Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale prevede un coordinamento tra le sanzioni penali e amministrative, tenendo conto di quelle già applicate.
Se si hanno debiti con l'Agenzia delle entrate o cartelle non pagate, quali sanzioni si applicano nel 2024? Il decreto sulle sanzioni fiscali, che rivede il sistema sanzionatorio tributario, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, portando con sé numerose novità. Questo intervento introduce nuovi casi di non punibilità, aumenta la proporzionalità delle sanzioni amministrative e rivede i rapporti tra processi penale e tributario.
Le nuove norme puntano a integrare meglio i vari tipi di sanzione, applicando in maniera più stringente il principio di proporzionalità. Sebbene il provvedimento sia già in vigore, alcune novità entreranno in applicazione a partire dal primo settembre. Il decreto introduce vari cambiamenti nel meccanismo sanzionatorio tributario. Tra i principali interventi c'è la riduzione delle percentuali applicabili alle sanzioni amministrative. L'obiettivo è razionalizzare il sistema sanzionatorio, sia amministrativo sia penale, favorendo un'integrazione più stretta tra i diversi tipi di sanzione.
Questi cambiamenti verranno implementati in modo graduale con l'intenzione di allineare il sistema italiano agli standard europei. Ecco le novità ufficiali:
Non sarà punibile chi omette versamenti di Iva e ritenute se le cause sopravvenute non sono imputabili all’autore. Questo riconosce le difficoltà oggettive che possono impedire il pagamento tempestivo delle imposte. In caso di pagamento rateale in corso, non scatterà il reato tributario per omessi versamenti di Iva oltre i 250.000 euro e di ritenute oltre i 150.000 euro. Questa disposizione offre flessibilità ai contribuenti che stanno regolarizzando la loro posizione fiscale.
Il decreto chiarisce la distinzione tra crediti non spettanti e crediti inesistenti. Viene introdotto un meccanismo di compensazione tra i crediti maturati nei confronti della pubblica amministrazione e i debiti relativi alle imposte sui redditi, emersi a seguito di avvisi bonari.
A partire dal primo settembre, le sanzioni amministrative verranno ridotte con un tetto massimo che scende al 120%. Se c'è incertezza normativa, non sarà punibile chi si adegua ai chiarimenti forniti, presentando la dichiarazione integrativa e versando l’imposta dovuta entro 60 giorni dalla pubblicazione dei chiarimenti stessi. Le sanzioni aumenteranno fino al doppio per chi commette le stesse violazioni nei tre anni successivi alla sentenza che accerta la violazione o alla inoppugnabilità dell’atto.
Il decreto introduce la pena della reclusione da sei mesi a due anni per omesso versamento di ritenute dovute e certificate per importi superiori a 150.000 euro e di Iva per importi superiori a 250.000 euro. La pena si applica:
Secondo l'articolo 131-bis del Codice penale, il giudice deve considerare una serie di fattori:
Passando all'ambito amministrativo, il decreto stabilisce che il contribuente non sarà punito se si adegua alle indicazioni dell'amministrazione finanziaria contenute in circolari, interpelli o consulenze. Questo principio si applica solo se il contribuente provvede, entro sessanta giorni dalla pubblicazione delle indicazioni, a presentare la dichiarazione integrativa e a versare l’imposta dovuta.