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Partite iva e Pmi: chi può accedere ai finanziamenti a fondo perduto 2026 per cloud computing e sicurezza informatica

di Marcello Tansini pubblicato il
finanziamenti e aiuti per digitalizzazio

Il Mimit lancia nuovi finanziamenti per sostenere la digitalizzazione di partite IVA, professionisti e PMI. I destinatari, requisiti, spese ammissibili e dettagli operativi dei contributi erogati.

L’innovazione digitale rappresenta oggi una delle principali leve su cui PMI e professionisti possono costruire la propria competitività, anche in settori tradizionali. I nuovi finanziamenti messi in campo dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) sono pensati proprio per accompagnare la transizione digitale delle partite IVA, con interventi concreti che consentono l’accesso a avanzati servizi di cloud computing e soluzioni di sicurezza informatica.

Questo intervento normativo risponde a precise consultazioni con il mercato e mira a sostenere la spesa per tecnologie e servizi essenziali per la digitalizzazione dei processi. Il decreto, firmato dal ministro Urso, mette a disposizione 150 milioni di euro a fondo perduto per incentivare l’acquisto di soluzioni digitali evolute, con particolare attenzione al miglioramento dei livelli di sicurezza ICT nelle attività produttive e professionali.

Un ulteriore segno distintivo del provvedimento è l’attenzione rivolta alle realtà del Sud Italia: circa 71 milioni di euro sono riservati alle imprese e ai professionisti residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il contributo pubblico nasce dall’esigenza di ridurre il divario digitale che ancora caratterizza alcune aree del Paese e di rafforzare le competenze nel campo della cybersecurity e del cloud.

Le misure varate dal Mimit, oltre a favorire l’acquisizione di strumenti tecnologici e software, puntano anche a garantire la competitività degli operatori economici, assicurando trasparenza, selettività degli investimenti e conformità alle politiche di coesione dell’Unione Europea. Le aziende interessate possono così contare su un quadro normativo chiaro e su modalità semplificate che facilitano l’accesso alle risorse dedicate alla digitalizzazione.

Destinatari e requisiti per accedere ai voucher per cloud e cybersecurity

A queste agevolazioni potranno accedere piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e professionisti titolari di partita IVA regolarmente attiva sul territorio nazionale. Le condizioni di ammissione ai contributi pubblici prevedono alcune specifiche:

  • Posizione regolare riguardo agli obblighi contributivi e fiscali;
  • Presenza della sede legale o operativa in Italia;
  • Disponibilità di una connessione internet con velocità minima di 30 Mbps;
  • Non trovarsi in stato di difficoltà ai sensi della normativa UE.
Per poter presentare domanda occorre inoltre un progetto di innovazione tecnologica che giustifichi l’acquisto di servizi cloud o cybersecurity. Il requisito della connessione ad alta velocità garantisce che le soluzioni digitali acquistate possano essere realmente adottate ed efficaci nell’attività quotidiana.

Dal punto di vista geografico, le imprese e i professionisti delle regioni del Mezzogiorno potranno beneficiare di una quota di risorse dedicata, dimostrando così una precisa volontà istituzionale di promuovere la digitalizzazione nelle aree con maggior necessità di investimenti. Inoltre, le domande saranno valutate secondo il criterio cronologico di presentazione, introducendo un elemento di trasparenza e parità di accesso.

I fornitori di servizi e prodotti digitali dovranno essere selezionati da un elenco ufficiale predisposto dal Mimit. Questo elenco sarà pubblicato dopo la verifica dei requisiti, in collaborazione tra Ministero, Invitalia e Infratel Italia. Per essere inseriti, i fornitori dovranno presentare la loro candidatura nei tempi previsti, garantendo così standard di qualità e affidabilità dei servizi offerti agli utenti finali.

  • PMI e lavoratori autonomi dovranno scegliere fornitori iscritti a questo albo, assicurandosi che le tecnologie e i prodotti acquistati siano riconosciuti e certificati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
  • Il rispetto degli obblighi normativi
  • Trasparenza e tracciabilità delle operazioni, in linea con quanto previsto dalle linee guida nazionali ed europee sulla digitalizzazione.
È previsto anche che successivi decreti direttoriali precisino le date e le modalità operative di presentazione delle domande, consentendo così a tutte le categorie interessate un accesso semplice e ordinato ai fondi disponibili. Il quadro regolatorio si completa con le regole de minimis e con una particolare attenzione alla semplificazione amministrativa.

