Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Pensioni anticipate, età per uscire e importi: gli emendamenti presentati in manovra finanziaria 2026

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensioni emendamenti presentati manovra

Proroga di Opzione Donna e Quota 103, Tfr per anticipare l'uscita dal lavoro e non solo: cosa prevedono gli emendamenti presentati alla Manovra Finanziaria 2026 per le pensioni

L’arrivo della Manovra Finanziaria 2026 accende i riflettori sulle politiche previdenziali italiane, in un clima caratterizzato da ampio dibattito politico e sociale. Il percorso parlamentare del provvedimento innesca la consueta fase di confronti serrati tra maggioranza e opposizione, con un forte interesse su tutte le proposte riguardanti flessibilità pensionistica, età di uscita e importi degli assegni. La pressione esercitata da categorie di lavoratori, sindacati e partiti politici spinge il legislatore ad accordare particolare attenzione alle richieste di modifica presentate attraverso centinaia di emendamenti. 

Il quadro generale degli emendamenti sulle pensioni: numeri, selezione e obiettivi

L’attuale sessione di discussione in Parlamento è stata segnata dalla presentazione di oltre 5.700 emendamenti alla Manovra finanziaria: di questi, numerosi riguardano specificamente il settore previdenziale.

Tuttavia, soltanto una minima percentuale delle proposte troverà spazio nell’impianto definitivo: la scrematura avviene attraverso criteri rigorosi, con particolare attenzione alla coerenza con i saldi di bilancio e alle reali coperture finanziarie. I principali emendamenti che si attestano sui 414, suddivisi tra maggioranza e opposizione sono i seguenti:

  • bloccare l’automatismo di adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita;
  • prorogare misure temporanee come Quota 103 e Opzione Donna;
  • rafforzare la tutela per le lavoratrici, i lavoratori precoci e chi svolge mansioni gravose;
  • introdurre nuove forme di flessibilità in uscita, quali l’utilizzo del TFR per il pensionamento anticipato e una pensione contributiva di garanzia per carriere discontinue.

Blocco dell’età pensionabile e aggiornamento dei requisiti: proposte e scenari

Uno dei temi centrali del dibattito riguarda il meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti per la pensione in relazione all’aumento della speranza di vita. Secondo la prima bozza della nuova Manovra, il Governo intende riattivare questo automatismo, con un incremento di tre mesi distribuito nel biennio 2027-2028: uno nel 2027, altri due nel 2028. Ciò significa che l’accesso alla pensione di vecchiaia standard passerebbe gradualmente a 67 anni e 3 mesi, con un impatto diretto anche sulle pensioni anticipate e sulle pensioni contributive riservate a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996.

Diversi gruppi parlamentari, in particolare dalla Lega fino a segmenti delle opposizioni, hanno presentato emendamenti alla Manovra per sospendere o limitare questo incremento per alcune categorie di lavoratori. In particolare, le proposte chiedono:

  • l’esclusione dall’adeguamento per chi svolge professioni gravose o usuranti (previo possesso di almeno 30 anni di contribuzione);
  • la salvaguardia dei benefici per lavoratori precoci e destinatari di Ape Sociale;
  • l’aggiornamento degli elenchi delle attività professionali ritenute gravose, che risentono ancora di una classificazione risalente a diversi anni fa.
Non mancano le richieste per estendere la platea dei lavoratori protetti, soprattutto tra le forze dell’ordine e il settore pubblico impiego. Tuttavia, vincoli di bilancio e sostenibilità rendono realisticamente possibili soltanto aggiustamenti limitati e non radicali.

Proroga di Quota 103 e Opzione Donna: gli emendamenti presentati e gli effetti attesi

Nel panorama degli emendamenti, particolare rilievo assumono quelli che puntano al prolungamento delle modalità flessibili di uscita dal lavoro, oggi rappresentate da Quota 103 e Opzione Donna. La disciplina ordinaria prevista dalla legge Fornero ha sempre incontrato forti resistenze politiche e sociali e, negli ultimi anni, sono state introdotte varie misure sperimentali per consentire un accesso anticipato alla pensione.

