La prossima manovra finanziaria prevede l'introduzione della quinta edizione della definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo, denominata rottamazione quinquies. Questo nuovo intervento normativo si inserisce in un quadro economico ancora segnato dagli effetti delle precedenti misure di pace fiscale, con l'obiettivo dichiarato di coniugare sostenibilità dei conti pubblici, equità sociale e incentivazione alla regolarizzazione dei contribuenti in difficoltà.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l'ultima riunione del Consiglio dei Ministri, ha ribadito l'intenzione del Governo di procedere verso l'approvazione della misura, sottolineando tuttavia che l’accesso sarà fortemente disciplinato da criteri selettivi.
Le condizioni di accesso: chi può aderire e chi resta escluso
La nuova rottamazione quinquies varrà solo per i contribuenti che dimostrano un reale stato di difficoltà finanziaria, con paletti ben definiti su base oggettiva. I soggetti interessati sono persone fisiche, partite IVA e imprese che abbiano debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Alcune ipotesi in discussione valutano anche l’estensione temporale al 2024, ma la decisione definitiva sarà presa durante l’iter parlamentare. Le ulteriori previsioni per la nuova rottamazione riguardano:
- Sono escluse le posizioni seriali di inadempienza, ovvero i cosiddetti “rottamatori seriali” che abbiano già beneficiato di precedenti sanatorie senza concludere i pagamenti.
- Restano fuori dalla misura i debiti relativi a: sanzioni penali, importi riconosciuti dalla Corte dei Conti come danno erariale, aiuti di Stato da restituire secondo la normativa UE e specifici tributi locali non gestiti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
- La platea viene quindi circoscritta a coloro che, pur avendo accumulato arretrati in buona fede o per motivi economici contingenti, non hanno manifestato comportamenti elusivi o frodatori.
Un ulteriore elemento di selettività riguarda la posizione contributiva e tributaria: le imprese dovranno, infatti, dimostrare la regolarità nei versamenti susseguenti alla definizione, pena l’esclusione immediata.
I criteri per l’accesso alla rottamazione quinquies 2026 prevedono, dunque, un approccio differenziato in base alle condizioni economiche e alla storia fiscale del richiedente. Il parametro ISEE acquisisce un ruolo centrale nella valutazione per le persone fisiche, con la possibilità di fissare soglie massime (es. 30.000 euro) per circoscrivere il beneficio alle famiglie realmente in difficoltà.
- Per i contribuenti diversi dalle persone fisiche, la proposta è di far riferimento a indicatori di liquidità o ad altre metriche economico-patrimoniali.
- L’importo complessivo del debito condizionerà ulteriormente le modalità di adesione: per somme superiori a 50.000 euro, si parla di un anticipo obbligatorio pari al 5% al momento dell’ammissione.
- Chi ha aderito a più di due rottamazioni precedenti senza averle concluse, o è decaduto almeno una volta negli ultimi dieci anni fiscali, sarà escluso in automatico dalla sanatoria.
Il monitoraggio della storia fiscale verrà rafforzato con la tracciabilità dei pagamenti e verifiche ex ante sull’affidabilità finanziaria, per garantire che solo chi si trova in reale disagio economico possa aderire.
Struttura dei pagamenti: durata, rate, mini-debiti e decadenza
Un’importante novità della quinquies riguarda la sostenibilità del piano di rientro, con l’obiettivo di rendere la regolarizzazione più accessibile rispetto al passato. La durata dei pagamenti potrà estendersi fino a 8 anni (96 rate mensili) rispetto ai 10 anni (120 rate) inizialmente annunciati. Inoltre:
- L’importo minimo di ciascuna rata mensile è fissato a 50 euro, eliminando il meccanismo penalizzante delle maxi-rate iniziali che caratterizzava le passate edizioni.
- Per importi inferiori – ad esempio mini-cartelle al di sotto di 1.000 euro – si prevede una cancellazione automatica e generalizzata, senza necessità di istanze da parte del contribuente.
- Per i debiti più consistenti verrà richiesto l’anticipo del 5% all’adesione, solo se la soglia supera i 50.000 euro.
- Il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive, farà perdere il diritto all’agevolazione, mentre per scadenze più stringenti, due rate, si manterrà solo una tolleranza minima per evitare comportamenti opportunistici.
Le ragioni delle restrizioni e la sostenibilità finanziaria
I requisiti più stringenti e i limiti all'accesso non sono casuali, ma frutto di un bilanciamento tra la necessità di tutelare i conti pubblici e la volontà di offrire un aiuto concreto a chi si trova in reale difficoltà. Le risorse disponibili sono, infatti, scarse (circa un miliardo di euro).
Il Governo ha inoltre evidenziato la necessità di evitare effetti distorsivi sul comportamento fiscale: troppe sanatorie ripetute rischiano di incentivare l’attesa di ulteriori condoni, minando il senso civico e la compliance spontanea.