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Riforma disabili, a che punto è il tanto atteso decreto legge e cosa prevede?

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma disabili situazione

E’ stata rinviata al 2027 l’entrata in vigore ufficiale delle nuove norme del Decreto disabilità del governo Meloni dopo la fase sperimentale: i problemi emersi

A che punto è il Decreto disabilità del governo Meloni? Sarebbe dovuta entrare in vigore ufficialmente l’anno prossimo dopo un periodo di sperimentazione la riforma sulla disabilità che, però, come già anticipato, slitterà ancora al 2027 a causa di diversi problemi emersi, soprattutto relativi alle nuove procedure per ottenere il riconoscimento di invalidità e i diritti collegati. Ma vediamoli nel dettaglio.

  • I problemi emersi per l’attuazione del nuovo decreto per i disabili
  • Cosa prevede la riforma

I problemi emersi per l’attuazione del nuovo decreto per i disabili

Le misure del Decreto disabilità sono state ben accolte al momento della loro approvazione, grazie alle semplificazioni e alle facilitazioni introdotte nello svolgimento di procedure fondamentali, come il nuovo riconoscimento dell’invalidità. 

Le novità, però, entreranno a regime su tutto il territorio nazionale non più il primo gennaio 2026, ma il primo gennaio 2027.

Dal 30 settembre 2025 le attività di sperimentazione sono state, inoltre, allargate ad altre undici province (Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Provincia autonoma di Trento, Aosta) che si vanno ad aggiungere alle nove già individuate in precedenza (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste).

La fase sperimentale interessa anche quattro ulteriori patologie, oltre alle tre già individuate in precedenza (autismo, sclerosi multipla, diabete mellito di tipo 2), che sono le cardiopatie, le broncopatie, l’artrite reumatoide e le malattie oncologiche.

Il rinvio di un anno della riforma della disabilità dipende da diversi problemi: per esempio, serve oltre un’ora solo per compilare il cosiddetto certificato introduttivo che deve essere fatto dai medici di medicina generale, già oberati di compiti burocratici e di cura dei propri pazienti.

Sono, inoltre, ancora troppo pochi i medici legali e il personale dell’Inps dedicati alla sperimentazione e ciò significa che, invece di rendere più agevole e il percorso per il riconoscimento di invalidità e i relativi diritti, tutto è più complesso.

Se, infatti, prima il riconoscimento dell’invalidità passava da Asl e Inps, ora tutto è nelle mani nell’Istituto, dalla presentazione, alla gestione delle domande, alla valutazione fino all’erogazione di eventuali prestazioni economiche.

Ma nelle province dove è partita la sperimentazione, l’Inps non è pronto a svolgere tutti questi compiti e questo è il motivo per cui ha bisogno di una fase transitoria più lunga, di due anni. 

Cosa prevede la riforma

Sono tante e diverse le novità previste dal Decreto disabilità del governo Meloni.

Cambia innanzitutto la definizione della condizione di disabilità, per cui, se prima potevano accedere alle agevolazioni coloro che avevano una minoranza fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, ora tale dicitura è stata modificata.

D’ora in poi possono ottenere la Legge 104 coloro che dimostrano di avere compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita.

Un’altra importante novità riguarda le procedure di accertamento dell’invalidità civile, riservate unicamente all’Inps.

L’obiettivo è accelerare le procedure e concluderle entro 90 giorni dalla ricezione del certificato medico da parte dell’Istituto, con ulteriore riduzione dei tempi a 15 giorni per coloro che presentano patologie gravi e a 30 giorni per i minori.

Sono state, inoltre, eliminate le visite di rivedibilità. L’esito della valutazione di base sarà, infatti, attestato da un certificato con validità illimitata nel tempo.

E’ stato poi introdotto il principio di accomodamento ragionevole, che prevede misure per la valorizzazione delle persone, con l’obiettivo di garantire il rispetto del principio della parità di trattamento delle persone con disabilità, secondo cui il datore di lavoro deve prendere i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze concrete, per consentirne l’accesso al lavoro.

Un’altra novità prevista dal nuovo decreto è il Progetto di Vita individuale e personalizzato, che mira a definire i bisogni specifici della persona, sia in termini di assistenza, e sia per il miglioramento delle sue condizioni di vita complessive, incoraggiando la partecipazione attiva in diversi ambiti come quello scolastico o lavorativo.

Rientra nel Progetto di vita personalizzato la valutazione multidimensionale, un processo interdisciplinare volto a identificare e descrivere la natura e l'entità dei problemi di carattere fisico, psichico, funzionale e relazionale-ambientale di una persona.