Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Perché il Tesoro valuta la privatizzazione e la quotazione in Borsa della Zecca dello Stato? Conseguenze, pro e contro

di Marcello Tansini pubblicato il
Zecca dello Stato

La possibile privatizzazione e quotazione in Borsa della Zecca dello Stato si inserisce nel piano del Tesoro tra opportunità, rischi e implicazioni. Tra pubblico e privato, il futuro dell'istituto.

L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), storico simbolo della tradizione statale italiana, rappresenta uno degli esempi più emblematici di questa intersezione. Negli ultimi mesi, il possibile cambio di paradigma con l'ingresso della Zecca in Borsa ha guadagnato attenzione tra esperti, policy maker e investitori.

Il dibattito si concentra sull'opportunità di avvicinare un ente tradizionalmente pubblico al mercato azionario, aprendo così la strada a nuovi modelli di governance e finanziamento. Questo scenario pone interrogativi rilevanti su identità, sicurezza e futuro di un'istituzione centrale per la vita economica e sociale del Paese.

Il piano di privatizzazioni del Tesoro: contesto e obiettivi

All'interno del piano nazionale di privatizzazioni, la possibile apertura della Zecca dello Stato al mercato si inserisce in un disegno di ampio respiro volto a razionalizzare il patrimonio pubblico e ridurre il debito. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) sta valutando una serie di dismissioni con un obiettivo dichiarato: raccogliere circa 20 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026, senza però perdere il controllo su asset ritenuti strategici. Le recenti cessioni parziali di Eni, Italiana Trasporti Aerei e Monte dei Paschi di Siena hanno già tracciato una traiettoria in questa direzione.

Le ragioni che motivano l'estensione del piano alla Zecca dello Stato sono molteplici:

  • Valorizzazione di asset storici: la quotazione consentirebbe di mettere a rendimento un patrimonio dal forte valore simbolico e industriale.
  • Sostegno alla finanza pubblica: la raccolta di risorse attraverso investitori istituzionali e privati può contribuire all'alleggerimento del debito nazionale.
  • Modernizzazione e trasparenza gestionale: l'apertura al mercato implica conformità a standard elevati in termini di governance, accountability e trasparenza.
  • Efficienza e razionalizzazione: la sfida è stimolare competitività e innovazione all'interno di asset pubblici, preservando comunque funzioni di interesse collettivo.
Secondo indiscrezioni, lo studio delle possibili modalità di apertura riguarda in particolare la vendita di quote di minoranza, così da permettere allo Stato di mantenere la supervisione delle attività più sensibili. Tale impostazione mira a bilanciare esigenze diverse: da un lato, l'attrattività verso investitori e, dall'altro, la protezione degli interessi nazionali.

L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: ruolo, attività e numeri

L'IPZS non si limita al solo conio delle monete: oggi è una società per azioni a capitale interamente pubblico, immersa in un processo di profonda diversificazione. Tra i principali ambiti operativi emergono:

  • Documenti d'identità e di riconoscimento: produzione e gestione della Carta d'Identità Elettronica, passaporti elettronici e permessi di soggiorno, con soluzioni tecnologiche anti-contraffazione.
  • Monetazione: fabbricazione di monete metalliche per l'Italia e per altri Stati, oltre alla produzione di monete per collezionisti.
  • Anticontraffazione e tracciabilità: stampa di contrassegni di Stato come bollini farmaceutici e fascette per bevande alcoliche, servizi che rafforzano la sicurezza nei settori regolamentati.
  • Servizi digitali e Cybersecurity: sviluppo di infrastrutture digitali per l'identità nazionale, come l'IT-Wallet per portafogli documentali digitali.
  • Stampa di sicurezza e pubblicazioni ufficiali: gestione della stampa di valori bollati, francobolli e della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Questa versatilità ha trovato riscontro nei dati economici più recenti. Nel 2024, l'Istituto ha registrato un fatturato di 613 milioni di euro (+9% rispetto all'anno precedente) e un utile netto record di 152,5 milioni. La crescita di tutti i principali indicatori si accompagna a una solida politica di dividendi: nell'ultimo esercizio sono stati distribuiti quasi 145 milioni di euro al MEF.

Di seguito una sintesi dei dati principali:

Ricavi 2024

613 milioni €

Utile netto 2024

152,5 milioni €

Dividendi al MEF

144,88 milioni €

EBITDA

231 milioni €

Il trend positivo, testimoniato dal continuo miglioramento dei risultati finanziari (nonostante alcune perdite di business nella stampa legale), rafforza la percezione di affidabilità e competitività dell'IPZS sui mercati, elementi che ne aumentano l'attrattività per potenziali investitori.

La quotazione in Borsa: scenari e tempistiche previsti

L'eventuale sbarco dell'IPZS a Piazza Affari rappresenterebbe un passaggio inedito nella storia delle partecipazioni pubbliche italiane. Tra le ipotesi considerate, prevale quella della vendita di una quota minoritaria - potenzialmente fino al 49%. L'obiettivo dichiarato è mantenere il controllo delle attività sensibili, specie quelle legate a sicurezza, identità digitale e produzione di moneta nazionale.

