Con uno spread Btp-Bund ai minimi storici e il rating dell'Italia in miglioramento, i Btp attirano l'attenzione degli investitori: analisi delle strategie dei gestori, rendimenti possibili e rischi.
Negli ultimi mesi, i titoli di Stato italiani hanno riconquistato l'attenzione degli investitori istituzionali internazionali: quali sono oggi i Btp più interessanti da comprare? Questo ritrovato interesse deriva da una combinazione di elementi che rende oggi il comparto particolarmente attrattivo in ottica di rendimento-rischio. Fra questi spicca una forte riduzione del divario di rendimento fra i Buoni del Tesoro Poliennali italiani e i Bund tedeschi, il cosiddetto differenziale decennale, che in queste settimane si è stabilizzato su livelli ai minimi storici.
Questo scenario è maturato in un contesto macroeconomico in cui il profilo di rischio del debito sovrano italiano viene ora percepito come più solido rispetto agli anni passati, sorretto da una dinamica del debito pubblico ritenuta sostenibile e da una congiuntura economica favorevole. Mentre su altri mercati europei - Francia in primis - si registrano tensioni e declassamenti, l'Italia vede invece migliorare sensibilmente il proprio rating presso le agenzie internazionali. Ne deriva un'accelerazione degli acquisti sui titoli tricolore, con effetti immediati sulla compressione degli spread e sul rafforzamento della fiducia verso l'obbligazionario domestico.
Il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi è uno degli indicatori per valutare il rischio-Paese dell'Italia, riflettendo sia la fiducia degli investitori sia la solidità dei fondamentali macroeconomici. Quando si parla di spread, si intende quella differenza di rendimento richiesta dal mercato agli emittenti italiani rispetto a quelli tedeschi, considerati il riferimento dell'area euro per affidabilità. Uno spread su livelli bassi indica che l'Italia viene percepita come affidabile e a rischio contenuto nell'arco della prossima decade.
Nelle ultime settimane il differenziale ha oscillato stabilmente intorno ai 70 punti base, un livello che non si registrava ormai da numerosi anni. A determinare questa fase contribuiscono vari fattori:
La tendenza delle ultime settimane vede molti asset manager e investitori istituzionali concentrarsi sui titoli a lunga scadenza, ossia Btp con maturità ventennale e trentennale. Questa strategia si basa sul principio che i bond più lontani nel tempo sono anche quelli più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse della BCE e al ciclo economico, con effetti più marcati sui prezzi in caso di ulteriori ribassi dei tassi ufficiali nei mesi a venire.
Recenti analisi di mercato mostrano che alcune emissioni di lungo periodo hanno messo a segno apprezzamenti dei prezzi superiori all'8% negli ultimi tre mesi e fino all'11% su base annua. Nello specifico, i titoli con scadenza 2051 e cedole relativamente basse sono saliti dai minimi primaverili fino ai livelli attuali, offrendo un potenziale rendimento effettivo lordo superiore al 4%. Questi numeri si riferiscono al rendimento a scadenza, ossia mantenendo il bond in portafoglio fino alla maturazione, ma esistono anche strategie di trading più dinamiche che permettono di ottenere guadagni importanti sfruttando l'aumento del prezzo del bond rispetto al prezzo di acquisto.
Alcuni gestori privilegiano questi strumenti, contando su:
La ricerca di rendimenti interessanti passa spesso per la selezione di Btp che continuano a quotare sotto la pari ovvero a prezzi inferiori a 100. In questo momento, diverse emissioni a scadenza intermedia - tipicamente tra i 4 e i 7 anni - offrono ancora opportunità di acquisto vantaggiose. Esistono in particolare bond che quotano tra 87 e 92, con una cedola annua bassa ma con rendimenti effettivi a scadenza anche superiori al 2,8-3% lordo, grazie al recupero della differenza tra prezzo di acquisto e valore nominale a maturazione.
Le occasioni maggiori vengono individuate dagli osservatori di mercato nelle seguenti categorie:
L'attuale scenario di mercato è segnato da alcuni fattori che contribuiscono a definire le prospettive future dei titoli di Stato italiani. Tra questi, ha particolare rilevanza la politica monetaria adottata dalla Banca Centrale Europea, che dopo una fase di rialzo strutturale dei tassi ha iniziato un ciclo di riduzioni. Questo movimento sostiene i prezzi dei bond e diminuisce il costo medio di finanziamento per il Tesoro italiano, portando a una compressione degli spread storicamente significativa.
L'ultimo miglioramento del rating dell'Italia ha gettato le basi per un clima di maggiore interesse, rilanciando la reputazione del Paese nel panorama internazionale. In aggiunta, le incertezze politiche e fiscali di altri grandi emittenti europei, come la Francia, hanno spinto vari investitori a considerare il debito tricolore come una scelta più stabile per diversificare i portafogli.
Le principali pressioni attese nei prossimi mesi riguardano: