Le misure peggiorative per le pensioni possono ancora cambiare nelle discussioni finali sulla Manovra 2026 anche se appare molto difficile: pronto subemendamento dalla Lega per modifiche
La Manovra finanziaria 2026 introduce un ampio pacchetto di modifiche al sistema previdenziale italiano, suscitando accesi confronti istituzionali e sociali. Questi interventi si collocano in un quadro di correzione agli equilibri della spesa pubblica, con l’obiettivo di rispondere alle pressioni europee in materia fiscale e garantire la sostenibilità a lungo termine del bilancio statale.
Al centro del dibattito figurano proposte di inasprimento dei requisiti per andare in pensione, che stanno generando reazioni contrapposte tra forze politiche e sindacati, soprattutto per l’impatto sui lavoratori più giovani e coloro che hanno investito nella propria formazione accademica.
L’attuale pacchetto di misure previdenziali contenuto nel maxi-emendamento della Manovra Finanziaria 2026, prevede due principali limitazioni: un progressivo innalzamento dell’età effettiva di pensionamento e una restrizione sostanziale nell’utilizzo del riscatto della laurea per anticipare l’accesso alla pensione.
L’impatto risulta ancor più sentito se si considera l’effetto cumulativo sui lavoratori che non riescono a totalizzare pienamente gli anni di contribuzione a causa di retribuzioni e carriere discontinue.
Le organizzazioni sindacali, come la CGIL, evidenziano che questa stretta comporterà "un ulteriore allontanamento della soglia pensionistica, con effetti negativi anche sugli importi e sulle prospettive di pensione dei giovani adulti". Le associazioni di categoria dei lavoratori del comparto pubblico, come i docenti, hanno espresso preoccupazione per l’ulteriore irrigidimento dei requisiti di uscita, ritenendo che penalizzi chi ha più difficoltà a raggiungere la piena copertura contributiva.
A partire dal 2032, l’accesso alla pensione anticipata sarà reso più difficile attraverso un progressivo aumento della cosiddetta "finestra mobile". Attualmente, dopo aver maturato i requisiti contributivi (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne), vi è un’attesa di tre mesi prima di ricevere l’assegno previdenziale. Le nuove disposizioni sulle finestre mobili stabiliscono invece:
Tra i principali effetti:
L’introduzione di una decurtazione sul periodo di studi riscattato rappresenta una forte discontinuità rispetto al passato. Se finora l’intero periodo di laurea riscattato era computabile ai fini dell’uscita anticipata, dal 2031 solo una parte variabile potrà essere conteggiata:
| Anno di maturazione quota | Mesi non utilizzabili |
| 2031 | 6 |
| 2032 | 12 |
| 2033 | 18 |
| 2034 | 24 |
| 2035 | 30 |
Il valore dei mesi sottratti aumenta quindi progressivamente, con un impatto diretto su chi sta pianificando di utilizzare i riscatti per anticipare la pensione dopo il 2030.
Altro elemento significativo per le nuove generazioni di lavoratori riguarda l’adesione automatica alla previdenza complementare prevista per i neoassunti dal 2026, con una finestra di 60 giorni per esercitare il diritto di recesso. In mancanza di rinuncia espressa da parte del lavoratore, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) sarà destinato a fondi di previdenza complementare, rafforzando il secondo pilastro previdenziale. Previsto anche:
Il confronto politico sul tema previdenziale è stato particolarmente acceso nelle sedi parlamentari. E l'auspicio è che qualcosa possa ancora cambiare fino all'approvazione finale della Manovra, con nuovi interventi positivi sulle pensioni.
La Lega si è espressa apertamente contro le nuove norme, proponendo un subemendamento di contrarietà all’allungamento dei tempi di uscita e alla riduzione della portata del riscatto della laurea, sia per i lavoratori in servizio sia per i futuri pensionandi. In particolare:
Sul piano procedurale, la presentazione di un subemendamento può, in teoria, determinare la modifica o la cancellazione delle misure più contestate, ma ciò dipenderà direttamente dagli equilibri di maggioranza in Parlamento. Allo stato attuale, l’iter prevede che la legge di Bilancio sia discussa e votata dall’Aula del Senato e, successivamente, trasmessa blindata alla Camera per l’approvazione definitiva prima di fine anno.
In questa fase avanzata dell’iter parlamentare, i margini di modificabilità della legge di Bilancio risultano, secondo molti osservatori qualificati, ridotti. La maggioranza che ha promosso le strette sulle pensioni appare infatti intenzionata a mantenere il pacchetto di norme, nonostante il dissenso espresso da alcuni suoi esponenti.
I principali ostacoli alle variazioni delle nuove disposizioni sono: