Tra settembre e dicembre il mercato dei mutui casa si trova in una fase di incertezza: i tassi fissi riprendono a crescere, quelli variabili restano elevati. Dati, offerte delle banche, opportunitŕ e rischi, simulazioni e strategie.
L'ultimo quadrimestre del 2025 si apre con una congiuntura complessa per chi valuta quale mutuo casa tra settembre e dicembre 2025. Il mercato immobiliare italiano registra dinamiche mutevoli influenzate da variabili macroeconomiche ed evoluzioni della politica monetaria europea. Dopo una fase di ribassi, i tassi sui nuovi finanziamenti per acquisto abitazione hanno mostrato una moderata risalita rispetto ai minimi toccati a fine 2024.
Il quadro risulta caratterizzato dall'alternanza tra proposte a tasso fisso, che garantiscono stabilità, e tasso variabile, che ha beneficiato dei recenti tagli della BCE ma presenta ora segnali di assestamento. Gli operatori bancari, mentre adeguano le condizioni agli andamenti interbancari e alle strategie di raccolta, offrono gamme diversificate rivolte sia a giovani under 36 sia a nuclei familiari con esigenze specifiche. Per il consumatore, la decisione impatta sulla sostenibilità di lungo periodo del debito contratto e richiede una valutazione accurata delle opzioni disponibili.
Il secondo semestre 2024 ha segnato importanti sviluppi nella dinamica dei tassi di interesse applicati ai nuovi mutui casa. Dopo il picco registrato a dicembre 2023, con tassi medi sopra il 4,4%, il 2024 si è contraddistinto per una fase discendente che ha visto il tasso medio dei mutui per l'acquisto di nuove abitazioni scendere fino al 3,11% a dicembre 2024. Nei mesi successivi, tuttavia, si è osservata un'inversione di tendenza con un progressivo rialzo dei tassi fissi, saliti fino al 3,28% a settembre 2025 secondo le rilevazioni ABI, per poi toccare il 3,31% ad agosto e confermarsi tra i livelli più elevati degli ultimi dodici mesi.
L'evoluzione dei tassi variabili è stata decisamente più favorevole nel 2024 grazie alla politica espansiva della Banca Centrale Europea, che da giugno a dicembre ha introdotto quattro tagli successivi di 25 punti base. Questo scenario ha portato a un'ulteriore flessione dell'indice Euribor a 3 mesi, passato dal 3,95% di inizio 2024 a poco più del 2% nell'estate, per poi stabilizzarsi a settembre. Le previsioni degli osservatori specializzati ipotizzano che, se continuerà il percorso di riduzione dei tassi della BCE, il tasso variabile potrebbe mantenersi sotto al 3% anche per il 2025, con offerte che sfiorano il 2,64% per i profili più meritevoli di credito.
I tassi fissi, invece, risentono dell'andamento degli indici IRS a lungo termine, influenzati dal mercato obbligazionario. L'IRS a 20 e 30 anni ha mostrato un incremento a seguito delle tensioni sui titoli di Stato europei. Le simulazioni indicano un margine di oscillazione tra il 2,87% e il 3,31% per i prodotti più competitivi, con un delta che resta comunque sotto ai livelli di fine 2023 ma superiore alla media della prima parte del 2024.
Diversi fattori convergono nell'innalzare i tassi fissi e nel mantenere incerta la traiettoria di quelli variabili. Sul versante fisso, il ritorno della crescita degli indici IRS dipende in larga parte dalle oscillazioni del mercato obbligazionario europeo. La debolezza dei titoli a lunga scadenza, con particolare riferimento ai Bund tedeschi, e l'incertezza generata dalle tensioni economiche internazionali tra UE e Stati Uniti, hanno spinto gli investitori verso attivi più sicuri, facendo salire i rendimenti e quindi i tassi applicati su nuove erogazioni. Le banche, per tutelare i propri margini in uno scenario potenzialmente instabile, hanno incrementato lo spread tra il costo di raccolta e il tasso finale offerto alla clientela.
Per quanto riguarda i tassi variabili, la forte discesa vissuta tra il 2023 e il 2024 è stata indubbiamente favorita dalle decisioni della BCE di ridurre il costo del denaro. Tuttavia, da settembre 2025, il ciclo espansivo sembra aver esaurito la propria forza propulsiva. La BCE ha scelto di mantenere invariato il tasso sui depositi, portando l'Euribor a 3 mesi a stazionare intorno al 2%, soglia che gli analisti reputano potrebbe caratterizzare anche il 2026. Non dimentichiamo allora:
Tra gli operatori che si distinguono per competitività:
La scelta dell'indicizzazione impatta profondamente sull'esborso totale e sulla sostenibilità della rata nel tempo. Segue un raffronto sulla base di simulazioni attuali:
Importo |
100.000 € |
Durata |
30 anni |
Tasso fisso (medio) |
2,87% - 3,31% |
Tasso variabile (medio) |
2,64% - 3,04% |
Rata fissa mensile |
368,62 € (Taeg 2,24%) |
Rata variabile iniziale |
circa 350 € |
Vantaggi mutuo a tasso fisso:
Nel 2024 la surroga torna ad attirare l'attenzione dei mutuatari che puntano a rinegoziare condizioni meno onerose sfruttando il calo dei tassi rispetto ai contratti siglati negli anni precedenti. La surrogazione è regolata dall'art. 8 della Legge 40/2007 e consente senza costi aggiuntivi il trasferimento del finanziamento tra istituti, mantenendo garanzie e ipoteca precedente. Lo scorso anno, le richieste di surroga sono aumentate fino al 34% del totale delle pratiche a conferma della sua appetibilità.
Tuttavia, va sottolineato che il rialzo recente dei tassi fissi potrebbe ridurre il margine di risparmio per chi ha sottoscritto mutui in periodi di tassi molto bassi. Alcune criticità riguardano:
Individuare il mutuo più vantaggioso impone una valutazione personalizzata che tenga conto di diversi fattori: