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Soldi e beni ai figli dai genitori, si può dare di più ad uno piuttosto che agli altri? La risposta non è scontata

di Marianna Quatraro pubblicato il
beni figli genitori

Quando e come si possono lasciare più soldi e beni a un figlio piuttosto che ad un altro: i chiarimenti e cosa prevedono le norme in vigore

I genitori possono dare più soldi e beni ad un figlio piuttosto che ad un altro? La questione della trasmissione in linea successoria di soldi e beni di un defunto è regolata in Italia da norme e leggi molto chiare, che lasciano poco adito a dubbi e risposte. 

Ci occupiamo di seguito del caso specifico in cui un genitore voglia lasciare i suoi possedimenti più ad un figlio che ad un altro. 

  • Si possono dare più soldi e beni a un figlio rispetto ad altri?
  • Le norme in vigore per dividere i soldi e i beni dei genitori tra i figli 

Si possono dare più soldi e beni a un figlio rispetto ad altri?

Nonostante esistano chiare leggi per la trasmissione di una eredità, è bene sapere che si può fare ed è del tutto legare decidere di dare più soldi e beni a un figlio rispetto agli altri.

Per farlo correttamente e regolarmente è bene sapere, però, che ci sono condizioni specifiche da rispettare. 

Il genitore può, infatti, dare maggiori beni a un figlio solo se: 

  • rispetta la cosiddetta quota legittima comunque spettante per legge agli altri figli e decide di destinare al figlio favorito la parte del patrimonio di cui può disporre liberamente (quota disponibile);
  • lo ha già fatto con le donazioni pregresse, che vengono sempre considerate nelle quote spettanti. 

Le norme in vigore per dividere i soldi e i beni dei genitori tra i figli 

Secondo le norme in vigore, dunque, non si può lasciare tutto ad un solo figlio ma si può favorire nel testamento se si rispettano, lo ribadiamo, le quote legittime.

Si tratta di specifiche percentuali del patrimonio di un defunto che devono essere, per legge, riconosciute agli eredi legittimi del de cuius in maniera differente a seconda del legame familiare esistente tra il defunto e il parente superstite.

Le percentuali delle quote spettanti sono le seguenti:

  • se il defunto lascia solo l’altro coniuge, spetta a lui la metà di soldi e beni del de cuius e la casa coniugale e l’altra metà è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e un figlio unico, un terzo dell’eredità e il diritto di abitazione sulla casa vanno al coniuge, un terzo dell’eredità va al figlio unico e un terzo dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e due o più figli, un quarto dell’eredità spetta al coniuge più il diritto della casa coniugale, metà dell’eredità deve essere divisa tra i figli in parti uguali e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se manca il coniuge e in presenza di un figlio unico, a quest’ultimo spetta metà dell’eredità e l’altra metà dell’eredità è la quota disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e genitori e non ha figli, l’eredità spetta per metà al coniuge più il diritto della casa coniugale, un quarto dell’eredità spetta a genitori e altri ascendenti e un quarto dell’eredità è la quota disponibile;
  • se il defunto lascia solo i genitori, a questi ultimi spetta un terzo dei soldi e dei beni e i restanti due terzi sono di quota disponibile;
  • in assenza di figli e coniuge superstite del defunto e altri eredi, tutto il patrimonio spetta a fratelli e sorelle in parti uguali;
  • in assenza di figli e coniuge e di ascendenti e collaterali, soldi e beni spetta anche ai parenti indiretti fino al sesto grado in base ai legami di parentela più prossimi, partendo cioè dagli zii, per arrivare ai parenti in terzo grado, cugini, parenti di quarto grado, ecc.
Precisiamo che, per legge, in mancanza di eredi, soldi, beni e tutta l’eredità spettano interamente allo Stato.
 
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