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Rottamazione quinquies 2026, le regioni oltre Giorgetti contro. Sarŕ per pochi e con molti limiti, ma la Lega non ci sta

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Il ministro dell'Economia Giorgetti e le regioni contro l'impianto della rottamazione quinquies proposto dal vicepremier Salvini: rilanciano su limiti e specifiche condizioni

L’ipotesi di una nuova definizione agevolata dei debiti fiscali, nota come rottamazione quinquies, è al centro dell’agenda politica in vista della Manovra Finanziaria 2026. Il dibattito tra le componenti del governo e le Regioni si mostra vivace, con divergenze sulla portata e sui limiti di questa nuova rottamazione. 

Come funzionerebbe la rottamazione quinquies 2026: caratteristiche e novità

La proposta di rottamazione quinquies si propone di offrire ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il fisco attraverso condizioni agevolate. La misura interesserebbe le cartelle esattoriali affidate alla riscossione tra il 2000 e il 2023 e prevede il pagamento del solo debito originario, escludendo sanzioni e interessi, con le seguenti caratteristiche:

  • Rateizzazione ampliata: la nuova rottamazione consentirebbe di saldare il dovuto in 120 rate mensili, dilazionate su dieci anni, rispetto alle 18 rate previste dalla "quater".
  • Maggiore flessibilità per i decaduti: i contribuenti che hanno perso il diritto a precedenti definizioni agevolate o non sono riusciti a pagare in passato, potranno essere riammessi.
  • Nuove soglie di accesso: oltre alle tipiche discriminanti sui tributi ammissibili, potrebbero essere introdotti limiti stringenti in ragione dell’esigenza di circoscrivere il beneficio a situazioni di effettiva difficoltà.
  • Decadenza posticipata: la perdita dei benefici, in caso di rate non pagate, scatterebbe dopo otto mancati versamenti anziché dopo il primo, come in passato.
È previsto, inoltre, uno stralcio per le cartelle inferiori a mille euro.

Condizioni e limiti per l’accesso: chi può beneficiarne e quali sono i paletti

Le nuove regole di accesso alla rottamazione quinquies dovrebbero prevedere una serie di condizioni e limiti volti ad assicurare che il beneficio venga destinato principalmente a chi versa in condizioni di difficoltà reale, come proposto dal ministro dell'Economia Giorgetti. Le previsioni attuali indicano che potranno accedere al piano:

  • Persone fisiche e imprese titolari di cartelle affidate agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
  • Coloro che abbiano già aderito in passato a precedenti misure agevolative ma siano decaduti per inadempienza.
  • Contribuenti titolari di debiti tributari e contributivi regolarmente dichiarati ma non onorati.
I limiti e i paletti sono concepiti per rispondere alle critiche degli alleati più attenti all’equilibrio dei conti pubblici:
  • Esclusione dei "furbetti seriali": saranno sviluppate garanzie per evitare che i benefici si estendano a soggetti recidivi o a chi ha volontariamente omesso il pagamento.
  • Limiti massimi d’importo: potrebbero essere fissate soglie di debito massimo condonabile, come già avvenuto per lo stralcio dei mini-debiti.
  • Condizione di inadempienza non volontaria: l’accesso potrà essere subordinato all’accertamento puntuale della reale incapacità di pagamento, secondo criteri definiti dal ministero dell’Economia.
  • Tempi stringenti per l’adesione: la finestra per la presentazione delle domande sarà delimitata, indicativamente fino al 30 aprile 2026 con saldo della prima rata entro il 31 luglio 2026.
Un ulteriore elemento riguarda la trasparenza dei requisiti: la platea dei beneficiari sarà sottoposta a controlli e verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Ragioneria generale dello Stato. 

La posizione di Giorgetti, delle Regioni e il confronto nel governo

Il confronto sulla rottamazione quinquies interessa non solo l’esecutivo ma anche le Regioni. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha riconfermato che la misura avrebbe un importante impatto sui conti pubblici, motivo per il quale vorrebbe definire specifiche condizioni e limiti di accesso alla misura.

Anche le Regioni, in particolare di quelle del Nord, esprimono perplessità rispetto alla possibilità che la rottamazione quinquies possa rallentare la riscossione di tributi locali o sottrarre risorse necessarie agli investimenti territoriali. Gli amministratori regionali, dunque, auspicano che vengano fissati limiti rigorosi e procedure chiare sui debiti agevolabili per evitare squilibri territoriali. 

Le critiche della Lega e la richiesta di una rottamazione più ampia

La Lega, dal canto suo, rilancia sulla necessità di una pace fiscale estesa, che permetta a una larga fascia di contribuenti di regolarizzare la propria posizione e, allo Stato, di recuperare gettito altrimenti destinato all’insolvenza.

Secondo la prospettiva del partito guidato da Salvini:

  • La rottamazione deve essere inclusiva e accessibile anche per chi è decaduto dalle precedenti edizioni o si trova in difficoltà solo temporanee.
  • Il tetto massimo di otto rate non pagate come causa di decadenza viene visto come un adeguato compromesso rispetto alle misure troppo severe del passato.
  • Non vanno introdotti limiti di importo troppo stringenti, poiché altrimenti si escluderebbe una vasta platea di contribuenti, soprattutto tra le partite IVA e i piccoli imprenditori del Nord, categorie centrali nell’elettorato leghista.

Stralcio dei crediti inesigibili e altri interventi sul magazzino fiscale

Accanto alla rottamazione quinquies, il dibattito investe anche la gestione dei cosiddetti "crediti inesigibili" che, accumulatisi negli anni, congestionano i cassetti dell’Agenzia delle Entrate con importi che superano i 540 miliardi di euro. Per questi crediti, relativi a contribuenti deceduti, imprese fallite o soggetti nullatenenti, si profila l'ipotesi di uno stralcio graduale dal bilancio pubblico che prevederebbe:
  • Stralcio parziale e progressivo: la cancellazione dei crediti inesigibili avverrebbe in più fasi, a partire dai debiti accumulati tra il 2000 e il 2010, proseguendo per tranche successive sino al 2024.
  • Sono allo studio anche operazioni di recupero alternative, promosse da società pubbliche e private, ma la via più concreta appare quella della cancellazione selettiva.