Il meccanismo più accreditato è l'IPO (Initial Public Offering): la società offrirà parte delle proprie azioni a investitori privati attraverso processi regolati e soggetti a vigilanza, secondo le normative vigenti. Fra le tutele previste, il ricorso al cosiddetto Golden Power, uno strumento normativo che permette all'esecutivo nazionale di bloccare o condizionare operazioni societarie in presenza di rischi per gli interessi strategici dello Stato (vedi Decreto Legge 21 marzo 2012, n. 21).

Non sono stati ancora resi noti dettagli ufficiali sulle tempistiche. Da fonti ministeriali emerge che l'operazione potrebbe richiedere diversi mesi di pianificazione tecnica, valutazione degli asset e interlocuzione con le autorità di mercato, per garantire la massima trasparenza e chiarezza. È verosimile che la fase di avvicinamento si completi entro il ciclo triennale delle privatizzazioni, ovvero entro il 2026, in linea con le scadenze fissate dal Governo.

Vantaggi attesi della privatizzazione e della quotazione

Un'eventuale apertura del capitale dell'IPZS ai mercati finanziari porta con sé un ventaglio di vantaggi:

  • Raccolta di capitali freschi: la vendita di azioni consente di attrarre risorse utili sia per le casse pubbliche (riduzione del debito) sia per investimenti futuri nella società stessa.
  • Miglioramento della governance: la presenza di nuovi azionisti, abituati a standard elevati di trasparenza e accountability, può favorire una più efficiente amministrazione interna e decisionale.
  • Ampio accesso al know-how di mercato: la contaminazione con il settore privato può stimolare l'innovazione nei processi produttivi e nella trasformazione digitale.
  • Valorizzazione delle attività digitali e anticontraffazione: i settori legati all'identità digitale, alla sicurezza informatica e alla tracciabilità potrebbero accelerare lo sviluppo, rafforzando la posizione internazionale dell'azienda.
  • Espansione delle opportunità di business: l'IPZS può divenire piattaforma di lancio per nuove collaborazioni, partnership e commesse pubbliche e private, anche su scala europea.
  • Attrattività agli occhi degli investitori: la natura stabile e la diversificazione del business rendono IPZS un potenziale titolo interessante in ottica di lungo periodo.
Questi effetti, già riscontrati in precedenti privatizzazioni, sono generalmente accompagnati da una maggiore attenzione a performance e sostenibilità, con impatti positivi sui risultati di bilancio.

Rischi e criticità: cosa potrebbe andare storto?

Non mancano aspetti controversi e aree di incertezza nell'immaginare un futuro a partecipazione privata per la Zecca dello Stato. Tra i rischi principali emergono:

  • Tutela degli interessi pubblici: aprire la compagine azionaria a entità non statali, anche solo parzialmente, rende necessaria una vigilanza rafforzata su settori chiave come produzione di documenti di sicurezza e servizi digitali strategici.
  • Rischio di minor trasparenza nel lungo periodo: un mancato equilibrio tra profitto e missione pubblica può generare conflittualità e riduzione della fiducia.
  • Possibili pressioni su dipendenti e modelli organizzativi: la spinta a massimizzare utili e produttività può tradursi in tensioni sindacali o in modifiche nella gestione delle risorse umane, soprattutto per chi oggi opera con inquadramento pubblicistico.
  • Influenza di investitori esteri: senza il corretto ricorso ai poteri speciali di legge, esiste la possibilità che soggetti stranieri ottengano una presenza significativa in un asset sensibile.
  • Tempistiche ed esecuzione: l'esperienza recente del mercato italiano indica che quotare realtà publiche richiede tempi lunghi e complesse interlocuzioni con regolatori, con rischio di ritardi.
Infine, va considerata la possibile reazione degli stakeholder interni ed esterni, tra cui cittadini, dipendenti, operatori pubblici e privati, che potrebbero manifestare perplessità in merito a una potenziale modifica dell'identità aziendale o a futuri cambiamenti nei servizi resi.

Conseguenze per Stato, investitori e dipendenti

Le ripercussioni della quotazione coinvolgono più livelli ed attori:

  • Istituzioni pubbliche: per lo Stato, il mantenimento della quota di maggioranza e l'attivazione del Golden Power rappresentano garanzie contro derive privatistiche eccessive su asset sensibili, mentre la liquidità incassata può contribuire a politiche di austerità e sviluppo.
  • Investitori e risparmiatori: l'accesso a un titolo ancorato a servizi regolamentati e a partnership di lungo periodo con lo Stato può essere letto come una promessa di stabilità e dividendo costante, anche se pesano incognite legate al prezzo di collocamento e alle prospettive di crescita del business.
  • Dipendenti e collaboratori: la transizione a una società quotata potrebbe incidere sulle politiche retributive, sui percorsi di carriera e sulla cultura aziendale, imponendo l'aggiornamento di competenze e maggior attenzione ai criteri di produttività e innovazione. Per alcuni, si potrebbero aprire nuove opportunità nel privato.
In questo quadro la gestione della fase di transizione e del dialogo con le parti sociali sarà decisiva per evitare impatti negativi e garantire una valorizzazione sostenibile nel tempo.


Leggi anche