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Rottamazione quinquies, chi potrà accedervi. Estesa anche a chi non ha pagato le precedenti nel testo approvato ufficiale

di Marianna Quatraro pubblicato il
Rottamazione quinquies chi potra acceder

Chi potrà accedere alla nuova rottamazione quinquies 2025-2026 approvata con la prossima Manovra e le condizioni necessarie

La nuova rottamazione quinquies 2025-2026, nasce con l’intento di offrire una soluzione concreta a chi ha accumulato debiti con il Fisco tra il 2000 e il 2023. Questa sanatoria, inserita nella Manovra 2026, risponde a precise esigenze sia dei cittadini che delle imprese in difficoltà a causa di crisi economiche, con una particolare attenzione a incrementare il tasso di riscossione e recuperare liquidità senza penalizzare chi ha sempre dichiarato correttamente il proprio reddito. 

Chi potrà accedere alla rottamazione quinquies 2025-2026: requisiti e beneficiari

I beneficiari della rottamazione quiquies 2025-2026 sono persone fisiche e giuridiche che, pur avendo assolto all’obbligo dichiarativo, non sono riuscite a versare i dovuti importi fiscali o contributivi e hanno carichi iscritti a ruolo presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Per accedere occorre:

  • Aver presentato regolarmente le dichiarazioni dei redditi per gli anni di riferimento;
  • Avere debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023;
  • Non aver usufruito già della sanatoria vigente (rottamazione quater) o, se decaduti, poter nuovamente accedere;
  • Non risultare destinatari di accertamenti fiscali per omessa dichiarazione o dichiarazione infedele.
I principali beneficiari sono quindi cittadini, lavoratori autonomi, professionisti e imprese che vogliono porre rimedio a posizioni debitorie pregresse per tributi o contributi dichiarati e non versati.

Rientrano nella nuova rottamazione anche coloro che, trovandosi già in difficoltà, sono decaduti da precedenti programmi di definizione agevolata. La misura privilegia chi, pur inadempiente nei pagamenti, ha agito in buona fede e desidera regolarizzare la propria posizione senza oneri aggiuntivi di sanzioni e interessi di mora, nel rispetto delle nuove disposizioni.

Cosa cambia rispetto alle precedenti rottamazioni: estensione ai decaduti e novità normative

Rispetto alle edizioni passate della definizione agevolata, con la quinquies 2025-2026 si registra l'ingresso di alcune rilevanti novità. In particolare, uno dei cambiamenti più significativi riguarda la possibilità di accesso anche per chi è decaduto dalle precedenti rottamazioni, offrendo una seconda opportunità a coloro che, per motivi economici o imprevisti, non avevano completato i versamenti. Inoltre,

  • La platea dei beneficiari viene ampliata, ma restano esclusi i contribuenti che non hanno mai presentato la dichiarazione o i cui debiti derivano da verifica e accertamento fiscale.
  • La finestra temporale coperta si allunga, includendo le iscrizioni a ruolo fino alla fine del 2023, rispetto al termine molto più anticipato della rottamazione quater.
  • Il meccanismo di calcolo delle rate è stato ridisegnato per evitare rate iniziali troppo elevate e disincentivare l’abbandono del piano dopo pochi pagamenti.

Tipologie di debiti e cartelle ammesse alla rottamazione quinquies 2026

I debiti che possono essere oggetto della nuova rottamazione sono esclusivamente quelli risultanti da dichiarazioni validamente presentate, relativi a imposte non pagate (ad esempio IRPEF, IRES, IVA) e contributi previdenziali INPS ordinari. Includono sia i carichi provenienti da dichiarazioni dei redditi ordinari sia quelli trasmessi da altri enti impositori e da avvisi bonari. Restano invece esclusi i carichi di natura sanzionatoria penale o derivanti da sentenze della Corte dei Conti.
Debiti ammessi
  • Imposte dichiarate e non versate (esempio: IRPEF, IRES, IVA)
  • Contributi previdenziali INPS non pagati
  • Avvisi bonari diventati cartelle esattoriali
  • Entrate statali connesse a regolare dichiarazione
Debiti esclusi
  • Carichi derivanti da accertamenti fiscali
  • Sanzioni penali
  • Danni erariali decisi dalla Corte dei Conti
  • Aiuti di Stato da restituire ritenuti illegittimi secondo la normativa UE
  • Multe e tributi locali (IMU, TARI, bollo auto), salvo eccezioni delegate agli enti locali

