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Nulla per le pensioni anticipate o aumento assegni e rialzo età confermato in Cdm e da Giorgetti in Manovra Finanziaria

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Blocco selettivo dell'aumento dell'età pensionabile di tre mesi che dovrebbe scattare dal primo gennaio 2027: non sarà per tutti. Le novità per le pensioni anticipate dal ministro Giorgetti

La Manovra 2026 si sta configurando come un passaggio decisivo per il sistema previdenziale italiano. In un clima di stretto equilibrio tra vincoli di bilancio e richieste di flessibilità, il tema delle pensioni resta centrale nei dibattiti istituzionali e sociali. Le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno confermato la volontà di garantire sostenibilità e gradualità nelle modifiche alle regole di accesso alla pensione, senza tuttavia avanzare proposte di ampliamento delle pensioni anticipate né aumenti sostanziali degli assegni. 

Blocco dell’aumento dell’età pensionabile: cosa prevede l’ipotesi selettiva del ministro Giorgetti

Tra le novità discusse nell’ambito della Manovra 2026 c'è l’ipotesi di congelare l’aumento automatico dell’età pensionabile, previsto dalla legge Fornero in relazione all’aspettativa di vita certificata dagli ultimi dati ISTAT. Attualmente, senza interventi correttivi, dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe passare da 67 anni a 67 anni e 3 mesi, mentre il requisito contributivo per quella anticipata salirebbe a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.

L’ipotesi Giorgetti prevede una soluzione intermedia e non per tutti, ma selettiva:

  • Blocco dell’aumento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia a 67 anni almeno fino al 2029
  • L’introduzione di mini-finestre di accesso: 1 mese in più di attesa nel 2027 e 2 mesi nel 2028, con un costo stimato inferiore rispetto al congelamento generalizzato
  • Il blocco non riguarderebbe il requisito contributivo, che continuerebbe ad aumentare secondo quanto già stabilito
Per contenere l’impatto finanziario del blocco e garantire equità sociale, vengono previste deroghe e trattamenti agevolati per alcune categorie. In particolare:
  • Favoriti coloro che vantano una carriera lavorativa precoce (con almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima dei 19 anni)
  • Previste condizioni di favore per gli addetti alle mansioni particolarmente faticose o usuranti, includendo la possibilità di accedere comunque ai requisiti attuali senza attendere l’aumento dei 3 mesi
  • La soluzione proposta dai tecnici del Ministero prevede finestre di flessibilità specifiche per queste platee, con l’obiettivo di minimizzare gli effetti penalizzanti.

Pensioni anticipate: il futuro di Quota 103 e le opzioni alternative

Al momento nulla è stato confermato sulle soluzioni di uscita anticipata al momento vigenti, da quota 103 (62 anni di età anagrafica e 41 di contributi), che sembrerebbe avviata verso una progressiva eliminazione nel 2026, a opzione donna, che secondo quanto trapelato nelle scorse settimane, potrebbe essere prorogata ma con alcune modifiche, ad ape sociale, il cui destino è ancora incerto. 

Riforme per le pensioni anticipate contributive e utilizzo del TFR

Una delle proposte di maggiore rilievo per ampliare l’accesso alla pensione anticipata, ma a cui il ministro Giorgetti ieri in CdM non ha fatto alcun riferimento, riguarda la possibilità di utilizzare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) versato all’INPS o gli enti previdenziali per integrare l’assegno e raggiungere la soglia minima richiesta della pensione contributiva a 64 anni. L’ipotesi allo studio prevede di:

  • Consentire l’impiego del TFR anche a chi ha una posizione contributiva mista (parte retributiva e parte contributiva)
  • Favorire le carriere discontinue e chi non è riuscito ad accumulare risorse in una forma complementare
  • Trasformare il TFR in una sorta di integrazione previdenziale facoltativa, lasciando libertà al lavoratore ma segnalando che il calcolo contributivo riduce l’importo finale dell’assegno

Aumenti degli assegni e novità sulle pensioni minime: cosa cambia nella Manovra 2026

Le aspettative per incrementi generalizzati degli importi pensionistici o delle pensioni minime appaiono, allo stato attuale, limitate. L’attuale bozza della legge di bilancio non prevede aumenti degli assegni, fatta eccezione per la rivalutazione ordinaria legata all’inflazione, come stabilito dalla normativa vigente. Inoltre:
  • Gli aumenti alle minime, ad oggi, non sono stati annunciati ufficialmente
  • La priorità delle risorse appare destinata a interventi di sostegno alle famiglie, politiche del lavoro e mantenimento delle attuali prestazioni assistenziali
  • Sono in discussione misure di incentivazione all’adesione ai fondi pensione negoziali e proroghe agli strumenti di welfare integrativo

 

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