Ripartono da settembre le trattative per il rinnovo del Ccnl dipendenti pubblici 2025-2017 con nuove risorse già stanziate: le modifiche in discussione e i temi che saranno affrontati
I sindacati e l'ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), ministeri titolari e organizzazioni della dirigenza si preparano a riaprire le trattative per il rinnovo del nuovo contratto dei dipendenti pubblici 2025-2027.
La ripresa dovrebbe essere in autunno, dopo la definizione degli ultimi dettagli relativi ai contratti 2022-2024. Tra i principali temi che saranno discussi spiccano la riduzione dei tempi di pagamento di TFR/TFS, i nuovi criteri per il welfare integrativo e nuove soluzioni abitative innovative per il personale mobile.
Le trattative il rinnovo del Ccnl dipendenti pubblici 2025-2027 dovrebbero riprendere subito dopo l’estate 2025, a settembre. In base agli atti ufficiali, la tempistica è stata accelerata rispetto al passato grazie allo stanziamento anticipato di risorse nella normativa di bilancio, così da evitare i consueti ritardi nell’erogazione degli aumenti e negli adeguamenti normativi.
Come chiarito da Massimo Battaglia su pamagazine, tra le più grandi novità dell’ultimo contratto per le Funzioni Centrali dello Stato, non ci sono soltanto i 160 euro medi mensili di aumento per circa 260 mila lavoratori, ma soprattutto lo stanziamento di risorse aggiuntive per un totale di circa 22 miliardi per coprire i costi dei due prossimi rinnovi fino al 2030.
Si tratta di un doppio stanziamento che rappresenta una svolta epocale rispetto al passato, perché garantisce stabilità finanziaria e chiarezza di tempi per restituire centralità alla contrattazione e valorizzare finalmente chi lavora ogni giorno per far funzionare lo Stato.
Tabella: Incrementi retributivi 2025-2027 per comparto
Comparto | Aumento % stimato | Aumento medio mensile previsto |
Funzioni Centrali | 7,1% | Fino a 562 € |
Sanità | 6,8% | Fino a 530 € |
Enti Locali | 5,4% | Fino a 395 € |
Istruzione/Ricerca | 6,0% | Fino a 150 € |
Nonostante le sentenze della Corte Costituzionale, nè governo e nè Parlamento sono finora realmente intervenuti per cambiare le norme di legge.
Ora, però, serve che qualcosa sia effettivamente fatto, per garantire non solo ai dipendenti pubblici il diritto ad avere i propri soldi ma anche per creare equità tra lavoratori pubblici e privati, considerando che questi ultimi ricevono il proprio Tfr al termine del rapporto di lavoro o contestualmente all’ultima paga o al massimo entro 45 giorni alla cessazione del rapporto.
Stando alle anticipazioni sempre fornite da Massimo Battaglia, in discussione dovrebbe esserci anche un nuovo piano casa: l’obiettivo sarebbe sfruttare l’enorme patrimonio edilizio pubblico per aiutare i lavoratori in difficoltà o sostenere quelli che si devono spostare per lavoro, creando alloggi di servizio, esattamente come accade per poliziotti e militari ma da estendere a tutti i dipendenti pubblici che per motivi di servizio devono spostarsi.