La Manovra Finanziaria 2026 segna una tappa significativa nell’evoluzione della politica economica italiana, riflettendo la volontà di mantenere la credibilità fiscale e la stabilità dei conti pubblici. Tuttavia, analizzando attentamente i documenti programmatici approvati dal Consiglio dei Ministri, emerge una linea di continuità rispetto agli anni precedenti: il sistema scolastico nazionale rimane fortemente ai margini delle scelte finanziarie.
Il ruolo marginale della scuola nella Manovra Finanziaria 2026
Nonostante il ruolo strategico dell’istruzione nel promuovere lo sviluppo sociale ed economico, la Manovra finanziaria approvata per il prossimo anno destina risorse minime al settore scuola. La discussione parlamentare e i principali atti normativi non evidenziano misure specifiche di potenziamento dei servizi scolastici, al contrario di quanto deciso per sanità, imprese e welfare. Risultano, infatti:
- Assenza di investimenti diretti: la finanziaria non prevede nuovi stanziamenti per l’edilizia scolastica, per l’ampliamento dell’offerta formativa o per l’aggiornamento tecnologico degli istituti.
- Priorità ad altri settori: la sfera educativa appare sacrificata rispetto a famiglie, lavoro, pensioni e imprese, con interventi che rimarcano la scelta di rafforzare il welfare e contenere la pressione fiscale.
- Mancanza di strategie di lungo periodo: il documento programmatico di bilancio e la successiva bozza della legge non offrono un quadro organico di riforma complessiva del sistema scolastico.
Altra certezza che emerge dalla Manovra è
l’assenza totale di risorse per l’adeguamento degli stipendi dei lavoratori del settore Istruzione e Ricerca. Non figura, infatti, alcuna voce dedicata al rinnovo dei contratti collettivi, con inevitabili ricadute sul potere d’acquisto del personale della scuola e sulla competitività del settore rispetto agli altri comparti pubblici. Le trattative che hanno coinvolto rappresentanze sindacali e Governo non hanno portato a risultati concreti
L’assenza di fondi aggiuntivi per scuola e ricerca nella nuova Manovra 2026 sottolinea la marginalità del comparto. I tavoli di confronto con associazioni di categoria, sindacati e rappresentanze studentesche evidenziano preoccupazioni per la condizione del personale, dell’offerta formativa e, più in generale, per l’intero sistema d’istruzione nazionale.
Detrazioni e bonus: anche in questo caso nessuna novità
La nuova Manovra 2026 non prevede neppure nuove agevolazioni fiscali e bonus per chi ha figli in età scolastica, come il bonus libri che era stato tanto annunciato nelle scorse settimane. Non ci sono neppure nuove detrazioni specifiche per servizi come mensa, trasporto o attività extrascolastiche. Le famiglie potranno beneficiare esclusivamente delle detrazioni ordinarie:
- Detrazioni del 19% sulle spese di iscrizione, frequenza, mensa e trasporto scolastico fino a 1.000 euro;
- Conferma della detrazione su gite e attività di ampliamento formativo;
- Nessun ampliamento delle soglie di spesa detraibile né introduzione di nuovi fondi dedicati.
L’impatto per le famiglie è evidente soprattutto di fronte all’aumento dei costi delle forniture scolastiche e all’assenza del bonus per l’acquisto dei libri, nonostante le pressanti richieste delle associazioni di categoria e dei sindacati.
Le principali misure economiche della Manovra 2026: Irpef, famiglia e lavoro
L’impianto generale della legge conferma una forte attenzione ai bisogni delle famiglie, al sostegno dei redditi medio-bassi, all’occupazione e all’agevolazione fiscale. Tra le principali novità:
- Riduzione dell’Irpef: taglio della seconda aliquota dal 35% al 33%, con un vantaggio concentrato soprattutto sui redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro. L’impatto stimato supera i 9 miliardi di euro nel triennio e interessa gran parte dei lavoratori dipendenti, con effetti incrementali sui salari netti.
- Misure per la famiglia e il lavoro: potenziamento del bonus mamme lavoratrici a 60 euro mensili, proroga del congedo parentale retribuito all’80% e possibilità di incremento delle politiche di contrasto alla povertà con 3,5 miliardi di euro. La revisione dell’Isee, che esclude la prima casa fino a 100.000 euro di valore catastale, amplia la platea potenziale dei beneficiari delle agevolazioni sociali.
- Adeguamenti salariali: stanziamento di circa 2 miliardi per favorire la crescita delle retribuzioni, soprattutto nei lavori poveri, tramite una tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività e un sostegno dei rinnovi contrattuali fino ai 28.000 euro annui.
Settore |
Risorse 2026 |
Taglio Irpef |
9 miliardi (triennio) |
Politiche familiari e lotta alla povertà |
3,5 miliardi |
Potenziamento salari |
2 miliardi |
Si confermano, inoltre, la proroga degli incentivi e la sterilizzazione di alcune imposte su imprese (superammortamento, plastic tax, sugar tax). A questi provvedimenti si aggiungono 2,4 miliardi per la sanità e 20 euro mensili di incremento sulle pensioni minime.
ITS Academy, riforma esami di Stato e formazione docenti: gli unici interventi per il sistema scolastico
Le novità che interessano direttamente la scuola si concentrano su tre direttive specifiche:
- ITS Academy: l’istituzione strutturale di questi percorsi di alta formazione tecnologica post-diploma avviene senza nuovi stanziamenti statali. L’attivazione dei corsi resta affidata alle risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili, poste a carico delle amministrazioni interessate.
- Riforma dell’Esame di Stato: l’esame assume la denominazione di "esame di Maturità". L’adeguamento comporta una spesa contenuta: un milione di euro è destinato per il 2026, proveniente dai fondi per l’ampliamento dell’offerta formativa.
- Formazione docenti per commissioni d’esame: previsti tre milioni di euro annui, coperti in parte dalla riduzione del numero dei commissari da sei a quattro per ogni istituto. Resta centrale la formazione specifica per i componenti delle nuove commissioni d’esame.
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