Quali sono i rischi che corrono i lavoratori part time ai fini del calcolo della pensione finale: i chiarimenti e le spiegazioni
Aumentano davvero i rischi per i lavoratori in part time verticale, orizzontale o misto di non avere mai una pensione o di averla molto bassa? La tipologia di lavoro parziale implica, come ben noto, un ridotto orario di lavoro rispetto a quello ordinario, che è di 40 ore settimanali.
Si tratta, però, di una modalità che, seppure assicura ai lavoratori maggior tempo da destinare ad affari personali, per esempio dedicarsi alla cura della famiglia e della casa, dall’altra implica qualche rischio.
Chi svolge un lavoro part time, che sia di tipo verticale, orizzontale o misto, rischia effettivamente di avere un importo di pensione finale molto basso, o, in alcuni casi, di non poterla proprio avere al raggiungimento dei requisiti pensionistici richiesti per legge.
E il motivo è presto spiegato: lavorare a tempo parziale, per cui meno ore, implica, chiaramente, il ricevere uno stipendio più basso e, quindi, contributi minori utili ai fini della pensione, perché proporzionati sull’importo della minor retribuzione percepita.
Inoltre, a causa dello stipendio basso percepito, si corre il rischio di non poter proprio andare in pensione e questo perché non sempre un anno di lavoro corrisponde esattamente ad un anno di contributi.
Questa situazione si verifica, infatti, solo quando la retribuzione annua percepita è almeno pari alla soglia minima stabilita dalla legge.
Le norme in vigore prevedono che, perché possa essere riconosciuto un contributo settimanale pieno, è necessario che la retribuzione settimanale percepita sia almeno pari al 40% del trattamento minimo di pensione (mensile) in vigore.
Quest’anno il trattamento minimo di pensione è pari a 598,61 euro, per cui per il riconoscimento di una settimana contributiva bisogna avere una retribuzione settimanale di almeno 239,44 euro lordi.
Se, per esempio, consideriamo il caso di un lavoratore che fa un lavoro part time che percepisce 500 euro al mese di stipendio, quindi circa 125 euro a settimana, il calcolo da eseguire è il seguente: 125*52/239,44.
In questo caso, per un anno di lavoro vengono riconosciute solo 27 settimane contributive invece di 52, per cui per avere un anno pieno di contributi bisogna lavorare effettivamente quasi due anni.