Notizia dell'ultima ora: rimangono le finestre più lunghe almeno per il momento ma viene cancellata la norma su riscatto laurea
Il tema della previdenza sociale italiana ha in questi giorni vissuto un periodo di profonda attenzione e continui aggiustamenti nel quadro della Legge di Bilancio 2026. Le recenti proposte e rettifiche suscitate da dichiarazioni politiche e inserimenti normativi hanno interessato in particolare due aspetti delicati: le modalità di accesso anticipato alla quiescenza e le regole relative al riscatto dei periodi universitari ai fini pensionistici.
Nel dettaglio, si è assistito all’annuncio di un maxi emendamento con doppia stretta: da una parte l’allungamento delle cosiddette "finestre di uscita", ovvero il periodo obbligatorio per poter effettivamente ricevere il primo assegno previdenziale dopo il maturare dei requisiti; dall’altra l’ipotesi di una penalizzazione per chi ha riscattato gli anni universitari. Tali novità, presentate e poi oggetto di correzione nella manovra in corso di approvazione, sono state oggetto di dibattito serrato sia tra le forze politiche sia nella società civile, a riprova della loro centralità per la coesione sociale ed economica del Paese.
Ma è novità dell'ultima ora, che è stato deciso che l'allungamento delle finestre rimane tale per il momento con un innalzamento di fatto del tempo per andare in pensione, ma è stato cancellata la normativa sul riscatto della laurea che avrebbe contato meno per uscire prima dal lavoro.
Rimangono ancora valide le modifiche delle finestre di uscita, una delle variabili chiave nell’accesso alla pensione anticipata. Attualmente, questa finestra rappresenta il periodo di attesa obbligatoria tra il momento in cui si maturano i requisiti contributivi e il pagamento del primo assegno pensionistico. Fino al termine del 2031, il meccanismo resta invariato e prevede un’attesa di 3 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti, a prescindere dall’età anagrafica.
Dal 2032, le modifiche prospettate innalzano progressivamente la durata di questa finestra nei seguenti termini:
Alla variazione della finestra si aggiunge l’impatto dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita: dal 2027 l’aumento dell’età pensionabile sarà graduale, prevedendo un incremento di 1 mese ogni anno, raggiungendo ulteriori 2 mesi dal 2028. Questo cambiamento riguarda anche i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, i cui parametri di durata contributiva aumentano parallelamente:
Va inoltre tenuto presente che la Legge di Bilancio 2026, nella sua forma attuale, non rinnova strumenti come Quota 103 e Opzione Donna, restringendo così ulteriormente le possibilità offerte dal quadro normativo. Rimane l’Ape Sociale, ma con ambiti di applicazione circoscritti a determinate categorie tutelate. L’aspetto finanziario è altrettanto rilevante: la stima del risparmio per lo Stato dalle misure adottate si aggira, secondo le proiezioni, attorno ai 2 miliardi di euro a partire dal pieno regime nel 2035.
Il pressing, sia all'interno della maggioranza ma anche delle opposizioni rimane, e non è detto che entro il primo voto di luned anche questa proposta possa essere modificata
La parte di emendamento relativa al riscatto dell'università viene cancellata. La proposta oggetto di discussione introduceva una sostanziale riduzione del valore convertibile degli anni accademici ai fini del perfezionamento del diritto alla pensione: dal 2031, ogni periodo riscattato avrebbe visto tagliati 6 mesi, con una penalizzazione progressiva fino a 2 anni e mezzo per chi avesse riscattato tutti gli anni di corso, in particolare su lauree quinquennali.. La sua rimodulazione avrebbe inciso sul rapporto tra cittadini e istituzioni, rischiando di minare la fiducia nella previsione e nella certezza normativa del sistema previdenziale.
| Anno di applicazione | Taglio effettivo periodo riscattato |
| 2031 | -6 mesi |
| 2032 | -12 mesi |
| 2033 | -18 mesi |
| 2034 | -24 mesi |
| 2035 | -30 mesi |