Nel 2025 il sistema pensionistico italiano prevede importanti aggiornamenti che incidono sensibilmente sull’importo dell’assegno rispetto allo stipendio percepito, a causa del nuovo montante contributivo e della rivalutazione collegata al tasso di capitalizzazione del PIL. Accedere alla pensione quest’anno comporta tenere conto non solo delle normative vigenti sul calcolo contributivo, ma anche delle recenti modifiche ai coefficienti di trasformazione, dei requisiti di accesso alle varie forme di pensionamento e delle differenti modalità di rivalutazione degli assegni. Comprendere come questi elementi interagiscano permette a lavoratori e futuri pensionati di pianificare in modo più consapevole il passaggio dalla retribuzione alla pensione pubblica.
Come si calcola la pensione nel 2025: retributivo, contributivo e misto
I metodi di calcolo della pensione in Italia si distinguono in:
- Retributivo: applicato ai contributi maturati fino al 31 dicembre 1995 (o al 31 dicembre 2011 per chi aveva almeno 18 anni di contributi al 1995). Qui l’assegno è legato alle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro.
- Contributivo: opera per chi ha iniziato a versare dopo il 1995 o opta per il ricalcolo. L’importo dipende dai contributi versati durante tutta la carriera lavorativa, dal tasso di capitalizzazione e dai coefficienti di trasformazione (aggiornati periodicamente secondo l’aspettativa di vita rilevata dall’Istat).
- Misto: rappresenta una combinazione dei due precedenti, riservata a chi aveva meno di 18 anni di contributi al 1995, con quota retributiva fino al 1995 (o al 2011) e quota contributiva per il periodo successivo.
Nel sistema
contributivo, che riguarda ormai la maggioranza dei nuovi pensionati, il tasso di sostituzione, ossia il rapporto tra pensione e ultimo stipendio, appare generalmente inferiore rispetto al passato. I lavoratori con carriere continue e retribuzioni più elevate ricevono una pensione più allineata all’ultimo stipendio; viceversa, chi ha avuto lavori discontinui o redditi bassi riscontra un divario più marcato.
Maggiori dettagli e spiegazioni sui vari sistemi possono essere approfonditi sui portali INPS e nella sezione Come aumentare l'importo della pensione con il ricalcolo contributivo.
Il nuovo montante contributivo e le sue conseguenze sull’importo della pensione
Il montante contributivo rappresenta la somma di tutti i contributi previdenziali versati durante la carriera lavorativa, rivalutati annualmente tramite il tasso di capitalizzazione (proporzionato all’andamento del PIL). Nel 2025, questo tasso è superiore al biennio precedente, traducendosi in una rivalutazione del montante più consistente. Tuttavia, la contestuale riduzione dei coefficienti di trasformazione comporta che, nonostante il maggiore valore del montante, la rendita attesa può risultare complessivamente stabile o leggermente inferiore rispetto agli anni scorsi, soprattutto per chi va in pensione a parità di età e contributi rispetto al biennio 2023-2024.
Per esempio, con un montante contributivo di 100.000 euro e coefficienti in vigore per il 2025, l’importo della pensione annuale a 67 anni si ricava moltiplicando i 100.000 euro per il coefficiente di trasformazione corrispondente (5,61%). Il risultato sarà 5.610 euro annui di quota contributiva (anche se la pensione lorda complessiva può essere più alta per chi ha diritto a quote retributive).
Cosa cambia per chi va in pensione nel 2025 rispetto allo stipendio percepito
Rispetto allo stipendio, la pensione nel sistema contributivo puro continua a restare sensibilmente più bassa, soprattutto in assenza di periodi lavorativi lunghi o stipendi elevati.
Tuttavia, la rivalutazione superiore del montante contributivo nel 2025 rispetto al recente passato può portare a una lieve mitigazione del “tasso di sostituzione”, ovvero la percentuale della pensione rispetto all’ultimo stipendio. In pratica:
- Con 20 anni di contributi e uno stipendio medio di 1.500 euro mensili, la pensione lorda può aggirarsi intorno ai 575 euro.
- Con 30 anni di versamenti, l’assegno può raggiungere 900 euro lordi.
- Solo superando i 40 anni di contributi il rapporto pensione/ultimo stipendio (tasso di sostituzione) si avvicina al 75-83% nella forma mista.
La possibilità di integrare la pensione pubblica con la previdenza complementare (ovvero fondi pensionistici integrativi) rappresenta oggi una strategia essenziale, raccomandata anche dalla normativa specifica (D.Lgs. 252/2005). Nel 2025, è consentito sommare la rendita proveniente dai fondi pensione al trattamento Inps per raggiungere la soglia minima prevista per il pensionamento anticipato contributivo, requisito fissato a 3 volte l'assegno sociale (con seuils ridotti per le donne con figli).
Simulazione calcolo pensione 2025 rispetto allo stipendio
Per fornire una simulazione concreta, consideriamo il caso di un lavoratore con:
- Montante contributivo maturato: 100.000 euro
- Età al pensionamento: 67 anni
- Coefficiente di trasformazione 2025: 5,61%
Calcolo:
- Quota annua: 100.000 x 5,61% = 5.610 euro
- Quota mensile lorda: 5.610 / 13 = circa 431 euro
Naturalmente, l’importo reale può aumentare se il lavoratore possiede una quota retributiva o altri bonus riconosciuti. Contribuzioni più prolungate, stipendi più alti e una pianificazione della reversibilità consentono di migliorare l’importo finale percepito rispetto allo stipendio dell’ultimo periodo.
Domande Frequenti – FAQ
- Come posso consultare il mio estratto conto contributivo?
Accedendo al portale INPS tramite SPID, CIE o CNS, è possibile consultare l’estratto conto aggiornato e scaricarlo anche in formato .pdf o .xml.
- Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2025?
67 anni di età e 20 anni di contributi (con deroghe per particolari categorie a 15 anni), oppure 71 anni in assenza di retribuzioni prima del 1996 (con importo almeno pari all’assegno sociale).
- Quando si applica il calcolo contributivo puro?
Per chi inizia a lavorare dal 1° gennaio 1996, per chi opta per la totalizzazione nazionale o chi compie scelte specifiche come Opzione Donna o Quota 103.
- Cos’è il coefficiente di trasformazione?
Il valore percentuale che moltiplica il montante contributivo per determinare la quota annua di pensione, variabile in base all’età anagrafica di uscita dal lavoro e aggiornato biennalmente.
- Che impatto avrà la rivalutazione 2025 sulle pensioni minime?
Le pensioni minime saranno rivalutate del 2,2%, portando l’importo mensile minimo a circa 598,61 euro, come dettagliato in Pensione minima 2025.
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