Il primo criterio di esclusione coinvolge chi ha debiti tributari o contributivi pari o superiori a 5.000 euro relativi al periodo d'imposta precedente.
Ai contribuenti che rispondono ai requisiti richiesti il fisco offrirà l'opzione del concordato preventivo biennale 2024-2025. Sono quelli che presentano un punteggio minimo di 8 nella pagella fiscale degli Indici sintetici di affidabilità o che operano sotto il regime forfettario.
La potenziale base di utenti interessati supera i 3,1 milioni di imprese e lavoratori autonomi. In molti potrebbero trovarsi di fronte alle restrizioni delineate nello schema di decreto delegato sull'accertamento, approvato dal Consiglio dei ministri. Ma vediamo meglio:
Non rientrano nel limite dei 5.000 euro i debiti sospesi o rateizzati. Altre cause di esclusione riguardano situazioni di scarsa affidabilità, come l'omessa presentazione della dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d'imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato, cioè dal 2021 al 2023 per il biennio 2024-2025.
Allo stesso tempo saranno esclusi coloro che sono stati condannati o hanno patteggiato una condanna per reati tributari, false comunicazioni sociali o riciclaggio nei tre periodi d'imposta precedenti.
Un punteggio Isa inferiore a 8 può ostacolare l'accesso al concordato. I contribuenti con un punteggio Isa inferiore a 8, che rappresentano il 55,4% dei 2,1 milioni di soggetti Isa, potranno cercare di migliorare il proprio punteggio per l'anno d'imposta 2023, al fine di essere idonei alla proposta del Fisco per il biennio 2024-2025.
Per farlo dovranno inserire online una serie di dati entro il 20 giugno attraverso l'applicativo che sarà reso disponibile dalle Entrate entro la fine di aprile. I dettagli saranno definiti in un decreto ministeriale dell'Economia da emanare in collaborazione con il Garante della privacy.
Anche se il decreto delegato impone l'utilizzo di tutti i dati già in possesso della pubblica amministrazione, inclusi i dati delle fatture elettroniche, i contribuenti dovranno anticipare di tre mesi l'inserimento delle informazioni necessarie agli Isa, la cui dichiarazione, a partire dal 2024, avrà scadenza il 30 settembre anziché il 30 novembre.
Dopo l'adesione alla proposta, è possibile decadere dal concordato. Sono innanzitutto coinvolti coloro che, nei due anni di accordo o nell'anno precedente, hanno attività non dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati.
Chi accetta il reddito proposto devono comunque dichiarare anche gli introiti aggiuntivi, rendendosi trasparenti nei confronti del fisco e pagando l'Iva. Questi fattori potrebbero spingere alcuni contribuenti a continuare a operare in nero anche dopo aver aderito al concordato.
Usciranno dal concordato coloro che commettono violazioni considerate non lievi secondo il decreto. Ad esempio, chi riceve tre o più contestazioni per omissioni o inesattezze nella emissione di ricevute o scontrini, rilevate in giorni diversi e sempre nell'arco di un triennio, includendo i due anni di concordato e l'anno precedente. Le infrazioni del 2023 possono influenzare anche il nuovo regime concordatario.