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Iper ammortamento e super ammortamento 2026: le modifiche richieste dalle aziende e cosa potrebbe cambiare davvero in Manovra

di Marianna Quatraro pubblicato il
Iper ammortamento super ammortamento 202

Cosa prevedono ora super ammortamento e iper ammortamento 2026 e come potrebbero ancora cambiare fino all'approvazione definitiva della nuova Manovra Finanziaria

L’attesa approvazione della Manovra Finanziaria 2026 segna una nuova fase per il sistema degli incentivi alle imprese, riportando al centro del dibattito iper ammortamento e super ammortamento come strumenti chiave per sostenere gli investimenti produttivi e la trasformazione digitale dei processi aziendali. In un contesto fatto di limitate risorse finanziarie e crescenti esigenze di competitività, queste misure sono oggetto di discussione sia per i vantaggi promessi sia per le richieste di aggiustamento avanzate dal tessuto imprenditoriale italiano. 

Come funzionano iper ammortamento e super ammortamento: requisiti, accesso e vantaggi 2026

Nel 2026 iper e super ammortamento ritornano come strumenti di incentivazione degli investimenti aziendali in beni strumentali materiali e immateriali, con un’impronta rinnovata rispetto alle esperienze precedenti del Piano Industria 4.0 e delle successive evoluzioni del quadro normativo. Il funzionamento di questi regimi fiscali prevede meccanismi precisi e requisiti puntuali per l’accesso ai benefici:

  • Iper ammortamento: Consente una maggiorazione significativa della quota di ammortamento fiscale per investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati. Le aliquote più recenti prevedono, ad esempio, una maggiorazione del 50% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 30% per quella tra 2,5 e 10 milioni, e del 10% tra 10 e 20 milioni di euro, favorendo così una deduzione accelerata e vantaggi in termini di riduzione della base imponibile.
  • Super ammortamento: Si applica agli investimenti in beni strumentali nuovi, tradizionali, con una maggiorazione della deducibilità fiscale rispetto ai criteri ordinari. Il beneficio riguarda tipicamente macchinari, impianti, attrezzature e investimenti materiali destinati all’attività d’impresa.
Accesso ai benefici avviene tramite canali digitali ufficiali, in particolare la piattaforma “Transizione 4.0” gestita dal GSE. Le imprese devono presentare:
  • Documentazione di ordine e acconto (almeno il 20% dell’investimento) entro scadenze fissate;
  • Comunicazioni preventive e di completamento attraverso modelli standard e firma elettronica;
  • Per i beni tecnologicamente avanzati, perizia asseverata che attesti l’effettivo possesso dei requisiti tecnici e l’interconnessione ai sistemi gestionali aziendali.
Vantaggi annunciati includono:
  • Accelerazione della trasformazione digitale;
  • Rinnovo e ammodernamento degli apparati produttivi;
  • Accessibilità anche per PMI, liberi professionisti e imprese agricole, pur con alcune limitazioni per soggetti in stato di liquidazione o sottoposti a procedura concorsuale;
  • Certezza e trasparenza nella determinazione dell’incentivo, grazie all’ordine cronologico delle domande e alle comunicazioni obbligatorie.
I vantaggi risultano anche concreti in termini di liquidità fiscale, riduzione delle imposte e miglioramento dei flussi finanziari, oltre alla valorizzazione degli investimenti in ricerca, sviluppo e digitalizzazione in un’ottica di medio-lungo periodo.

