Qual è l’importanza dei referendum sul lavoro che si voteranno a giugno sulle pensioni: cosa chiedono e cosa implicherebbero per la previdenza
Perché i referendum sul lavoro sono importanti anche per le pensioni? Si vota i prossimi 8 e 9 giugno sui referendum per il lavoro e si tratta di un voto che, come annunciato dalla Cigl, potrebbe permettere un lavoro dignitoso e non precario per tutti, diventando un elemento essenziale anche per la sostenibilità del sistema previdenziale. Vediamo di seguito perché.
Per i contratti di lavoro a termine, si vota per decidere se abrogare o meno alcune norme che oggi permettono di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato (e anche di prorogarli o rinnovarli) fino a un anno senza alcuna giustificazione, e, per quelli di durata superiore, sulla base di una giustificazione individuata dalle parti.
Il quesito è: abrogare le disposizioni vigenti, estendendo così ai rapporti di lavoro di durata infrannuale l’obbligo di giustificazione dell’apposizione del termine oggi sussistente per la stipula di contratti di lavoro di durata superiore all’anno e indicando le cause giustificative previste dalla legge o dai contratti collettivi; o mantenere la normativa vigente.
Per il quesito sulla misura massima dell’indennità da licenziamento illegittimo, pari a sei mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, si chiede se mantenerla o cancellarla per permettere al giudice di quantificare un ristoro equo con congruo effetto deterrente.
Infine, il quesito sulla responsabilità dell’imprenditore committente riguarda l'esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro.
Come ben evidente, nessuno dei quesiti da votare interessa esplicitamente le pensioni. Riguardano tutti il lavoro. Ma, come ben sappiamo, il lavoro in Italia è strettamente collegato alla previdenza, sia in termini anagrafici che contributivi.
Votando sì ai referendum della Cgil, è possibile fermare la precarietà e rendere stabile il lavoro, in modo da costruire un futuro di diritti e sicurezza per tutte e tutti.
Eliminando il lavoro precario e garantendo maggiore sicurezza negli impieghi, con salari adeguati, è chiaro che si interviene anche sulle pensioni che saranno calcolate solo con sistema contributivo.
Ciò significa che con carriere non precarie, ma continue e regolari versamenti contributivi, si potrà ottenere una pensione più dignitosa ma soprattutto sicura.
E questo implica vantaggi non solo per i soggetti interessati, vale a dire i lavoratori di oggi che potranno avere un futuro pensionistico sicuro dopo e non incerto e ‘nero’, ma anche per la sostenibilità dello stesso sistema previdenziale.