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Meno tasse per tutti nel 2025? La verit in una analisi e simulazione della Cgil

di Marianna Quatraro pubblicato il
meno tasse 2025

Cambia ancora la tassazione nel 2025 ma, secondo unanalisi della Cgil, non vero che si pagheranno meno tasse: i calcoli e i chiarimenti

Si pagheranno davvero meno tasse nel 2025? Si va verso una nuova revisione della tassazione nel 2025, con modifiche che, secondo il governo, contribuiranno ad alleggerire i contribuenti. Secondo gli annunci fatti, si pagheranno meno tasse l’anno prossimo, ma la Cgil, con una sua recente analisi, smentisce tale prospettiva. 

  • Si pagheranno davvero meno tasse il prossimo anno, le analisi della Cgil 
  • I calcoli e gli esempi delle tasse che si pagheranno nel 2025 

Si pagheranno davvero meno tasse il prossimo anno, le analisi della Cgil 

Cambia la tassazione il prossimo anno innanzitutto per il nuovo taglio fiscale. Non sarà più applicato, infatti, lo sgravio contributivo al 7% sui redditi fino a 25mila euro e al 6% sui redditi tra 25mila e 25mila euro, ma sarà diversamente modulato nel seguente modo:
  • una riduzione delle tasse sempre sui contributi previdenziali per chi ha redditi fino a 20mila euro annui;
  • un aumento della detrazione fiscale per il lavoro dipendente per chi percepisce redditi annui fino a 35mila euro;
  • una graduale riduzione delle tasse per chi, invece, ha redditi tra 35mila e 40mila euro e in tal caso l’importo diminuirà gradualmente all’aumentare del reddito imponibile.
Potrebbe cambiare ancora anche l’Irpef nel 2025. E’ stato, infatti, confermato lo schema a tre aliquote, che saranno del 23% per redditi fino a 28.000 euro, del 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro e del 43% per redditi oltre i 50.000 euro. Ma l’obiettivo è ridurre la seconda aliquota, portandola al 33% e per redditi fino a 60mila euro e non più fino a 50mila.

In questo caso sì, per diversi contribuenti le tasse da pagare il prossimo anno saranno decisamente meno. Ma non si tratta di chi ha i redditi più bassi.

Secondo uno studio condotto dalla Cgil nazionale e dal Consorzio Caaf Cgil, non è vero che la Manovra Finanziaria taglia le imposte a lavoratori e lavoratrici e ai pensionati. E il motivo è presto spiegato. 

L’analisi ha interessato i redditi a lavoro dipendente compresi tra 8.500 e 35mila euro che hanno già beneficiato del taglio del cuneo al 7% e al 6% e per cui nel 2025 ci saranno novità. Il beneficio sarà, infatti, strutturato come avviene ora per i redditi fino a 20mila euro, ma oltre tale soglia si applica come detrazione percentuale che si riduce progressivamente all’aumentare del reddito. 

Questo sistema si traduce in un aumento annuo di circa mille euro per chi ha redditi da 20 mila a 32 mila euro. Ad essere maggiormente penalizzati saranno coloro che hanno i redditi più bassi.

I calcoli e gli esempi delle tasse che si pagheranno nel 2025 

Volendo fare qualche esempio, chi ha redditi inferiori ai 35mila euro, nel 2025 subirà una riduzione dell’importo netto rispetto al 2024. 

Con il passaggio dalla decontribuzione alla fiscalizzazione dei benefici, la maggior parte dei lavoratori con redditi fino a 25 mila euro e fino a 35 mila euro non avranno alcun aumento busta paga.

E anzi, ci perderanno anche. Si parla di perdite fino a 200 euro annui per chi percepisce redditi inferiori ai 35 mila e fino a oltre 1.000 euro per altre fasce. 

Al contrario, qualche piccolo guadagno ci sarà ma solo per pochi e sempre per i redditi già alti che di pochi sostegni hanno bisogno.

Chi percepisce redditi superiori ai 35mila euro avrà circa 79 euro al mese in più dello scorso anno, che man mano si riducono per chi prende redditi superiori fino ad oltre 40mila euro.