Il rinnovo del CCNL Medicina Generale 2022-2024 porta aumenti agli stipendi, nuove normative e cambiamenti per i medici di famiglia, medicici 118 e di continuità assitenziale tra opportunità, criticità e dibattito sulle prospettive future della categoria.
L’aggiornamento della contrattazione collettiva nella sanità rappresenta sempre un passaggio di rilievo per il comparto, interessando sia i medici di famiglia sia i professionisti che operano nell’ambito delle cure primarie. La recente firma della pre-intesa per il contratto collettivo nazionale 2022-2024 per la medicina generale segna un allineamento tra le normative statali e la disciplina applicata ai medici di base. Questa intesa, frutto di un dialogo intenso tra sindacati di categoria e istituzioni, introduce importanti correttivi e traccia la rotta per il prossimo ciclo di rinnovi.
L’aspetto economico del rinnovo contrattuale 2022-2024 in medicina generale è stato al centro del confronto sindacale. Il nuovo CCNL prevede un aumento retributivo complessivo del 5,78%. Tale incremento interessa sia i medici di famiglia che quelli di continuità assistenziale e del servizio 118. La destinazione delle risorse segue una ripartizione precisa: circa il 70% dei fondi va a rafforzare le quote fisse capitarie e orarie, garantendo maggiore certezza di reddito agli operatori, mentre il restante 30% è destinato a un fondo specifico per le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), incentivando l’adesione a nuovi modelli organizzativi e il raggiungimento di obiettivi prefissati.
| Percentuale incremento | 5,78% |
| Totale risorse annuali | Circa 300 milioni di euro |
| Quota destinata a fisso capitario/orario | 70% |
| Fondo per AFT | 30% |
Gli incrementi definiti hanno carattere retroattivo e includono il riconoscimento degli arretrati relativi agli anni 2022 e 2023, che verranno corrisposti a partire dal 2024. L’accordo prevede anche un’integrazione di circa 150 milioni di euro per la contribuzione previdenziale riferita agli anni 2024 e 2025, elemento essenziale per il futuro pensionistico dei medici di medicina generale.
Il rinnovo introduce una serie di innovazioni regolamentari per rafforzare l’organizzazione della medicina di base e rispondere ai cambiamenti nel settore sanitario. Tra le modifiche più significative si segnalano:
Nonostante l’importanza e la portata del rinnovo, il confronto tra le parti coinvolte ha messo in luce alcune criticità e punti controversi. Le sigle sindacali hanno espresso perplessità sulla sufficienza degli incrementi retributivi rispetto all’aumento del costo della vita, sottolineando che la rivalutazione del 5,78% rischia di non compensare appieno l’erosione del potere d’acquisto registrata negli ultimi anni. Permangono inoltre dubbi sul reale impatto delle misure previste in tema di agevolazioni fiscali e contributive, giudicate ancora troppo timide per sostenere in maniera strutturale la medicina convenzionata nei confronti delle professioni dipendenti.
Il dibattito rimane aperto anche sull’accelerazione dei rinnovi: l’impegno di chiudere il prossimo ciclo contrattuale già entro il 2026 viene considerato fondamentale per assicurare stabilità e programmazione. In tale contesto, i sindacati richiedono maggiore coinvolgimento delle rappresentanze di categoria nella definizione degli indirizzi e una visione realmente riformatrice – sia sul piano organizzativo sia su quello normativo – per valorizzare il ruolo centrale dei medici di medicina generale nell’assistenza pubblica.