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Partite iva forfettarie, una conferma positiva per il 2026 mentre su nuovo limite a 100mila euro c' solo una speranza

di Marcello Tansini pubblicato il
Partite iva forfettarie una conferma pos

E' stata prorogata in Manovra 2026 la compatibilit delle partite Iva in regime forfettario con i redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro: cosa potrebbe ancora cambiare per aumento dei limiti di guadagni annui

Il tema delle partite IVA con regime forfettario è al centro del dibattito sulla fiscalità in Italia, soprattutto in vista delle novità che potrebbero entrare in vigore a partire dal 2026. Il regime forfettario rappresenta da anni la scelta preferita di chi desidera un’imposizione semplificata e il vantaggio dell’imposta sostitutiva. Per i titolari di partita IVA rappresenta, infatti, la possibilità di una gestione contabile più snella, con minori adempimenti e costi. 

Limite dei redditi da lavoro dipendente e pensione: proroga a 35.000 euro per il 2026

Il limite dei redditi provenienti da lavoro dipendente e da redditi assimilati come le pensioni è uno degli elementi che incide maggiormente sulla possibilità di rimanere o accedere al regime forfettario. La Manovra Finanziaria 2026 ha previsto la proroga dell’innalzamento della soglia a 35.000 euro nel 2025, offrendo una importante apertura a chi detiene più fonti di reddito e permettendo ai professionisti e autonomi di poter cumulare fino a tale importo con la flat tax, senza uscirne in via automatica. La normativa prevedeva il ritorno dal 1° gennaio 2026 al limite dei 30.000 euro, ma invece resterà in vigore ancora per tutto il 2026.

Precisiamo che i redditi presi in considerazione sono quelli di lavoro dipendente e assimilati percepiti nell’anno precedente. La scelta di mantenere un tetto più alto è stata accolta con favore da una vasta platea di contribuenti che, pur detenendo un’occupazione dipendente o una pensione, gestiscono anche un’attività professionale. 

Come funziona il regime forfettario: requisiti e calcolo del reddito per lavoratori autonomi e dipendenti

Il regime forfettario è stato definito per semplificare l’accesso alla professione autonoma e agevolare la gestione fiscale delle partite IVA sotto una determinata soglia di ricavi o compensi, nonché di altri parametri oggettivi. Sono previsti:

  • Requisiti di accesso: possono aderire coloro che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi non superiori al limite stabilito per legge, attualmente fissato a 85.000 euro, e che non abbiano sostenuto spese per lavoro dipendente e collaboratori superiori a 20.000 euro lordi annui.
  • Cumulo redditi da lavoro: per essere ammessi, occorre non aver percepito redditi da lavoro dipendente, e assimilati, sopra la soglia prevista, con attenzione particolare alla verifica dell’anno precedente. I redditi rilevanti sono quelli ordinari, escluse somme soggette a tassazione separata.
  • Cause di esclusione: sono escluse società di persone, associazioni professionali e chi partecipa a società di capitali. Inoltre, sono preclusi coloro che, pur avendo partita IVA, svolgano in prevalenza prestazioni nei confronti del precedente datore di lavoro o soggetti riconducibili a quest’ultimo.
Il reddito imponibile per il regime forfettario si determina applicando un coefficiente di redditività differenziato per codice ATECO all’ammontare dei ricavi o compensi incassati. Sul risultato si applica un’imposta sostitutiva pari al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni per chi apre una nuova attività). Le semplificazioni amministrative comprendono l’esonero da IVA e IRAP, dall’obbligo di registri contabili e dalla ritenuta d’acconto. Risulta quindi agevole per lavoratori che gestiscono altre fonti di reddito, entro i limiti previsti, usufruire di tali benefici.

Esempio semplificativo:

Tipologia attività Ricavi 2024 Reddito imponibile (40% coeff.) Imposta dovuta (15%)
Professionista 60.000 € 24.000 € 3.600 €

Ipotesi di aumento della soglia dei ricavi: l’emendamento per passare da 85.000 a 100.000 euro

Negli ultimi mesi si è aperto il confronto su un possibile aumento della soglia dei ricavi utile per l’accesso o la permanenza nel regime forfettario. Attualmente fissata a 85.000 euro, la Lega si prepara a presentare un emendamento alla Manovra per portare il tetto a 100.000 euro a partire dal 2026, ampliando la platea dei soggetti che possono beneficiare della flat tax.

L’emendamento intende rispondere alle esigenze di professionisti e piccole imprese che vedono nei limiti attuali un ostacolo alla crescita e allo sviluppo dell’attività. Ne deriverebbero:

  • Vantaggi potenziali: maggiore inclusione e incentivo a mantenere la posizione di autonomia anche al crescere dei ricavi;
  • Limiti attuali: la fuoriuscita immediata o retroattiva per chi supera il tetto massimo può penalizzare chi registra incrementi marginali dei ricavi.
Uno dei principali fattori che condiziona la possibilità di innalzare la soglia dei ricavi per il regime forfettario è rappresentato dalla normativa dell’Unione Europea. In base all’attuale disciplina, gli Stati membri possono concedere regimi di esenzione IVA fino a una soglia massima di 85.000 euro, con poche deroghe ammesse. La regola comunitaria limiterebbe, dunque, la libertà di fissare soglie nazionali superiori, come quella ipotizzata a 100.000 euro, per tutti i contribuenti.
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