Sono tanti, secondo i numeri, i nullatenenti in Italia ma i dati reali sono decisamente diversi: i vantaggi riconosciuti e i chiarimenti
Quanti sono i nullatenenti dichiarati in Italia attualmente? Secondo i numeri e le statistiche, il nostro Paese è pieno di nullatenenti, di gente che guadagna così poco da essere esentata dal pagare le tasse, di chi non riesce neanche ad avere un pasto al giorno.
Eppure molti numeri non tornano, anche alla luce delle diverse truffe emerse relative alle reali condizioni economiche di chi ha richiesto e usufruito del reddito di cittadinanza e di altri sostegni per i bisognosi. E allora ci si chiede qual è la reale povertà in Italia.
L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani, mentre l’incidenza di povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è stabile rispetto al 2022.
Si contano, poi, oltre 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà ed è in lieve crescita l’incidenza di povertà relativa individuale che arriva al 14,5% dal 14,0% del 2022, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di individui.
Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), l’impatto dell'inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta.
Secondo le statistiche, il Belpaese è, dunque, pieno di nullatenenti e poveri, ma i numeri reali sono nettamene differenti. Dei numeri riportato, solo circa il 20% è davvero nullatenente.
I vantaggi per i nullatenenti nel nostro Paese sono comunque diversi e anche molteplici, considerando le misure vigenti, tra i diversi bonus disponibili, come l’assegno unico per i figli, che chi non ha nulla è di importo elevato, il bonus asilo nido, i sostegni contro la disoccupazione, dall’indennità Naspi, all’assegno di inclusione, al Supporto per la formazione e il lavoro, per arrivare ai bonus sociali, come quelli riconosciuti per il pagamento delle bollette di luce e gas.
Per chi rientra tra i cosiddetti poveri non sussiste neppure il rischio di pignoramento dei beni.
La normativa vigente prevede, infatti, che non possono essere pignorati i crediti aventi per oggetto le prestazioni per il sostentamento di persone che rientrano nell'elenco dei poveri, o i sussidi dovuti per maternità, malattie, ecc.
Considerando i vari bonus e le agevolazioni in vigore, chi è nullatenente può arrivare comunque ad avere un reddito annuo che può diventare anche relativamente elevato.
Per esempio, considerando una famiglia rientrante nei parametri della povertà, in cui sono presenti due figli minorenni, per cui ci ha diritto ad avere l’importo massimo di assegno unico che quest’anno è di 201 euro al mese (per 12 mensilità), a cui aggiungere magari i 500 euro mensili, sempre per 12 mensilità, del supporto per la formazione e il lavoro se un membro della famiglia frequenta corsi di formazione per il rientro nel mondo occupazione, si può arrivare ad avere un importo complessivo di 8.412 euro, a cui aggiungere un’ulteriore cifra, variabile, di bonus sociali per le bollette che può superare i mille euro, per un totale di circa 10mila euro annui.
In diversi casi (e non pochi), si può arrivare ad ottenere anche di più, in media anche 15mila euro, fino a punte di 20mila euro. Certo in altri anche molto meno dei 10mila appena poco sopra detti.. Tutti dipendente dalle singole situazioni familiari.