Quali sono i motivi per cui lo Stato non riesce a recuperare soldi dai dovuti pagamenti dei cittadini pur definendo spesso piani agevolati
Quali sono i motivi per cui lo Stato non riesce a far pagare le tasse nonostante le agevolazioni per i pagamenti? L'importo delle tasse non pagate supera i mille miliardi di euro e si tratta di un debito che lo Stato non riesce proprio a recuperare, nonostante da tempo ormai i diversi governi mettano in atto sanatorie, condoni, rottamazioni per agevolare il pagamento di tutti i contribuenti.
Stando a quanto previsto, i contribuenti che al 31 dicembre 2024 sono decaduti dal piano della vecchia rottamazione per mancato o tardivo versamento delle rate possono rientrarvi con la possibilità di presentare una nuova dichiarazione di adesione entro il 30 aprile 2025.
I contribuenti riammessi potrebbero o decidere di pagare in un’unica soluzione l’importo dovuto entro il 31 luglio 2025, o rateizzare il debito fino a un massimo di dieci rate consecutive, calcolando l’applicazione di interessi al 2% annuo.
La riapertura non riguarderebbe nuovi ‘debitori’ ma solo ed esclusivamente chi aveva già presentato la richiesta. I contribuenti decaduti sarebbero circa 500 mila, sui 3,8 milioni che a giugno ’23 aderirono alla quarta edizione della rottamazione.
Il sistema di pagamento agevolato riparte ma i suoi primi risultati sono stati deludenti e, nel frattempo, il governo discute anche della possibilità di approvazione di una nuova definizione agevolata delle cartelle, la quinquies, fortemente voluta dalla Lega.
La nuova rateizzazione interesserebbe le cartelle tra il primo luglio 2022 e il 31 dicembre 2023, con la possibilità di pagare in un massimo di 120 rate mensili, per un periodo di 10 anni, molto più dei cinque anni (per 18 rate) stabiliti per la rottamazione quater.
Inoltre, la rottamazione quinquies prevederebbe il pagamento di rate sempre di uguale importo, senza maxi rate iniziali, e non implicherebbe la decadenza immediata, perche permetterebbe di saltare fino a 8 rate, anche non consecutive.
Le rottamazioni che negli anni si sono susseguite e le diverse sanatorie non hanno portato i risultati sperati: vi hanno sempre aderito milioni di contribuenti, ma meno della metà hanno effettivamente pagato.
Molti contribuenti, infatti, aderiscono, pagano una rata, e poi interrompono i piani, riuscendo comunque ad ottenere la sospensione delle procedure esecutive di riscossione. A questo punto, o bisogna attendere molto altro tempo perché vengano riattivate, o comunque è possibile che venga nel frattempo definita una nuova rottamazione a cui aderire. E così il ciclo continua.
Il problema del contrasto all'evasione in Italia è un problema tanto meramente fiscale, quanto finanziario e politico.
Nonostante le procedure snellite da quest’anno, i tempi ridotti per la riscossione per i mancati pagamenti di tasse, tributi, imposte, multe, bollette, sanzioni, ecc, sono ancora troppo lunghi.
Può capitare che a volte cadano in prescrizione, e così chi non ha pagato si libera del debito senza far nulla. Ci sono poi i casi dei condoni, come quello fino a mille euro di solo qualche anno fa, che ha cancellato completamente i debiti per i contribuenti che avevano accumulato debiti fino a mille euro. E poi ci sono le sanatorie e le rottamazioni fiscali.
Grazie a questi sistemi di pagamento agevolato e in comode rate, molti contribuenti, in debito con il Fisco, aderiscono ai diversi piani per evitare di ricevere provvedimenti di esecuzione forzata, come fermi amministrativi o pignoramenti, iniziano a pagare e in alcuni casi terminano, regolarizzando la propria posizione, ma nella maggior parte dei casi dopo il primo o al massimo il secondo pagamento smettono di pagare.
Questo permette loro di non ricevere alcun provvedimento grave e, allo stesso tempo, di non pagare più, nell’attesa di ulteriore tempo che passa e, forse, di nuovi piani agevolati. Ed è chiaro come, capito il meccanismo, siano in tanti ad approfittarsene.
Dal canto suo, lo Stato, pur rendendosi conto dei pochi incassi che ottiene rispetto a quelli che dovrebbe, comunque va avanti per le strade delle rottamazioni e dei pagamenti agevolati, forse pensando che sia meglio riscuotere ‘qualcosa’ che nulla.
Del resto, le risorse economiche servono per l’attuazione di altre misure e spesso è meglio averne meno che nulle. Della serie, basta accontentarsi.