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, questa scelta ha una valenza non solo simbolica, ma anche educativa: si vuole restituire al percorso conclusivo un valore di transizione e crescita personale, sottolineando l’acquisizione di competenze trasversali e responsabilità civica.

Il ritorno al vecchio nome mira a rafforzare l’identità collettiva del momento valutativo, identificandolo come rito di passaggio connesso all’ingresso nella vita adulta e lavorativa.

La riforma si inserisce in una più ampia strategia istituzionale diretta a modernizzare la scuola secondaria e a promuovere una maggiore attinenza tra valutazione finale e reale percorso di maturazione, come sottolineato dalle parole del Ministro Giuseppe Valditara. Tra gli obiettivi specifici figurano:

  • incremento della coerenza tra preparazione scolastica e richieste della società contemporanea;
  • rafforzamento dell’autonomia di giudizio e spirito critico nei giovani;
  • valorizzazione delle competenze civiche e percorsi formativi integrati (come il PCTO);
  • rilancio della serietà e autorevolezza della scuola pubblica.
Inoltre, le decisioni sulla valutazione finale restano in mano alle commissioni che, però, saranno snellite da 7 a 5 componenti, di cui un presidente esterno più quattro commissaridue membri esterni e, per ciascuna delle due classi, da due membri interni.

I nuovi requisiti di ammissione: voto in condotta, frequenza e PCTO

L’accesso all’esame conclusivo del ciclo di studi è stato regolamentato in maniera più stringente, con particolare attenzione al comportamento. Il voto in condotta acquisisce un peso decisivo nell’ammissione: chi ottiene un punteggio inferiore a sei decimi non potrà sostenere l’esame di maturità.

Questa modifica mira a premiare atteggiamenti improntati al rispetto e al senso civico, contribuendo a contrastare fenomeni quali bullismo e violenze a scuola.
La valutazione del comportamento produce effetti anche sulla possibilità di ottenere il massimo credito scolastico, attribuibile solo con una condotta pari o superiore a nove decimi. Oltre al comportamento, restano confermati come requisiti minimi:

  • media di almeno sei decimi in tutte le discipline o gruppi di discipline;
  • rispetto del limite massimo di assenze, fissato a tre quarti dell’orario annuale complessivo, salvo deroghe per assenze documentate;
  • superamento delle prove INVALSI (Valutazione nazionale degli apprendimenti), non determinanti per la media finale, ma obbligatorie per l’ammissione;
  • completamento dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) o attività equivalenti, la cui verifica spetta al Consiglio di classe anche per i candidati esterni.

Le prove scritte: cosa cambia e cosa rimane invariato

Per quanto riguarda le prove scritte, non ci sono particolari novità. Restano le due prove, scritta e orale. La prima prova scritta, consistente nell’elaborato di italiano, mantiene la sua struttura tradizionale, comune su tutto il territorio nazionale e volta a verificare le capacità argomentative, sintattiche ed espressive. Le tipologie testuali proposte restano quelle già note: analisi del testo, saggio breve, articolo di giornale e tema generale.
Per la seconda prova, la riforma prevede una revisione, con una maggiore attenzione ai quesiti interdisciplinari e all’inclusione di elementi di logica e problem solving nei licei scientifici. Resta, comunque, legata alla materia caratterizzante di ciascun indirizzo e la sua struttura definitiva sarà oggetto di apposito decreto ministeriale, atteso nei prossimi mesi.
Nella tabella seguente un riepilogo sintetico delle principali caratteristiche:
Elemento Situazione 2024/2025 Modifiche 2025/2026
Prima prova scritta Elaborato nazionale di italiano Immutata
Seconda prova scritta Materia caratterizzante, decisa dal Ministero Possibili nuovi quesiti logico-relazionali e interdisciplinari
Struttura in aggiornamento

Le date delle prove sono già state definite in via preliminare, con la prima prova programmata per il 18 giugno 2025.

Il colloquio orale obbligatorio e la sua struttura multidisciplinare

L’introduzione dell’obbligatorietà del colloquio orale rappresenta un cambiamento sostanziale nella valutazione finale. A partire dalla sessione 2026, chi non si presenta dovrà ripetere l’anno scolastico, indipendentemente dagli esiti delle prove scritte. 
La struttura del colloquio subirà una profonda revisione, ponendo l’accento su interdisciplinarità e capacità di collegare concetti tra le diverse materie. La finalità è duplice: valutare la flessibilità cognitiva degli studenti e la loro consapevolezza rispetto al percorso formativo, nonché le competenze relazionali e civiche maturate.
Tra gli elementi centrali della nuova prova figurano:

  • discussione multidisciplinare su temi trasversali;
  • valorizzazione dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento svolti nel triennio;
  • integrazione delle esperienze formative, come l’educazione civica e l’approccio critico a problemi di attualità;
  • esposizione di un elaborato specifico per chi ha ottenuto sei in condotta.

Le conseguenze del voto di condotta insufficiente e l’elaborato di cittadinanza attiva

Con la nuova legge, il voto in condotta si configura come elemento determinante sia per l’ammissione all’esame sia per lo svolgimento del colloquio. Una valutazione inferiore a sei preclude l’accesso alla maturità.

In caso di voto pari a sei, il candidato potrà sostenere l’esame ma sarà tenuto a presentare e discutere un elaborato critico su temi di cittadinanza attiva o educazione civica, definite dal Consiglio di classe.


Questa disposizione introduce per la prima volta un passaggio obbligato per chi presenta un comportamento considerato al limite della sufficienza. L’elaborato, comunicato allo studente entro un giorno dallo scrutinio finale, rappresenta uno strumento di riflessione e responsabilizzazione, volto a stimolare la crescita personale e la comprensione dei principi costituzionali.
Di seguito, i principali effetti delle nuove disposizioni:

  • preclusione dell’accesso all’esame con punteggio inferiore a sei;
  • trattazione obbligatoria di temi di cittadinanza nel colloquio per chi ha sei in condotta;
  • rafforzamento degli interventi educativi per comportamento scorretto, anche in ottica preventiva.
Le sanzioni previste toccano quindi tanto la carriera scolastica quanto l’acquisizione di crediti, influenzando l’intero percorso di studi.

Divieto di smartphone nelle scuole superiori: ragioni e applicazione della nuova legge

Tra le altre misure introdotte dalla nuova legge compare il divieto dell’uso degli smartphone anche nelle scuole superiori, come già avvenuto per gli altri ordini scolastici. Questa stretta normativa nasce dall’esigenza di limitare fonti di distrazione, migliorare la partecipazione attiva delle lezioni e fronteggiare fenomeni quali cyberbullismo e violazione della privacy.
La normativa prescrive che:

  • gli studenti debbano consegnare il dispositivo all’ingresso o tenerlo spento e non accessibile durante le lezioni;
  • sono previste deroghe solo per progetti didattici specifici, con autorizzazione dei docenti;
  • le violazioni potranno essere sanzionate con provvedimenti disciplinari, fino alla sospensione o esclusione temporanea da alcune attività didattiche.
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