Sul fronte di Quota 103, Lega e Forza Italia hanno depositato richieste di proroga anche per il 2026. Tali proposte prevedono di mantenere il requisito combinato di età e contributi (62 anni di età e 41 di contributi), pur confermando i meccanismi di penalizzazione introdotti nelle ultime versioni della misura: soglia massima dell’assegno di cinque volte il trattamento minimo INPS, ricalcolo interamente contributivo per l’importo della pensione, finestra mobile di 7-9 mesi a seconda del settore di appartenenza. La copertura finanziaria stimata si basa sul Fondo sociale per occupazione e formazione.

Per quanto riguarda Opzione Donna, gli emendamenti presentati puntano a ripristinare per un altro anno il diritto al pensionamento anticipato per le lavoratrici che, entro il termine stabilito, abbiano maturato almeno 35 anni di contribuzione e 61 anni di età (con riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due). Sono confermate le restrizioni alle sole categorie di lavoratrici definite “protette”: caregiver, invalide dal 74% e dipendenti di aziende in crisi.

Gli effetti di un’eventuale proroga delle due misure sarebbero molteplici:

  • permettere a una platea ristretta di contribuenti di accedere in anticipo alla pensione;
  • attenuare le disparità tra generazioni e generi;
  • alleviare parzialmente l’impatto delle carriere discontinue, soprattutto per le donne;
  • al contempo, mantenere il controllo sulla spesa previdenziale grazie alle penalizzazioni presenti nei provvedimenti.

L’ipotesi di nuove soluzioni per l’uscita anticipata: flessibilità, TFR e pensione contributiva di garanzia

Parallelamente ai temi più noti, tra le proposte emerge la necessità di introdurre percorsi innovativi di flessibilità verso la pensione. Diversi emendamenti, sostenuti trasversalmente, suggeriscono la creazione di un meccanismo per consentire ai lavoratori prossimi al requisito ordinario di utilizzare il proprio Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per anticipare la cessazione del rapporto di lavoro e coprire i mesi (o anni) che separano dalla maturazione del diritto pensionistico pieno.

Questa opzione mirerebbe a:

  • dare risposta ai lavoratori con carriere lunghe e stabili, ma penalizzati dagli incrementi dell’età pensionabile;
  • offrire una via di uscita modulabile individualmente, introducendo un elemento di responsabilizzazione nell’utilizzo del proprio “capitale” accumulato;
  • costituire un canale alternativo rispetto alle rigide formule previste dal sistema attuale.

Le richieste dei diversi partiti e il dibattito parlamentare: Lega, Forza Italia, opposizioni

La discussione parlamentare sulla manovra porta in evidenza le differenti priorità politiche. Da parte della Lega, l’accento cade sul rafforzamento della tutela per chi svolge lavori gravosi/usuranti e sull’allargamento della sospensione dell’aumento dei requisiti anagrafici. Il partito sostiene in modo prioritario la proroga di strumenti di flessibilità in uscita, sia per favorire determinate categorie sia per assicurare che le forze dell’ordine e i lavoratori del comparto sicurezza possano beneficiare di trattamenti previdenziali specifici.

Forza Italia, pur muovendosi nella direzione della continuità, concentra le proprie richieste sulle proroghe di Opzione Donna e Quota 103 e sull’adozione di meccanismi che garantiscano un accesso non penalizzante alla pensione, in particolare per chi ha subito crisi occupazionali o interruzioni di carriera. Anche per FI la copertura finanziaria viene individuata nei fondi esistenti per occupazione e formazione.

L’opposizione insiste in particolare su misure di rivalutazione delle pensioni minime, blocco generalizzato dell’aumento dell’età pensionabile e maggiore flessibilità personalizzata, spesso legata a meccanismi selettivi ma estesi. Nei documenti presentati, si rileva inoltre una spinta verso forme di salario minimo, ampliamento della no tax area e discriminazioni positive verso i giovani e i lavori meno qualificati.

In questo scenario, ogni gruppo cerca di legare le richieste specifiche delle pensioni alle più ampie politiche di welfare e inclusione.

 



Leggi anche