Le richieste delle aziende e delle PMI: cosa non convince e quali modifiche chiedono

Il sistema produttivo italiano, tramite associazioni e rappresentanze come Confindustria e organismi delle professioni, ha espresso una serie di osservazioni critiche sulle modalità con cui iper ammortamento e super ammortamento 2026 sono stati reintrodotti. Le imprese chiedono che le misure siano più efficaci, strutturali e realmente accessibili:

  • Strutturalità e orizzonte triennale: Le aziende sollecitano un’estensione su più anni, così da pianificare investimenti con una prospettiva certa e non limitata alle sole annualità; un’esigenza sottolineata soprattutto per progetti industriali complessi.
  • Semplificazione burocratica: Le PMI evidenziano come la procedura di accesso agli incentivi resti pesantemente burocratizzata e talvolta opaca, auspicando modalità più automatiche e tempi ridotti per la fruizione degli incentivi, sul modello delle Zone Economiche Speciali.
  • Allargamento della platea: Le richieste sono tese a includere anche aziende energivore, realtà dell’agroalimentare, cooperative e imprese nei territori svantaggiati nel perimetro degli incentivi.
  • Compatibilità e cumulabilità: Un punto chiave riguarda la possibilità di cumulare le agevolazioni con altri crediti d’imposta per ricerca, sviluppo, transizione digitale ed ecologica, così da amplificare gli effetti sulla competitività.
  • Correttivi sulle misure fiscali accessorie: Appelli sono stati rivolti contro la penalizzazione del credito d’imposta, la soglia di tassazione integrale dei dividendi sotto il 10% di partecipazione, e la complessità dei meccanismi di compensazione dei crediti fiscali. In particolare, i commercialisti chiedono l’eliminazione del blocco dei pagamenti ai professionisti soggetti a controlli fiscali anche su irregolarità minime, ritenendo la misura eccessivamente penalizzante.
  • Fondo di Garanzia PMI: È stata sottolineata la necessità di prorogare e rafforzare questo strumento, garantendo così continuità all’accesso al credito soprattutto nei comparti più fragili.

Prospettive future: quali cambiamenti sono davvero probabili per iper e super ammortamento

In base alle richieste presentate, è possibile che tra i cambiamenti più plausibili per il sistema di iper ammortamento e super ammortamento potrebbero esserci:
  • Estensione temporale su base triennale: Sostenuta da molte associazioni, questa soluzione consentirebbe alle imprese di programmare investimenti con maggiore certezza.
  • Ampliamento della platea di beneficiari, alle categorie attualmente escluse.
  • Semplificazione ulteriore delle procedure amministrative e digitalizzazione integrata degli accessi agli incentivi, per ridurre i tempi di istruttoria.
  • Integrazione con finanziamenti europei, tramite strumenti come PNRR, con risorse dedicate agli obiettivi di digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

Le principali novità della Manovra 2026 per gli incentivi alle imprese

L’iter parlamentare sta portando a una serie di novità sostanziali nella struttura degli incentivi fiscali 2026:
  • Unificazione dei crediti d’imposta 4.0 e 5.0: L’obiettivo dichiarato è ridurre la frammentazione normativa, progettando un credito d’imposta unico più comprensivo, aperto anche ad imprese energivore e a settori precedentemente esclusi. La razionalizzazione mira ad abbreviare i tempi di erogazione e a favorire l’accumulabilità con altri sostegni nazionali.
  • Potenziamento e proroga del Fondo di Garanzia PMI: Si prevede il rinnovo triennale dello strumento, aumentando le risorse destinate all’accesso al credito a condizioni agevolate per micro, piccole e medie imprese, con particolare attenzione al Mezzogiorno e ai territori meno serviti.
  • Maggiorazione degli ammortamenti per nuovi investimenti: Confermate le aliquote superiori rispetto al regime fiscale ordinario, a vantaggio dei processi di modernizzazione di macchinari e impianti nei comparti manifatturiero e agricolo.
  • Interventi per il Sud: Proroga del credito d’imposta nelle ZES e ZLS, strumenti già sperimentati con successo per incentivare la crescita delle imprese nelle aree logistiche e nelle zone a fiscalità agevolata.
  • Supporto a transizione energetica e sostenibilità: Ampliamento della platea di beneficiari, con possibilità di accesso anche alle imprese più impegnate nei processi di decarbonizzazione.


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