Esclusioni dalla sanatoria: chi resta fuori e perché

Nonostante l’ampia platea individuata, la nuova sanatoria prevede criteri restrittivi per garantire equità e finalità di sostegno sociale non indiscriminato. Sono esclusi:
  • Contribuenti che non hanno presentato alcuna dichiarazione nell’anno di riferimento del carico fiscale;
  • Debitori i cui importi da regolarizzare derivano da accertamenti, rettifiche o ricostruzioni delle imposte e dei redditi da parte dell’autorità fiscale;
  • Chi è già in regola con piani di rateizzazione di precedenti definizioni agevolate;
  • Soggetti recidivi o che sono decaduti da più precedenti rottamazioni senza giustificato motivo (come specificato anche nelle informative del MEF;
  • Debiti relativi ad aiuti di Stato illegittimi, danni erariali riconosciuti da sentenza e sanzioni di carattere penale.
  • Per alcune categorie di tributi locali (IMU, tassa rifiuti, bollo auto) la gestione della definizione agevolata potrebbe avvenire solo previa relativa decisione dell'ente territoriale.

Procedura di adesione e tempistiche: come presentare domanda

L’accesso alla misura avviene tramite una procedura interamente telematica, da compiere sul portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La domanda dovrà essere presentata entro il 30 aprile 2026, specificando i carichi che si intendono definire e il numero di rate preferito. Nel corso della compilazione, il contribuente deve impegnarsi a rinunciare a eventuali giudizi pendenti sugli stessi carichi.
  • Compilazione online della dichiarazione di adesione
  • Impegno a rinunciare ai giudizi su quegli stessi debiti
  • Ricezione comunicazione entro il 30 giugno 2026 con il piano di rateizzazione e gli importi dovuti
  • Sospensione di nuove procedure esecutive durante l’esame della domanda
La domanda è vincolante per il contribuente e comporta la sospensione delle azioni esecutive (fermi, ipoteche) non ancora perfezionati al momento della presentazione. Resta salva la validità delle misure cautelari già avviate.

Il piano di pagamento: rateizzazione, importi e decadenza

La principale innovazione del piano di pagamento consiste nella possibilità di dilazionare il debito fino a un massimo di 9 anni, per un totale di 108 rate mensili oppure 54 rate bimestrali, tutte di pari importo. La composizione del piano tiene conto solo del capitale dovuto e delle spese correlate alle procedure esecutive e di notifica. Non sono invece dovuti interessi, sanzioni, interessi di mora o aggio. Una soglia minima di 50 euro per ciascuna rata è prevista dalle bozze attualmente in discussione.

Caratteristica Dettagli
Durata massima rateizzazione 9 anni (108 rate mensili) / 54 rate bimestrali
Importo minimo singola rata 50 euro
Scadenze principali Primo pagamento entro 31 luglio 2026, poi fine settembre e novembre per le prime tre rate. Dalla quarta rata, scadenze fisse: gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre, novembre
Criteri di decadenza Perdita del beneficio dopo due rate non pagate, anche non consecutive, o dopo la mancata corresponsione di quella unica se in soluzione unica

Dopo la decadenza dalla definizione agevolata, il debito residuo tornerà immediatamente riscuotibile in via ordinaria senza possibilità di nuova rateizzazione agevolata e con ripristino di sanzioni e interessi ordinari. È prevista inoltre la perdita immediata della sospensione delle misure cautelari e delle procedure esecutive in corso.

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