Siemens, colosso tedesco dell'industria tecnologica, ha comunicato la necessità di eliminare oltre 6.000 posti di lavoro.
Siemens, Deutsche Bank e Audi hanno annunciato riduzioni di personale mentre realtà come STM, Berco, Avis e La Perla attraversano momenti di grande incertezza. Il contesto economico globale, segnato da debole crescita, transizione tecnologica e difficoltà dei mercati, sta spingendo molte aziende a scelte drastiche per contenere i costi e mantenere la competitività. Facciamo il punto:
Da anni l'istituto lotta per contenere i costi operativi e aumentare i profitti, senza riuscire a ottenere risultati pienamente soddisfacenti. Dal 2018, anno in cui Sewing ha assunto la guida dell’azienda, la banca ha già chiuso 757 filiali, pari a circa un terzo di tutte le sue sedi a livello globale.
Siemens, colosso tedesco dell'industria tecnologica, ha comunicato la necessità di eliminare oltre 6.000 posti di lavoro a livello globale. Il focus di questi tagli sarà la divisione Digital Industries, che gestisce l'automazione industriale e che subirà 5.600 esuberi, di cui ben 2.600 solo in Germania. La decisione è stata motivata dalla crescente competizione internazionale, dalla riduzione della domanda nei settori industriali chiave e dalla necessità di rendere l'azienda più agile per affrontare il futuro.
Un altro settore colpito sarà quello della mobilità elettrica, in particolare per le soluzioni di ricarica per veicoli elettrici. Qui, Siemens prevede di tagliare 450 posti di lavoro, a causa della scarsa marginalità delle stazioni di ricarica a bassa potenza e delle difficoltà di scalabilità in un mercato sempre più affollato da nuovi concorrenti.
Anche Audi ha annunciato una riduzione di 7.500 posti di lavoro nella sua struttura amministrativa. Il piano fa parte di una strategia più ampia per ridurre i costi operativi, snellire i processi e destinare più risorse alla transizione verso l'elettrico.
L'intero gruppo Volkswagen sta attraversando una fase di grande riorganizzazione, con il taglio complessivo di 35.000 posti previsto entro il 2030. Anche Porsche, controllata da Volkswagen, ha già dichiarato che 3.900 posizioni verranno eliminate nei prossimi anni.
Oltre ai due colossi tedeschi, anche aziende italiane e multinazionali operanti in Italia stanno attraversando fasi delicate.
STM (STMicroelectronics), multinazionale nel settore dei semiconduttori, sta affrontando una fase di incertezza legata alla volatilità del mercato tecnologico. Nonostante la crescita del settore dei microchip, la società deve far fronte a sfide nella supply chain e a riduzioni del personale per ottimizzare i costi di produzione.
Berco, storica azienda specializzata in componenti per macchine movimento terra, sta vivendo giorni delicati per il proprio futuro. La contrazione della domanda in alcuni segmenti industriali e le difficoltà nella catena di approvvigionamento hanno spinto l'azienda a rivedere la propria strategia produttiva, con il rischio di un ridimensionamento della forza lavoro.
Nel settore dei servizi, Avis, il colosso del noleggio auto, sta valutando possibili riduzioni di personale per fronteggiare il calo della domanda e i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, sempre più orientati verso soluzioni di mobilità condivisa ed elettrica.
Infine, nel comparto della moda, La Perla, celebre brand di lingerie di lusso, si trova in una situazione critica. L'azienda sta cercando nuovi investitori per evitare tagli drastici al personale e garantire la continuità operativa, ma la crisi del settore moda e l'aumento dei costi di produzione non lasciano molto spazio di manovra.