Spese ammissibili, modalità operative e tempistiche dei contributi

Il pacchetto di contributi pubblici introdotti dal Mimit consente una copertura fino al 50% dei costi ammissibili, con un aiuto massimo pari a 20.000 euro per beneficiario. L’agevolazione viene riconosciuta come contributo a fondo perduto e può essere erogata sia in un’unica soluzione sia suddivisa in due tranche, in relazione alle spese sostenute dal richiedente.

Le voci di spesa ammissibili comprendono:

  • Soluzioni hardware e software per la sicurezza informatica (firewall, router e switch protetti, antivirus, antimalware, sistemi di monitoraggio della rete, software di crittografia e gestione delle vulnerabilità);
  • Servizi cloud infrastrutturali (ad esempio: storage, backup, database, hosting di dati);
  • Servizi SaaS (Software as a Service) destinati a contabilità, gestione delle risorse umane, controllo della produttività, sistemi per e-commerce e customer care digitale;
  • Servizi accessori (configurazione, monitoraggio e supporto continuativo dei sistemi acquisiti).
Il sostegno finanziario si applica sia ad acquisti diretti sia a formule di abbonamento: nel primo caso il periodo di spesa può durare fino a 12 mesi, mentre gli abbonamenti possono essere stipulati per un massimo di 24 mesi. È consentita anche una modalità mista, integrando acquisti di beni e abbonamenti su misura alle esigenze dell’impresa o del professionista.

Il contributo è riconosciuto solo per spese superiori a 4.000 euro, a testimonianza della volontà di favorire investimenti significativi, che possano realmente incidere sui livelli di digitalizzazione aziendale. La selezione dei beneficiari sarà effettuata in ordine cronologico di presentazione della domanda, aumentando così la trasparenza del processo e la chiarezza dei criteri di assegnazione.

La procedura prevede alcune tappe fondamentali:

  • Pubblicazione dell’elenco dei fornitori autorizzati: il termine per la presentazione delle candidature da parte dei fornitori sarà dal 4 marzo 2026 al 23 aprile 2026;
  • Definizione delle modalità di invio delle domande per PMI e professionisti mediante decreto direttoriale successivo;
  • Esame delle richieste ed erogazione dei fondi a cura del Ministero, coadiuvato da Invitalia e Infratel Italia;
  • Comunicazione degli esiti e pubblicazione degli elenchi;
  • Erogazione delle agevolazioni economiche previa verifica della documentazione e delle condizioni di ammissibilità.
Nell’ottica di una gestione efficace e conforme ai principi UE sul de minimis, le risorse sono attribuite in modo da garantire l’equità e la diffusione territoriale degli incentivi. Le regioni meno digitalizzate, infatti, dispongono di un plafond dedicato che incoraggia l’adozione di tecnologie avanzate anche nelle aree dove il tessuto produttivo è meno attrezzato.

Per garantire l’aggiornamento tecnologico e la sicurezza dei dati, le imprese e i professionisti avranno la possibilità di scegliere tra diversi tipi di servizi, modulando la spesa secondo le necessità dell’attività, e potranno attingere alle soluzioni offerte da operatori selezionati per affidabilità, competenza e adeguatezza delle proposte commerciali. La qualità dell’offerta sarà assicurata da verifiche ex ante e controlli a campione su processi e risultati, in modo da tutelare i destinatari finali e incentivare la diffusione di pratiche digitali avanzate.

Tutte le tempistiche e le modalità dettagliate saranno comunicate tramite le apposite disposizioni ministeriali, permettendo così un’organizzazione puntuale delle domande e delle successive fasi di finanziamento. L’intero impianto regolatorio punta a garantire trasparenza, velocità di attuazione e, soprattutto, un impatto reale sulla crescita digitale del sistema produttivo nazionale.



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