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Riforma pensioni 2024, interventi previsti non sono ancora conclusi dopo giudizio Ue su manovra

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Ancora possibili interventi sulla riforma pensioni 2024 in arrivo dopo recente intervento dell’Ue: cosa potrebbe ancora cambiare e chiarimenti

Quali sono gli interventi previsti non sono ancora conclusi sulla riforma delle pensioni 2024 dopo l'intervento l'Ue su manovra? La Manovra Finanziaria 2023-2024 è stata presentata all'Europa che ha espresso un giudizio chiaroscuro sui provvedimenti definiti dal governo Meloni, definiti, complessivamente, non pienamente in linea. Non si tratta di un giudizio totalmente negativo da parte dell'Ue nei confronti della Manovra 2024 italiana ma neppure di un giudizio positivo e di apprezzamento delle misure. 

  • Intervento Ue su nuova Manovra 2023-22024 italiana
  • Quali sono gli interventi previsti non ancora conclusi su riforma pensioni 2024 dopo recente intervento Ue 

Intervento Ue su nuova Manovra 2023-22024 italiana

L’Ue ha semi-promosso la nuova Manovra Finanziaria 2023-2024 con diritto di riserva e potrebbe essere a rischio di procedura di infrazione tra pochi mesi. La Commissione Ue ha sottolineato che nel piano di Bilancio presentato l'Italia non rispetta pienamente il tetto di spesa previsto per il prossimo anno in base alle raccomandazioni del Consiglio Ue. 

L’Italia è stata, in particolare, richiamata sulle voci spese e deficit, con particolare attenzione a misure specifiche come taglio del cuneo fiscale aumentato confermato per il 2024 e pensioni e Bruxelles ha chiesto all’Italia di essere pronta a correzioni e ad introdurre le misure necessarie per sistemare le finanze pubbliche.

In primavera potrebbe, dunque, prospettarsi l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nel 2024 e per evitarla l’Italia potrebbe effettivamente procedere ad una correzione, che potrebbe non interessare necessariamente taglio del cuneo fiscale o pensioni, anche se l'Ue indicherà di intervenire proprio su pensioni e taglio del cuneo fiscale, come già anticipato.

Quali sono gli interventi previsti non ancora conclusi su riforma pensioni 2024 dopo recente intervento Ue 

In vista di una possibile procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, che l’Italia però punta ad evitare, si potrebbe intervenire sulle pensioni con modifiche ancor più restrittive ma, presumibilmente, tali modifiche non riguarderanno i sistemi di uscita anticipata, come quota 103, ape social o opzione donna confermati che, seppur temporanei e non strutturali, una volta al via nel 2024 difficilmente potranno essere bloccati in corso d’anno, bensì ricalcoli degli importi di pensione.

Sappiamo bene ormai che gli importi delle pensioni sono destinati ad aumentare a partire da gennaio 2024 per effetto della rivalutazione annua delle pensioni che, a prescindere da un più o meno alto tasso di perequazione, comunque saranno ricalcolati e seppur in misura differente in base alle percentuali rivalutative ancora modificate dal governo per il 2024.

Le percentuali di rivalutazione delle pensioni 2024 sono le seguenti: 

  • del 100% sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (per pensioni fino a 2.102 euro);
  • del 90% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (per pensioni tra 2.102-2.627 euro); 
  • del 53% sulle pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (per pensioni tra 2.627-3.152 euro);
  • del 47% sulle pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (per pensioni tra 3.152-4.203 euro);
  • del 37% sulle pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (per pensioni tra 4.203-5.254 euro);
  • del 22% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (per pensioni superiori ai 5.254 euro).
Gli interventi peggiorativi sulle pensioni per evitare la procedura di infrazione in primavera da parte dell’Ue per far riquadrare i conti potrebbero interessare la rivalutazione delle pensioni in corso anno con indice definitivo.

Le rivalutazioni pensionistiche ogni anno, a inizio annuo, avvengono su tasso provvisorio, generalmente considerando inflazione e andamento dei prezzi fino ad ottobre dell’anno precedente, per permettere all’Inps di avere il tempo del giusto ricalcolo di tutte per le pensioni da gennaio.

Poi in corso d’anno si definisce il tasso di rivalutazione definito delle pensioni, basato su andamento di inflazione e andamento dei prezzi degli ultimi mesi dell’anno precedente e di solito in questi anni è sempre più alto. Nel 2023, il tasso provvisorio di rivalutazione delle pensioni è stato del 7,3% aumentato all’8,1% per il tasso definitivo.

Probabilmente, invece, per evitare una maggiore spesa, il tasso definitivo di rivalutazione delle pensioni potrebbe restare simile a quello temporaneo che sarà definito a breve per il ricalcolo pensionistico di gennaio 2024. In alternativa, si potrebbe intervenire, anche se non è stata mai annunciata come misura dal governo, con una patrimoniale o una tassazione una tantum sulle pensioni molto più alte.  
 

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